Messina, il Comitato Centro Storico Vivibile: “dalla Confcommercio proposte condivisibili ma motivazioni sbagliate”

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Messina, il Comitato Centro Storico Vivibile: “la nostra città rischia di morire”

“In questi giorni su numerosi organi di stampa è stato pubblicato il documento anticrisi della Confcommercio presentato al Comune Di Messina. Abbiamo notato che finalmente la regolamentazione delle attività nel Centro storico-commerciale viene presa in considerazione anche dai commercianti nel tentativo di ridare vivibilità e dignità a un centro storico ormai asfittico e prono ad ogni tipo di attività di ristorazione e di intrattenimento, anche di quelle che impediscono non solo l’accesso ai portoni, il sonno notturno dei residenti, ma addirittura il semplice poter “ascoltare” il televisore o la radio al chiuso della propria abitazione! I singoli residenti, anche uniti in associazioni, negli ultimi 5 anni hanno segnalato più volte, a tutte le istituzioni, le disfunzioni ora fatte proprie dalla Confcommercio; ma chiaramente chi siamo elettoralmente noi residenti del Centro storico per essere ascoltati? Una sparuta minoranza, probabilmente da eliminare, perché in gran parte portatrice di un voto “libero”, è quanto scrive in una nota il Comitato Centro Storico Vivibile.

“Tra le tante proposte condivisibili della Confcommercio primeggia la richiesta di regolamentare le serate musicali nei “dehors” (spazi all’aperto con tavolini di bar e ristoranti) al fine di ridurre le emissioni acustiche. E qui, nonostante la condivisione dell’obbiettivo (che è stato uno degli argomenti della nostra lotta e di numerose iniziative), la nostra rabbia cresce leggendone la motivazione. Appare infatti evidente che la regolamentazione all’esterno delle attività che causano disturbo alla quiete pubblica viene sostanzialmente richiesta non a garanzia dei residenti, bensì per non disturbare i fruitori delle piazze e quindi gli avventori di altri locali che non gradiscono la musica, oltre che per non infastidire gli ospiti delle strutture ricettive!Sostanzialmente l’importante è non disturbare la quiete di chi legittimamente occupa la piazza a scopo ricreativo, chi consuma in locali che non gradiscono la musica “del vicino” e gli ospiti delle strutture ricettive che hanno pagato per un sano riposo notturno. E noi residenti? Abbiamo forse pagato qualcuno per pretendere di poter dormire serenamente? O forse in una tiepida serata autunnale, pretenderemmo non dico addirittura di poterci affacciare alle nostre finestre senza essere schiacciati dal volume intollerante di note un po’ stonate, ma almeno di poter ascoltare la TV all’interno delle nostre stanze? Pensandoci un po’: non rabbia, ma tristezza infinita in una città che vuole morire“, conclude la nota.

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