Reggio Calabria si avvicina all’Aspromonte: il terzo lotto Gallico-Gambarie verso il completamento

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Il secondo cantiere più grande della Calabria si dirige al suo completamento: è stato realizzato circa il 70% del lavoro complessivo ed il termine, salvo imprevisti, dovrebbe avvenire nella seconda metà del 2023

Reggio Calabria sia avvicina sempre più all’Aspromonte. Procedono, infatti, i lavori per la realizzazione del terzo lotto della Gallico-Gambarie, l’infrastruttura di penetrazione dalla dorsale A2 del Mediterraneo (svincolo di Gallico) verso l’Aspromonte, precisamente verso appunto la località turistica Gambarie. Si tratta del tratto più arduo dal punto di vista progettuale e costruttivo perché, mentre i primi due lotti coprono il tracciato iniziale con una modesta pendenza, nel caso specifico la lunghezza complessiva di 5,660 km permette di superare un ulteriore dislivello di 320 m, arrampicandosi con un’accettabile ma non trascurabile pendenza media del 5,65%. Il traguardo finale dovrebbe essere raggiunto nella seconda metà del 2023, è costato grandi sacrifici così come richiedeva un’opera di altissima ingegneria costruita nel greto di un torrente “cattivo” come il Gallico. Ad oggi i lavori sono ormai stati completati per il 70%, dunque la grande infrastruttura va verso l’attesa ultimazione.

Di certo l’opera non si presenta di semplice realizzazione, in quanto in particolare il suo asse principale giace interamente lungo il tortuoso alveo della fiumara Gallico, che periodicamente è soggetta ad eventi alluvionali di portata considerevole. Ciò non fa altro che introdurre inevitabili rallentamenti e a volte situazioni imprevedibili e ingestibili che provocano danni e impraticabilità dell’intero tratto, come ad esempio nell’anno 2018, quando un eccezionale evento piovoso causò la disarticolazione degli impalcati a terra già pronti per il varo e l’inaccessibilità dei luoghi per circa 15 giorni. Dal momento in cui verrà ultimato il varo dell’impalcato della rotatoria Mulini di Calanna (gli esperti di Strade & Autostrade ipotizzano entro la fine dell’estate) anche il percorso dei mezzi di cantiere potrà spostarsi interamente sul nuovo tracciato, e ciò determinerà la fine delle difficoltà tecniche che ad oggi hanno causato una buona parte dei rallentamenti nella costruzione.

tracciato terzo lotto gallico gambarie

Le caratteristiche e la composizione del terzo lotto della Gallico-Gambarie

L’opera stradale concepita dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, e pienamente sostenuta dalla Regione Calabria e dalla Comunità Europea, ha inteso ricercare una soluzione alle problematiche del successivo tratto intermedio che, per le sue caratteristiche diffuse (tortuosità continue, dissesto idrogeologico e pericolo frane), costituisce una rilevante criticità e una vera barriera logistica al maggiore sviluppo dell’intera area aspromontana. Un’area dall’alto potenziale turistico, grazie alle ricchezze paesaggistiche e storiche. L’idea progettuale prescelta fra gli scenari alternativi analizzati ha permesso di dimezzare la parte più difficoltosa del tracciato posta fra Mulini di Calanna e il bivio per Podargoni, sostituendolo con un confortevole tratto interamente in variante di concezione moderna, sicuro e percorribile in 7-8 minuti rispetto ai 40-45 precedenti.

Il progetto del terzo lotto della Gallico-Gambarie si divide in tre tratti. L’asse principale, costituito da una sezione stradale tipo C1, che prolunga i primi due lotti partendo dalla rotatoria Mulini di Calanna sulla S.S. 184, si estende poi verso Gambarie con uno sviluppo interamente lungo l’alveo della fiumara Gallico. Al termine di questo primo tratto lungo 4.113 m si trova una piccola rotatoria, denominata Schindilifà (come la frazione di Reggio Calabria ad essa collegata), a partire dalla quale si diparte un tratto a forte pendenza di categoria F1, che funge da transizione fra la zona bassa a velocità sostenuta e quella alta a velocità più ridotta. Questo tratto lungo 946 m, termina nella rotatoria Ciarro che si trova sull’intersezione con la S.S. 184, posta al confine fra i comuni di Sant’Alessio e Santo Stefano in Aspromonte, comune all’interno del quale si trova Gambarie, meta dell’intero tracciato.

