Giro d’Italia 2022, la 6ª tappa Palmi-Scalea: percorso, punti di interesse e tradizione

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Il Giro d’Italia sbarca in Calabria per la 6ª tappa da Palmi a Scalea (Riviera dei Cedri): scopriamo il percorso, i punti di interesse e le tradizioni

Lasciata la Sicilia con la tappa Catania-Messina di ieri, il Giro d’Italia sbarca in Calabria per la 6ª frazione, da Palmi a Scalea (Riviera dei Cedri). Una frazione piuttosto soft che si snoda per la strada a scorrimento veloce ss. 18. Unica salita, lunga ma leggera, quella che da Mileto porta fino all’aeroporto di Vibo Valentia. Gli ultimi chilometri verranno percorsi nell’abitato di Scalea: rotatoria a 3 km dall’arrivo, rettilineo su asfalto fino al traguardo finale.

PALMI

La cittadina di Palmi, sede della partenza odierna, è situata su una collinetta della costa tirrenica meridionale della Calabria. Venne fondata nel XIV secolo su un precedente insediamento dei Taurianesi risalente al X secolo. Partendo dalle bianche spiagge della Tonnara, percorrendo 11 km di costa, si arriva alle splendide calette della Marinella e di Rovaglioso. Famoso lo Scoglio dell’Ulivo che, grazie alla sua conformazione unica, è diventato icona della cittadina. Tutte queste bellezze costiere costituiscono parte integrante dello straordinario comprensorio della “Costa Viola”, caratterizzato da acque cristalline e fondali mozzafiato meta degli amanti delle immersioni. Inoltre, per gli amanti della natura, il percorso naturalistico del Tracciolino è un must da non perdere.

Suggestiva la visita alla Cripta di San Fantino, posta sotto i resti di una chiesetta ottocentesca, con una fonte d’acqua sorgiva. Al suo interno riaffiora la storia del più antico dei santi calabresi, San Fantino il Cavallaro. Merita di essere visitato anche il Parco Archeologico dei Tauriani che, oltre a testimonianze dell’era preistorica, presenta tracce del popolo italico dei “Tauriani”, il cui insediamente (Taurianum) risale al IV secolo a.C., al quale si sovrappone la Citta romana di “Tauriana” che risale al I secolo a. C.

Per quanto riguarda la gastronomia, è il pesce a farla da padrone. Il pescespada è una vera e propria eccellenza dei mari dello Stretto e viene accompagnato a specialità quali pasta con scuzzetta e curitta (pasta al sugo con pesce spada tagliato a tocchi, olive e capperi); involtini arrostiti; cucinato in umido con pomodorini, capperi e olive; o semplicemente arrostito e condito con olio, origano e limone. Il tutto accompagnato da un vino Rosso Costa Viola IGP. Ovviamente, non mancano i piatti forti della tradizione calabrese: dalle innumerevoli scelte di salumi e formaggi locali, passando per la struncatura, lo stinco di maialino nero di Calabria, la tortiera di alici e chi più ne ha più ne metta!

Scalea

Scalea è una delle città più antiche della Calabria, discendente della città greco-lucana Laos e della romana Lavinium. Cittadina a forte vocazione turistica, Salea presenta splendide spiagge dalle quali si risale verso il borgo medievale, caratterizzata da vicoli stretti, gradinate in pietra, palazzi storici e i ruderi del Castello normanno. Suggestiva la scogliera dell’Ajnella, susseguirsi di maestose pareti rocciose, spigolosi scogli color antracite, solitarie spiaggette e grotte marine naturali. Tra gli scogli ci sono quelli che i vecchi pescatori chiamavano Carusiello, che ricorda il piccolo salvadanaio in terracotta dei loro bambini, e Lastrachiello, dalla forma spianata che somigliava tanto al lastrico del loro ingresso di casa. Vicino alla riva affiora lo scoglio della Giumenta, la cui forma ricorda la schiena di un cavallo. Particolare la Grotta du Trasi e jesci (Entra ed esci), un tunnel naturale che sbuca su una spiaggetta a forma di ditale, detta appunto ‘A Jiditala, così come la Grotta della Pecora che deve il suo nome alla grande stalattite a forma di testa di pecora che sovrasta l’ingresso.

Scalea si trova al centro della Riviera dei Cedri, un lembo di terra che si estende per circa 30 km lungo il mar Tirreno fino alle montagne del Parco Nazionale del Pollino. Il territorio comprende località marine come Praia a Mare, San Nicola Arcella, Scalea, Santa Maria del Cedro, Diamante e Tortora, ma anche caratteristici paesini collinari e montani tra cui Orsomarso, Santa Domenica Talao, Verbicaro, Buonvicino, Aieta e Papasidero. Il nome deriva dalla coltivazione del cedro: da questa zona deriva la quasi totalità dell’intera produzione italiana. Nei mesi estivi i rabbini affluiscono nella Riviera per selezionare i frutti da utilizzare per le celebrazioni del sukkot, uno degli eventi religiosi più importanti della tradizione ebraica.

Fra i principali punti di interesse troviamo la Torre Talao che, secondo Omero, ospitò il passaggio di Eenea e Ulisse. Il Palazzo dei Principi, una torre di difesa a una delle porte di accesso al borgo. La Torre di Giuda, il cui nome è legato a una leggenda che narra di un inganno ai danni del guardiano che, ammaliato da una giovane e bella donna, non segnalò l’imminente invasione dei saraceni che saccheggiarono Scalea. L’Antiquarium ospitato nella Torre Cimalonga, il cui museo è ricco di reperti archeologici. Le chiese di Santa Maria d’Episcopio, di San Nicola in Plateis e il Santuario della Madonna del Lauro.

La tradizione gastronomica è essenzialmente basata sulla rivisitazione in chiave moderna di piatti poveri, tramandati di generazione in generazione. Il pesce azzurro la fa da padrone: dalle alici marinate a quelle ripiene, fino alla rosamarina. Una specialità della tradizione di Scalea sono gli spaghetti alla scaleota, conditi con alici, salsa di pomodore, pane raffermo croccante passato nel peperone rosso e condito con peperoncino piccante. Ottima anche la pasta al ragù con carne di maiale, vitello o braciola, o il ragù di carne di capra, dal sapore decisamente più forte. Fra i secondi spicca il baccalà fritto con peperoni “abbrusculati”, ovvero seccati al sole estivo e poi fritti per pochi secondo nell’olio bollente. Immancabile la selezione di salumi e formaggi calabresi, da gustare insieme a un bicchiere di Verbicaro o di Buonvicino, mentre rappresenta una vera e propria chicca il tartufo di Santa Domenica Talao.

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