Incidente sul lavoro, muore 18enne calabrese travolto da una lastra. Il padre: “nessuno lo ha tutelato”

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Il padre ancora sotto shock ha rilasciato poche dichiarazioni: “la nostra famiglia non vuole accusare nessuno, ma vogliamo che siano fatte verità e giustizia”. La Procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per verificare eventuali responsabilità e se siano effettivamente stati rispettati i protocolli di sicurezza

Un incidente mortale avvenuto nei giorni scorsi a BC Service di Noventa di Piave (in provincia di Venezia) ha procurato la morte di Giuliano De Seta, 18enne calabrese originario precisamente di Paola. Il ragazzo aveva compiuto 18 anni da poco tempo, in quella azienda aveva già lavorato nei mesi estivi, era tornato in queste settimane per il programma di alternanza scuola-lavoro. La Procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per verificare eventuali responsabilità e se siano effettivamente stati rispettati i protocolli di sicurezza: secondo la ricostruzione, infatti, Giuliano si trovava da solo nel pressi di un macchinario quando una lastra di ferro si è staccata da un cavalletto e l’ha colpito agli arti inferiori. La dirigente scolastica dell’istituto in cui il ragazzo frequentava il quinto anno, l’Itis da Vinci di Portogruaro, ha deciso di sospendere momentaneamente tutti gli stage.

Un dramma che come detto vede molto da vicino la Calabria: nella città di Paola sono spuntati anche i manifesti mortuari, il Comune ha deciso di sollevare la bandiera a mezz’asta, mentre su Facebook continuano a susseguirsi da ore i messaggi di cordoglio indirizzati alla famiglia. “Ho visto mio figlio solo, su un tavolo di obitorio – ha spiegato il padre, ancora sotto shock per il dolore – tramite una delega che mi sono fatto dare dal mio avvocato. Non l’ho potuto nemmeno abbracciare, gli ho visto solo la testa”“Era felice – ha continuato – mi raccontava quello che faceva sul posto di lavoro. Il mio mestiere è simile, quindi gli davo dei consigli. Gli dicevo sempre di stare attento, di stare distante da certi lavori, di stare insieme ad altre persone con esperienza. Il mio unico rammarico? Io l’ho consegnato agli adulti ma non è stato tutelato. La nostra famiglia non vuole accusare nessuno, ma vogliamo che siano fatte verità e giustizia”.

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