Il Comitato pro ferrovia Valle Alcantara replica alla nota dell’Associazione ferrovia Valle Alcantara

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Il comunicato di replica del Comitato pro ferrovia Valle Alcantara

In risposta al comunicato stampa pubblicato il 23 marzo 2022, a firma dell’Associazione ferrovia Valle Alcantara (FVA), di seguito la risposta del Comitato pro ferrovia Valle Alcantara:

“Innanzitutto precisiamo che l’operato del Comitato pro ferrovia Valle Alcantara, ed in precedenza dell’Associazione Ferrovie Siciliane e Sicilia in Progress, era ed è finalizzato esclusivamente a  promuovere lo sviluppo del, attraverso il ripristino della ferrovia Alcantara – Randazzo al servizio commerciale, come asse di mobilità sostenibile per la Valle Alcantara. Il Comitato opera in maniera del tutto indipendente, non avendo alcun legame di dipendenza, o convenzione, con enti, fondazioni, società di qualsiasi tipo. Risponde soltanto ai cittadini della Valle Alcantara, creando sinergie con i loro rappresentanti istituzionali per conseguire un unico risultato: la riapertura della ferrovia Alcantara – Randazzo. Sinergie che, negli anni, si sono rafforzate grazie al riconoscimento, ribadito in molteplici occasioni, dell’ottimo lavoro svolto dal Comitato con il raggiungimento di obiettivi fino a qualche tempo fa insperati.

