Gli agricoltori calabresi da tempo denunciano la presenza sui loro territori, oltre ai cinghiali, di numerosi corvidi che stanno rendendo vano il lavoro nei campi. Gli agricoltori, non riuscendo più a contenere il fenomeno, hanno chiesto aiuto alla Regione Calabria. La proliferazione di questi selvatici è diventato una vera piaga per l’economia agricola di molte zone del nostro Paese.
“I Corvidi si nutrono di cibo vegetale e animale. Cornacchie e corvi trovano in parte il loro nutrimento sulle superfici agricole aperte e, in alcune stagioni, i vegetali provenienti dalle colture possono rappresentare una percentuale importante della loro dieta: sono molto apprezzati cereali estivi e mais appena seminati, germogli in crescita, ma anche pannocchie di mais in maturazione, come pure piantine d’insalata e verdura. In autunno, in vigneti e frutteti, i Corvidi e altri passeracei che vivono in stormi e possono provocare localmente perdite finanziarie. La caccia alle principali specie di Corvidi in sovrannumero, unitamente a dissuasori e azioni di prevenzione con diverse misure preventive di tecnica di coltivazione costituiscono le principali azioni di contenimento di questi animali a tutela delle colture (fonte: vogelwarte.ch)”, si legge nella nota. “Pertanto il Circolo “Gli amici della caccia”, cogliendo il grido d’allarme del settore agricolo, sollecita la Regione a voler adottare dei piani di contenimento e azioni di miglioramento ambientale ex legge 157/92 come peraltro fatto da numerose Regioni italiane che vivono la stessa problematica.
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