Il Circolo “Gli amici della caccia” invita “i Circoli, le Associazioni, i Movimenti tutti a livello locale, regionale e nazionale nonché i Presidenti degli Ambiti Territoriali di Caccia Calabresi, le Associazioni Venatorie riconosciute e non riconosciute dalla Legge 157/92 e infine la Assoarmieri a far fronte comune nell’accoglimento delle istanze presentate al momento dal predetto Circolo, dinanzi in particolare alla Regione Calabria, per mezzo della testata Strettoweb, ringraziando quest’ultima per la preziosa collaborazione e cordialità nella pronta pubblicazione delle nostre proposte e argomentazioni a tutela della categoria dei cacciatori Calabresi.
In particolare, a sunto di quanto finora pubblicato il Circolo Gli Amici della Caccia chiede ufficialmente:
Tale piano di contenimento si inserirebbe in un contesto serio e concreto di immissioni di specie stanziali cacciabili a scopo di ripopolamento nonché reinserimento di specie in cattivo stato di conservazione quali la Coturnice (Alectoris Graeca), della quale si chiede inoltre, in seno alla redazione dei piani faunistici provinciali, la predisposizione di un piano di gestione ad hoc nel rispetto del Piano di Gestione Nazionale della Coturnice.
Estremamente calzante risulta quanto espresso dal Presidente del Comitato Sicilia Nostra Domenico Pappalardo a testimonianza di quanto successo in terra siciliana: “Io ho ritirato un tesserino venatorio dietro pagamento di tassa regionale e provinciale, in più una tassa governativa allo Stato per il trasporto dell’arma. […] La sospensiva è stata pubblicata alle 8 di sera, i telefonini non prendono, le notizie non si danno via giornale o via WhatsApp ma si deve pubblicare tutto sulla Gazzetta Ufficiale, va notificata l’ordinanza all’Assessore a Palermo che, a sua volta, deve recepire l’ordinanza ed emettere un Decreto in ottemperanza a ciò che sta dicendo il Tar. Tutto questo non può accadere nell’arco di una notte, molte persone si sono ritrovate senza sapere della sospensiva. […] Noi abbiamo chiesto a chi era in campagna e aveva una linea telefonica se fosse riuscito a comunicare con gli avvocati o con le associazioni venatorie. Il 31 agosto 2021 alle ore 20 quando è uscita la sospensiva la gente era già coricata in campagna ad arrostire la carne, noi eravamo fuori come tanti e tanti siciliani perché questo vuole la tradizione. Molti durante la mattinata appena hanno saputo dell’accaduto sono poi tornati a casa, anche se alle ore 12 l’Assessore non sapeva ancora nulla dell’ordinanza. Allo stesso è arrivata nel pomeriggio e subito ha emesso il nuovo calendario. Nell’arco di 24 ore è successo tutto questo, nonostante il calendario fosse già con molte restrizioni e avesse recepito pienamente la direttiva del Ministero su come impostare i calendari. Una lotta infinita tra noi e loro, forse entrambi amiamo l’ambiente ma lo amiamo in maniera differente (fonte: NewSicilia.it)”.
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