Ponte sullo Stretto, la dura lettera di Siviero al Ministro Giovannini: “sarebbero bastati sei mesi per rendere cantierabile il progetto definitivo”

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“Le procedure necessarie per indire la gara (?) per l’affidamento dell’incarico dello studio dì fattibilità non ancora resa nota, non potrà che allungare ulteriormente i tempi per riprendere i lavori dì quest’opera che la stessa commissione ministeriale ha dichiarato necessaria”, fa notare il Professore Enzo Siviero

“Egr. On Ministro Enrico Giovannini, faccio seguito alla Sua cortese interlocuzione telefonica del 9 marzo us. La ringrazio per l’attenzione dedicata al mio impegno per il Ponte sullo Stretto di Messina del quale sono attivo sostenitore da ingegnere e da docente, ma soprattutto da cittadino innamorato dell’Italia. Mi premeva richiamare alcuni concetti che, sia pur fugacemente, Lei ha espresso durante il nostro colloquio utile e costruttivo”. Si apre così una lettera inviata dal prof. Enzo Siviero al Ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini, in seguito ad una telefonata avuta tra i due poco meno di un mese fa e in cui si è discusso del Ponte sullo Stretto tra Messina e Reggio Calabria. Il Rettore dell’Università eCampus di Padova utilizza toni molto duri per alcune affermazioni ritenute “non corrispondenti al vero” in merito all’infrastruttura che ormai da decenni siciliani e calabresi aspettano che venga realizzati.

“Non sembra corrispondere al vero – scrive infatti Siviero – che il Ponte chiuda qualche giorno all’anno. Queste affermazioni sono ancora legate alle fasi preliminari della progettazione, ma non all’esito finale del progetto definitivo la cui approvazione in linea tecnica è incontrovertibile. Sarebbe necessaria una puntuale verifica della fonte di questa Sua affermazione che, in modo del tutto improprio, sta circolando da tempo tra i detrattori del ponte a campata unica. Da quanto emerge nei documenti tecnici, l’eventuale chiusura del ponte potrebbe avvenire qualche ora mediamente ogni 50 anni in linea con le specifiche approvate dal suo ministero. Ciò si potrebbe verificare all’attuarsi di situazioni metereologiche del tutto eccezionali (mai verificatesi ad oggi in quell’area) con venti paragonabili ad uragani assai improbabili”.

Ma, continua l’Ingegner Siviero, “va ricordato che già ora in talune situazioni ben meno gravose di quelle previste in progetto, anche i traghetti sarebbero sospesi (recentemente io stesso ne sono rimasto vittima…). Quanto al franco utile alla navigazione, esso è stato concordato a suo tempo proprio con il Suo ministero che ha pure approvato il progetto definitivo. Va ricordato che allo stato attuale tutte le navi possono transitare in piena sicurezza come avviene in corrispondenza dei moltissimi ponti realizzati nel mondo. Tra cui il recentissimo Çanakkale, in Turchia. Certo, se nei prossimi anni saranno costruite navi di maggiori dimensioni, se ne potrà valutare l’ammissibilità del relativo transito lungo lo Stretto, così come sotto tutti i ponti del mondo. Va da se che si potrà e dovrà tener conto di questo, come di ogni altro aspetto, nella previsione di aggiornamento dell’attuale progetto per portarlo alla fase esecutiva. Del resto, dati gli anni trascorsi è comunque utile una rivisitazione complessiva del progetto stesso, che potrebbe essere effettuata in breve tempo. Da ricordare che il passaggio dal definitivo all’esecutivo era stimato in soli 6 mesi all’interno dei quali veniva attuata anche la cantierizzazione”.

Siviero, successivamente, torna a bocciare l’ipotesi del progetto di un ponte a tre campate, idea paventata dagli ultimi studi di fattibilità finanziati dal governo Draghi. “Non mi dilungo ulteriormente se non per ribadire ancora una volta che la soluzione a tre campate non solo parte da zero, ma dopo studi approfonditi è stata già bocciata nel 1985-87 – ricorda Siviero – . Orbene, sulla sua fattibilità (ciò di cui personalmente così come moltissimi altri tecnici di livello internazionale dubitiamo fortemente) se effettivamente realizzabile, lo sarebbe a costi assai elevati, con rischi ambientali elevatissimi e notevoli problemi dì sicurezza per la navigazione. Ma quel che più conta, necessiterebbe di non pochi anni prima di poter procedere alla sua realizzazione. Mentre i costi dell’insularità, stimati in oltre 6 miliardi annui, e le ricadute negative in termini di mancata occupazione e ridotto sviluppo dell’area dello Stretto e dell’intero mezzogiorno, continuano a lievitare. Quindi la variabile tempo è fondamentale e certamente determinante. Da questo punto dì vista, anche le procedure necessarie per indire la gara (?) per l’affidamento dell’incarico dello studio dì fattibilità non ancora resa nota, non potrà che allungare ulteriormente i tempi per riprendere i lavori dì quest’opera che la stessa commissione ministeriale ha dichiarato necessaria. Gli anni passano e siamo ancora in attesa dì una decisione operativa. Mi riprometto di tenerLa aggiornata sulle varie iniziative in coso, ivi compresa la pubblicazione del prossimo numero della mia rivista Galileo dedicato al tema, nel quale, come Le ho già detto, ospiterei volentieri anche un Suo intervento. In conclusione Le confermo che mi rendo sin d’ora disponibile ad ogni confronto tecnico con chiunque ritenga di interpellare me così come i membri dell’ultimo comitato tecnico scientifico della Stretto di Messina presieduto dal prof. Giulio Ballio già rettore del Politecnico di Milano. Distinti Saluti”, conclude la missiva del Prof. Sivero.

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