Caro energia, in Calabria l’emblematico caso Callipo: “costretto a ricorre alla cassa integrazione”

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A causa del netto aumento delle bollette di luce e gas, che si ripercuote anche sul costo dei materiali utilizzati per il confezionamento, la nota azienda azienda calabrese è stata costretta a 36 contratti in scadenza (i primi 20 a luglio, successivamente altri 16), e mettere in cassa integrazione una volta a settimana altri 231 dipendenti con contratto a tempo indeterminato

“Ho sempre considerato l’azienda come una grande famiglia, piangevo di gioia quando premiavo i dipendenti, dando loro opportunità per altre cose. Ora sono costretto a penalizzarli. Sono andato a parlare con loro in mensa e ho spiegato che, per la salvaguardia del loro lavoro e per la vita dell’azienda stessa, sono costretto ad assumere delle decisioni”. E’ quanto ha affermato l’imprenditore Pippo Callipo ai microfoni di Agi. La sua azienda, prima in Calabria e tra le prime in Italia ad inscatolare il pregiato Tonno del Mediterraneo, fa della Qualità Innanzitutto, sin dalla fondazione, il proprio pregio e questo le ha permesso di varcare i confini nazionali ed esportare i propri prodotti in molte altre Nazioni.

“Nel luglio 2021 – spiega Callipo – pagavamo una bolletta elettrica di 21.700 euro, nel luglio 2022 abbiamo ricevuto una bolletta di 167.000 euro. Per il gas, nel 2021 avevamo pagato 51.000 euro, mentre quest’anno sono diventati 181.000. Se sommiamo questi dati, nel luglio del 2021 abbiamo avuto un costo energetico di 77.800 euro nel luglio 2021. Quest’anno siamo siamo arrivati a 348.400 euro. Alla fine di settembre arriveremo a pagare 400.000 euro. Una situazione che non riusciamo a sopportare. Allora preferiamo intervenire adesso per evitare problemi più gravi dopo”. A causa del caro bollette, la Callipo si è vista costretta a “risparmiare” sui dipendenti: nel corso di questa stagione estiva l’azienda non ha quindi potuto rinnovare i 36 contratti in scadenza (i primi 20 a luglio, successivamente altri 16), mentre altri 231 dipendenti a tempo indeterminato, ogni mercoledì, rimangono a casa in cassa integrazione.

Pippo Callipo, che il trampolino di lancio nel mondo della politica l’ha tentato alle Regionali del 2020, quando da candidato presidente del Centrosinistra conquistò un seggio in Consiglio (per poi rinunciarvi e tornare a tempo pieno alla sua attività imprenditoriale), è molto attento rispetto all’atteggiamento delle istituzioni: “mi dispiace che un’azienda come la nostra non abbia ricevuto una telefonata di solidarietà da parte del mondo politico, forse troppo impegnato in vista delle elezioni. In Calabria c’è un problema sociale a cui bisogna stare attenti”. L’imprenditore è comunque tranquillo perché legato da buoni rapporti con sindacati e lavoratori: “ho spiegato alla Rsu e ai dipendenti è che è meglio lavorare meno ma lavorare tutti, perché è difficile far rientrare 15-20 persone licenziate. La soluzione è stata apprezzata dai dipendenti e dai sindacati consapevoli che non farei nulla contro di loro. Hanno piena fiducia in me e questo mi responsabilizza molto”.

“Non c’è nessun interesse per quanto sta avvenendo. A Roma – osserva Callipo – si stanno studiano delle misure ma, come si dice da queste parti, mentre il medico studia il malato muore. Bisognerebbe calmierare almeno almeno il prezzo dell’energia, non potendo il Governo calmierare quelli del vetro, del tonno o della banda stagnata, che si comprano a prezzi di mercato. Ma ciò che più ci amareggia è che la Calabria, per quanto riguarda la produzione energetica, è autosufficiente grazie ai bacini idroelettrici e ai parchi eolici, ma l’energia viene esportata. In cambio la Calabria non ricava nessuna attenzione particolare. E’ dura anche per i Comuni che devono ridurre l’illuminazione pubblica”.

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