Reggio Calabria, altro intervento della Prefettura: la Marcianò mette la maggioranza spalla al muro

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Altra tegola per il Comune di Reggio Calabria, come evidenziato da Angela Marcianò: la Prefettura torna a sollecitare, questa volta per PEF – Piano economico e finanziario- legato alla TARI

Prefettura ancora con il fiato sul collo del Comune di Reggio Calabria. Dopo la diffida in merito al mancato rendiconto, con la minaccia commissariamento, l’organo torna a sollecitare. Questa volta si tratta del PEF – Piano economico e finanziario – legato alla TARI, che nel dl Milleproroghe, convertito in legge 15/2022 del 25 febbraio 2022, aveva una scadenza al 30 aprile. Tale termine è stato posticipato solo grazie al successivo DL “aiuti”, n. 50/2022, del 17 maggio, (specie per far fronte al nuovo metodo tariffario introdotto da ARERA) e ora il termine è del 31 maggio, come sottolineato dal leader di Impegno e Identità Angelo Marcianò. Il Consigliere di minoranza pone l’attenzione sul tema: “senza questo adempimento – spiega – non si può approvare il bilancio previsionale perché il PEF è un documento fondamentale e propedeutico allo stesso. Si tratta di uno strumento attraverso il quale vengono determinate le tariffe che dovrebbero essere frutto di politiche coerenti e consapevoli”.

“Quindi – prosegue – dopo l’ennesima proroga sfumata, l’amministrazione comunale si fa trovare impreparata, come è sua abitudine. Si passa dunque dalla padella alla brace su ogni fronte. Altro sollecito, altra bacchettata, altra corsa contro il tempo e soprattutto contro il “vero”, che emerge inesorabile dalla lettura delle carte. La Prefettura ormai sembra impegnata a sollecitare adempimenti, spesso tardivi al Palazzo Comunale”, chiosa la Marcianò, che chiama in causa appunto anche la questione rendiconto. “Dunque dopo una riunione di capigruppo (che doveva riguardare la già drammatica situazione del rendiconto) ci informano – si legge – che lunedì 30 maggio serve un’ulteriore commissione bilancio d’urgenza e poi martedì, con un altro triplo salto mortale, tutti pronti ad approvare l’ennesimo documento piovuto dal cielo e di cui nessun consigliere comunale (neanche di maggioranza) ha mai sentito parlare. L’elaborazione di un PEF non è un fatto automatico, che si può ottenere attraverso la pressione di un tasto, bensì un processo condiviso che deve coinvolgere la struttura tributaria e l’Amministrazione affinché venga attuata esattamente la politica tariffaria espressione di un approfondito ragionamento iniziale”.

E poi conclude. “Una cosa è certa: Impegno e Identità non si presterà mai e poi mai a questi “magheggi” dell’ultima ora perché legittimerebbe una deriva spaventosa e devastante per la Cittadinanza. Durante tutte le commissioni per il bilancio, pretese legittimamente dalle opposizioni, ho fatto diverse domande e pensavo di aver sentito di tutto ed invece ignoravo che ci fosse anche di più… e di peggio. E sinceramente soffro molto per questo. Pertanto invito tutti i colleghi, da persone perbene quali sono, a fare un serissimo esame di coscienza”.

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