Modena-Reggina, polemiche per gli striscioni dei tifosi di casa: “RdC” e indirizzo del centro per l’impiego

StrettoWeb

Non vorremmo addentrarci in polemiche, annose riflessioni sulle questioni culturali o sui problemi della nostra città, tra mancanza di servizi e disoccupazione giovanile, ma ci hanno ben pensato i tifosi del Modena. Come? Attraverso degli striscioni abbastanza eloquenti

La Reggina ha perso in campo ma probabilmente ha vinto sugli spalti. 2 mila tifosi in trasferta in Serie B non sono roba da poco, anzi tutt’altro. Numeri sicuramente “drogati” dalla presenza di tanti reggini trasferitisi nella Regione emiliana e in quelle limitrofe. Un bene? Insomma, un bene probabilmente solo per la squadra amaranto, che sa che almeno in trasferta può contare su un buon numero di tifosi. Per tutto il resto, invece, una triste immagine dell’esodo dei conterranei (forzato e non voluto) in quel Nord e Centro Nord che offre maggiori opportunità lavorative.

Non vorremmo addentrarci in polemiche, annose riflessioni sulle questioni culturali o sui problemi della nostra città, tra mancanza di servizi e disoccupazione giovanile, ma ci hanno ben pensato i tifosi del Modena. Come? Attraverso degli striscioni abbastanza eloquenti. Ne hanno esposti diversi. Tra gli altri, da segnalare “R (d) C”, giocando con la sigla della città dello Stretto e con in mezzo la “d” a formare la parola “reddito di cittadinanza”, ma anche “Info Centro per l’Impiego: Via delle Costellazioni 180”, indicando l’indirizzo della sede del centro per l’impiego modenese. Insomma, dettagli evidenti che non sono sfuggiti ai reggini presenti lì e non solo. Ma se, in questi casi, il consiglio è sempre quello di sorvolare – soprattutto nei confronti di quei modenesi (e non sono tutti, perché non bisogna mai generalizzare) che questi pregiudizi li hanno davvero, al di là dei campanilismi sul calcio – non si può nascondere che ai diversi tifosi reggini presenti nel settore ospiti e residenti a Modena per lavoro, quelle parole abbiano potuto ferire. E feriscono ancor di più se si pensa che la scelta di andare via dalla propria città non è di certo una volontà, ma una necessità, la necessità di chi fa le valigie per scappare da un territorio con tanti problemi e con il solo obiettivo di costruirsi un futuro.

Condividi