Ribadiamo, ad ogni modo, così come abbiamo espressamente manifestato in tutti i nostri interventi pubblici, di essere pronti ad intraprendere un dialogo produttivo con chiunque abbia le stesse finalità; anche con FVA, qualora ritenesse di aderire alle finalità sopra accennate nonché allo spirito del tutto libero e disinteressato che muove il Comitato.
Sperando di non abbassare troppo il livello della presente, utilizzando termini e toni ben diversi da quelli presenti nel comunicato stampa pubblicato lo scorso 23/03/2022 a firma del presidente di FVA, Marco Crimi, passiamo al merito delle affermazioni in essa contenute.
Si legge che i sottoscritti “NON hanno in alcun modo rapporti di collaborazione con la nostra Associazione convenzionata, nè ci sono mai stati “tentativi di aprire una qualsiasi interlocuzione“. E’ vero, nessuna collaborazione, ma i “tentativi” ci sono stati, eccome. Ne è una prova l’invito fatto pervenire ad FVA per la partecipazione alla conferenza del 10/03/2017 “La ferrovia Alcantara – Randazzo: il suo ruolo comprensorio, il suo ruolo turistico, il suo ruolo commerciale” organizzata a Giardini Naxos dall’Associazione Ferrovie Siciliane. Così come dobbiamo rammentare il cordiale incontro, in quel di Randazzo, richiesto proprio dagli scriventi, tra il presidente di FVA, Marco Crimi, e l’ing. Roberto Di Maria, il quale metteva a disposizione di FVA il proprio contributo personale in termini di professionalità. Disponibilità, invero, mai sfruttata da FVA, che ha ritenuto di non usufruirne; ce ne siamo fatti una ragione, e ce ne faremo un’altra sull’incomprensibile negazione di queste circostanze, proprio da parte del presidente, Marco Crimi.
Sul ripristino dell’Alcantara – Randazzo come “ferrovia turistica” dovremmo citare decine e decine di interventi pubblici, quasi sempre su articoli del quotidiano “La Sicilia” nei quali non soltanto viene sostenuto il ripristino per il solo utilizzo “turistico“, vale a dire con soli treni storici, ma viene fermamente negata la possibilità di un possibile esercizio commerciale. Posizione peraltro confermata proprio nella nota citata, dato che i rappresentanti di FVA dichiarano, con sicumera degna di miglior causa, che il traffico commerciale è “allo stato attuale impossibile da sostenere anche economicamente“. Ci chiediamo quali siano gli elementi su cui si basano tali granitiche quanto infondate convinzioni del presidente di FVA. E quando dovrebbero maturare queste condizioni… Hanno forse realizzato uno studio in tal senso?
Non sembrerebbe, visto che di seguito gli stessi dichiarano che è “Doveroso rammentare che un qualsiasi studio di fattibilità, qualsiasi stima dei costi, qualsivoglia progetto inerente il riutilizzo della ferrovia è di esclusiva competenza dell’ente gestore, ossia Rete Ferroviaria Italiana, ogni altro studio /documento/ stima prodotti, non avendo alcun crisma di ufficialità non sono da considerarsi affatto! …. qualsiasi tesi proveniente da fonti non ufficiali è da bollarsi come FAKE NEWS!.
Affermazioni che dimostrano la limitata padronanza, da parte degli estensori della nota, di quella cultura scientifica che, da Galileo in poi, consente di approfondire i più disparati argomenti tecnico-scientifici nella più completa libertà, quindi senza dover chiedere il permesso a nessuno. Anzi, se costoro aprissero una qualsiasi pubblicazione scientifica, si accorgerebbero della grande quantità di contributi che, anche in campo ferroviario, difficilmente rispondono all’esclusiva competenza di chicchessia. 
E non si sarebbero lasciati andare ad un’affermazione tanto categorica quanto offensiva non soltanto dell’intelligenza di chi legge, ma  soprattutto della professionalità dei tanti studiosi che in tutte le università ed enti di ricerca contribuiscono allo sviluppo dell’ingegneria ferroviaria, con il plauso di  RFI. Un Ente dalla incontestabile serietà, che mai si sognerebbe di rivendicare a sé la redazione di studi e progetti, accettando sempre di buon grado i contributi esterni.
Nello specifico, cogliendosi il riferimento allo studio di fattibilità sulla ferrovia Alcantara – Randazzo redatto per conto dell’Associazione Ferrovie Siciliane da un Dottore di Ricerca in Ingegneria dei Trasporti, socio del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, va rammentato che lo stesso è stato presentato nell’ambito di una conferenza pubblica che vedeva, tra i partecipanti, proprio un alto rappresentante di RFI nella persona del Direttore Territoriale Produzione (DTP) della Sicilia pro tempore.
Ma soprattutto, non ci sembra di leggere nessuna contestazione, nel merito, da parte di FVA, allo studio di cui sopra. Né, di contestazioni, ne sono mai pervenute da altre parti, potendosi registrare, invece, l’apprezzamento dei rappresentanti del territorio, dell’ente Parco Fluviale dell’Alcantara, a cui lo Studio è stato consegnato in data 12/10/2018  così come all’assessore alla Mobilità e Infrastrutture della Regione Siciliana, Marco Falcone, affidato in data 19/02/2020. Altro che “fake news”!
Per quanto concerne la «mancata conoscenza del progetto di ripristino turistico della tratta ferrata in questione» è vero: sconosciamo non soltanto il progetto, ma persino la sua esistenza. Forse l’Associazione Ferrovia Valle Alcantara ha informazioni diverse? Le rendano pubbliche, ne saremmo felici!
Infatti, la redazione del progetto è stata richiesta a più riprese proprio dagli scriventi, che hanno fatto pervenire una propria osservazione ufficiale in conferenza dei Servizi per l’approvazione del progetto di raddoppio ferroviario della linea Messina – Catania, in data 30/12/2018, finalizzata proprio al ripristino della ferrovia della Valle, minacciata dal nuovo tracciato ferroviario. A seguito della quale il Ministero dell’Ambiente ha rilasciato la prescrizione n° 6 del parere 3166 in data 08/11/2019  che dispone proprio la redazione del progetto. Fatti reali, non chiacchiere da bar, o da social, ottenuti per iniziativa condotta dagli scriventi in perfetta solitudine, non avendo riscontrato, in questa occasione come in tutte le altre, alcun supporto da  parte di FVA.
Informiamo i rappresentanti di FVA, inoltre, che ben tredici sindaci della Valle Alcantara, a seguito delle iniziative degli scriventi, hanno inviato in data 15/02/2022 una nota al presidente della Regione, riportando nel documento l’attività dall’Associazione Ferrovie Siciliane, e quindi del nostro Comitato, perché si faccia garante della redazione effettiva del progetto. Sapere che il progetto esiste, e poterne conoscere il contenuto, tranquillizzerebbe soprattutto loro, oltre che noi.
A proposito di “fake news” correggiamo la FVA anche su un altro aspetto, dal quale evidentemente possono nascere parecchi equivoci; leggiamo infatti “dei 435 milioni totali disponibili in un capitolato specifico del PNRR dedicato alle ferrovie storiche mediante il Ministero della Cultura, ad oggi unico importo ufficiale conosciuto e destinato anche all’Alcantara – Randazzo, alla Noto – Pachino ed alla Agrigento – Porto Empedocle“.
Tutto vero, su base nazionale. La ripartizione dei fondi per regioni, che forse FVA sconosce, pur essendo già resa pubblica in un’intervista dell’on. Maria Iacono (PD) rilasciata al sito “comunicalo.it” il 31/01/2022, presente nella relazione del Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibile sullo stato di attuazione delle misure del PNRR, Dicembre 2021, assegna alla Sicilia 60,5 milioni. Poichè poiché è stata resa nota la somma destinata alla Noto-Pachino, pari a 40 milioni, se la matematica non è un’opinione, a tutte le altre linee siciliane rimangono destinati soltanto 20,5 milioni.
Una cifra che per solo gli incompetenti in materia ferroviaria potrebbe essere sufficiente a riavviare una ferrovia lunga 37 km chiusa da 28 anni, per qualsiasi tipo di esercizio; persone estremamente digiune di competenza ferroviaria che, magari, non avrebbero nessuna difficoltà a sostenere che ripristinare una linea a finalità turistiche costi meno che ripristinarla all’esercizio commerciale, essendo identici i carichi trasferiti all’infrastruttura dai treni ed identiche, grazie al cielo, le misure di sicurezza sancite dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali (ANSFIMA). Un altro Ente serio che, forse, per alcuni sostenitori delle “ferrovie turistiche” non esiste.
Per quanto riguarda, inoltre, gli attacchi personali che avremmo condotto su “su vari forum e social network” vogliamo essere molto chiari: non soltanto respingiamo con sdegno tale accusa, ma diffidiamo l’Associazione Ferrovia Valle Alcantara dal diffondere notizie false in tal senso. Viceversa, saremo costretti a tutelarci nelle sedi più opportune.
A tal proposito, anzi, gradiremmo che FVA, tanto attiva sui social, prenda le distanze da messaggi e commenti offensivi nei confronti di chi scrive, diffusi da profili anonimi (o con nomi inventati); messaggi in cui, stranamente, compaiono lodi sperticate verso FVA, Fondazione FS Italiane e l’AFS Messina”.
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