Quindi con il tratto di infrastruttura da Mulini di Calanna a Ciarro, complessivamente 5.059 m di percorso molto agevole, si sostituisce un percorso tortuoso di S.S. 184 esteso per 10.400 m. Si tratta di un notevole risparmio di tempo, oltre che di confort e sicurezza. Dalla rotatoria Ciarro alla successiva denominata Podargoni, termine dell’intervento che dista appena 2,6 km da Santo Stefano e 10,2 km dalla sua frazione Gambarie, vi è poi un ulteriore tratto di sezione tipo F1 relativamente pianeggiante, che sostituisce un tratto di 1 km con 601 m di tracciato andando ad eliminare una serie di complicati tornanti.

Le opere d’arte della Gallico-Gambarie: ecco perché è una strada moderna e antisismica

Le principali opere d’arte dell’intervento sono tutte viadotti (il 44% del tracciato si snoda su di essi) e alcune importanti paratie (pareti di sbarramento di acque correnti). Nel tratto C1 i viadotti sono sei: in successione da mare verso monte troviamo il Vallone II (71 m), la rotatoria Mulini di Calanna (che è in buona parte realizzata su viadotto, circa 173 m compresi gli sfiocchi), il Santa Maria (70 m), il San Giorgio (460 m), il San Francesco-D’Angelo (340 m) e il Sant’Alessio (1.096 m). Nel primo tratto F1 in salita verso la SS. 184 vi è poi il Santo Stefano (90 m) e infine nell’ultimo tratto che sostituisce i tornanti fino a Podargoni, vi sono il Soraconi (90 m) e il Laranghi (90 m).

L’infrastruttura comprende inoltre numerose altre opere d’arte, come 11 paratie provvisionali e 14 definitive, 13 muri in calcestruzzo armato di cui uno lungo 190 m con altezze fino a 8,80 m, tre tombini scatolari in calcestruzzo armato (di cui uno lungo 61 m), 20 tombini in acciaio ondulato (a sezione circolare o ovoidale), 16 muri in T.R. o in gabbioni di cui uno lungo circa 400 m con altezze fino a quasi 12 m, e infine 16 opere di consolidamento versanti realizzate con tecniche di ingegneria naturalistica.

L’opera più importante del progetto è il viadotto Sant’Alessio: lungo 1.096 m su 29 campate di lunghezza variabile fra 30 e 40 m, ha una struttura portante mista acciaio Corten e cls per una larghezza complessiva di 13,50 m. Il viadotto permette di superare ben 57,32 m di dislivello e quindi ha una pendenza media del 5,23%. I pulvini sono anch’essi realizzati in Corten, così come le velette fermagetto. Le maggior parte delle pile sono a sezione circolare Φ 250, alcune invece sono a sezione ellittica. Le fondazioni sono costituite da plinti installati su pali o micropali, a seconda della subformazione intercettata. Il viadotto è isolato sismicamente mediante dispositivi a scorrimento a superficie curva (o a pendolo scorrevole) e ciò permette di avere lo stesso comportamento per tutte le strutture di sostegno che partecipano uniformemente alle sollecitazioni sismiche e statiche orizzontali; tutti gli isolatori consentono deformazioni (controllate) sia in direzione longitudinale che trasversale.

I controlli sui materiali impiegati

L’appalto della Gallico-Gambarie, oltre ai controlli ordinari previsti dalla Normativa, è regolato da uno specifico protocollo di legalità denominato “Sciamano” sottoscritto fra la locale Prefettura e la Provincia di Reggio Calabria (ora Città Metropolitana). Questo è fondamentale per assicurare la legalità e la correttezza nella direzione dei lavori e nella gestione della sicurezza. Il protocollo prevede uno stringente sistema di controllo, dalla gestione costante degli accessi in cantiere, ma soprattutto la possibilità di incrementare esponenzialmente i controlli sui materiali e semilavorati impiegati, non solo sotto l’aspetto dei soggetti coinvolti, ma anche in termini di qualità.

Il tutto è determinato da una serie di interminabili verifiche quotidiane, che vengono documentati e resi disponibili ai soggetti preposti (DIA e Prefettura) per l’espletamento di eventuali ulteriori controlli oltre a quelli predisposti dall’Ufficio di Direzione Lavori. Le prove, inoltre, sono sempre affidate a laboratori ufficiali autorizzati dal MIT, uno dei quali costantemente presente in cantiere anche per le prove aggiuntive che la direzione lavori o la commissione di collaudo decidono di effettuare al momento.

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