Pagina “oscurata” sul sito del MArRC, Partinico vuole chiarezza: “fatto ancora più grave…”

Le precisazioni di Partinico sulla vicenda pagina "oscurata" dei Bronzi sul sito del MArRC dopo i dubbi sollevati dal giornalista Ventura

StrettoWeb

Continua a far parlare di sé la vicenda sollevata dallo studioso Partinico relativamente alla pagina sui Bronzi “oscurata” all’interno del sito del Museo Archeologico di Reggio Calabria. Per Partinico è stato l’intervento del Ministro della Cultura, dopo lettera apposita dello studioso, a provvedere all’operazione di rimozione, ma per Francesco Ventura non è forse così. Il giornalista ha provato ad approfondire la questione, sollevando qualche dubbio dopo aver chiesto delucidazioni al Direttore Malacrino. A questo punto, è lo stesso Partinico a volere chiarezza: “Da alcuni mesi sul sito https://www.museoarcheologicoreggiocalabria.it/project-details/i-bronzi-di-riace/ era pubblicata l’ipotesi del Prof. Daniele Castrizio e non era presente quella degli Studiosi Sandro Stucchi, Paolo Moreno, Rocco Vergara, Vincenz Brinkmann, altri e neanche quella dello Scrivente. La cosa non mi ha infastidito più di tanto – ha ammesso Partinico – ma quando ho letto che il nome scientifico dei Bronzi di Riace, secondo quanto riportato sul sito istituzionale del Museo Archeologico Nazionale, è “Polinice (Statua A) ed Eteocle (Statua B)”, ho ritenuto giusto, per tutelare l’immagine delle due opere d’Arte, inviare al Ministro Sangiuliano la richiesta di rimozione. Dopo cinque giorni dall’invio della PEC, la pagina https://www.museoarcheologicoreggiocalabria.it/project-details/i-bronzi-di-riace/ è stata rimossa”.

“Il Giornalista Francesco Ventura “insospettito” da quanto era stato pubblicato dalla stampa locale in merito alla rimozione della pagina – prosegue Partinico ripercorrendo i fatti – aveva inoltrato nei giorni scorsi una richiesta di delucidazioni al Ministro Sangiuliano ed al Direttore del Museo, quest’ultimo, secondo quanto riferisce Ventura, avrebbe risposto “celermente” alla sua istanza dichiarando: ‘si tratterebbe di una bozza di lavoro, una sezione incompleta, probabilmente rimasta tale perché in corso di redazione da parte di un funzionario da tempo trasferitosi in altra sede’. Se veramente i fatti sono questi, come è stato scritto da alcune testate giornalistiche, la cosa è molto più grave rispetto alla decisione di aver scelto di pubblicare un’ipotesi rispetto ad altre, perché non si tratterebbe soltanto di uno scambio di opinioni”.

“Spero che il Direttore Dott. Carmelo Malacrino, con la gentilezza che lo contraddistingue e per fare chiarezza sulla “vicenda-Museo”, voglia fornire all’opinione pubblica alcune informazioni rispondendo a tre brevi quesiti:

  1. Chi ha redatto e chi ha autorizzato la pubblicazione sul sito istituzionale del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria di un insieme di “castronerie” riguardanti i Bronzi di Riace, quali per esempio: “Le due statue rappresentano due Opliti, anzi no, un Oplita (Bronzo A) ed un Re guerriero (Bronzo B)”; “delle due statue, che pure sono state esposte tanto tempo, non abbiamo copie in marmo, tranne una proveniente da Roma…” “raffiguranti due uomini nudi”, ripetizione “raffiguranti due uomini completamente nudi”; nome scientifico dei Bronzi di Riace “Polinice (statua A) ed Eteocle (statua B)”?
  2. Chi, proprio nell’anno del cinquantenario dal ritrovamento, quando turisti, appassionati e curiosi si collegavano sul sito del Museo per avere notizie, ha omesso di controllare che era stata pubblicata una “bozza” che risulta essere, invece, una “prima pagina”, in una sezione, sempre a dire del Direttore, “incompleta”?
  3. Chi ha rimosso la pagina https://www.museoarcheologicoreggiocalabria.it/project-details/i-bronzi-di-riace/ e per quale motivo?

Ringrazio anticipatamente il Dott. Carmelo Malacrino per le risposte che vorrà fornire e mi auguro per il futuro che il Museo di Reggio Calabria ed i Bronzi di Riace ottengano il rispetto che meritano”.

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