Maxi processo Nebrodi: 91 condanne per 600 anni di carcere

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Concluso ieri al tribunale di Patti il maxi processo Nebrodi

Il maxi processo dei Nebrodi celebrato davanti al tribunale di Patti (Messina), si è concluso con 91 condanne per complessivi 600 anni di carcere e 10 assoluzioni. La sentenza è stata emessa nella tarda serata di ieri dopo una camera di consiglio durata una settimana. L’accusa aveva chiesto 970 anni di carcere. Il processo, che vedeva alla sbarra i capi dei clan Batanesi e Bontempo-Scavo nacque dal blitz ‘Nebrodi’ del 2020 che portò alla luce, oltre all’organigramma di Cosa nostra in provincia di Messina, e in particolare a Tortorici, anche a un sistema messo a punto dai clan per accaparrarsi i finanziamenti europei per l’agricoltura. Era la cosiddetta “mafia dei pascoli”, denunciata anche dall’allora presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, presente ieri in aula a Patti.

La Corte ha anche deciso per tutti i condannati per i reati mafiosi l’interdizione perpetua, l’interdizione per 5 anni per quelli condannati per associazione ma senza le aggravanti mafiose, la confisca di 17 ditte individuali e società agricole, la confisca di buona parte dei milioni di euro sequestrati nel 2020. Dovranno poi essere risarciti gli imprenditori agricoli che hanno denunciato l’appropriazione dei terreni da parte dei mafiosi, e le associazioni antiracket Addiopizzo e tutte le altre parti civili costituite. Ieri sono state riconosciute solo due provvisionali per complessivi otto mila euro alle associazioni costituite, per il resto si deciderà in sede civile. Le motivazioni saranno note tra 90 giorni.

Viene smantellato un sistema che ha oppresso per anni un territorio, mortificandolo con la violenza e il malaffare e accaparrandosi risorse che dovevano servire allo sviluppo – è il commento della Cgil siciliana attraverso il suo segretario Alfio Mannino -. Si chiude una pagina triste, si scrive una nuova pagina di storia che speriamo determini la libertà di un territorio“. Mannino sottolinea “la lunga strada che ha portato a questo risultato e il ruolo determinante del protocollo Antoci, che ha contribuito a scoperchiare il sistema complesso adottato dalla cosiddetta mafia dei pascoli per accaparrarsi le risorse europee. Ci auguriamo che questo sia un punto di partenza – conclude Mannino – per una evoluzione della nostra economia che veda totalmente esclusa la mafia e gli interessi mafiosi“.

Maxi processo Nebrodi, la dichiarazione del Presidente del Parco Domenico Barbuzza

“Con la sentenza odierna, che conclude la colossale inchiesta antimafia condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina,  non posso che congratularmi con tutti coloro che – a vario titolo – hanno contribuito all’esito odierno che ha inferto un duro  colpo al lucroso business delle truffe ai fondi comunitari destinati ai pascoli e all’agricoltura”. Lo afferma in una nota Domenico Barbuzza, Presidente dell’Ente Parco.

“Da questo momento l’auspicio è che parlare di Nebrodi evidenzi le bellezze naturalistiche che hanno dato vita all’istituzione dell’omonimo Parco regionale, la laboriosità della popolazione residente, il desiderio di dar vita a progetti di sviluppo da parte dei giovani. Il desiderio unanime è di veder riconosciuto questo territorio come fucina di operosità e collaborazione con l’Ente, guida del comprensorio: la ripartenza che vogliamo vede al primo posto la tutela dei valori naturali dell’area protetta” conclude il Presidente.

A curare la costituzione di  parte civile  dell’Ente Parco al processo  l’avvocato  Salvatore Meli.

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