Reggina, De Lillo a StrettoWeb: “l’ideale per noi sarebbe riprendere a febbraio. Porte chiuse? Assurdo, è segnale negativo”

StrettoWeb

L’intervista di StrettoWeb al General Manager della Reggina Fabio De Lillo in merito alla situazione Covid in casa amaranto e alle ultime indiscrezioni del Governo sulle misure da attuare per gli stadi e la disputa delle partite

La quiete dopo la tempesta. Dopo il focolaio tra vecchio e nuovo anno, con oltre 20 positivi al Covid all’interno del gruppo squadra, la situazione in casa Reggina sembrerebbe migliorare col passare dei giorni. Sono ben 9, in circa 48 ore, i componenti guariti e tornati al Sant’Agata per riprendere gli allenamenti. La gara col Brescia di giorno 15, tuttavia, incombe, e la preparazione alla partita rimane ridotta. Il club dello Stretto finora ha atteso sviluppi, ma adesso cosa farà? Lo abbiamo chiesto in esclusiva al General Manager Fabio De Lillo, che ha spiegato la situazione: “ci stiamo negativizzando – ha affermato a StrettoWeb – ne sono rimasti 8 positivi. Il dottor Favasuli mi fa il resoconto ogni giorno. Il problema ora è un altro: salvaguardare quelli che tornano, che sono stati fermi 20 giorni e che hanno poco tempo per prepararsi. Da un punto di vista atletico, ovviamente, col rischio di infortuni o ricadute, perché sotto l’aspetto della salute per fortuna stanno tutti bene nonostante la positività”.

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E la partita col Brescia?

“L’ideale per noi sarebbe riprendere dopo la sosta nazionali (il 30 gennaio, ndr) e nella seconda parte di gennaio far vaccinare tutti quelli che non hanno fatto la terza dose. Sto sentendo i dirigenti delle altre squadre e l’idea comune è questa. Se per fine gennaio vacciniamo tutte le rose, possiamo proseguire tranquillamente allungando anche a fine maggio. In B non abbiamo le Coppe e non c’è quindi intasamento dei turni infrasettimanali. C’è da superare gennaio, secondo me il mese più duro”.

Ha sentito i dirigenti del Brescia? Cosa ne pensano?

“Non ho sentito nessuno della società lombarda ma, prima delle festività, eravamo sulla stessa linea: giocare. Noi stavamo bene e loro pure. Ora, anche se l’ideale per noi è posticipare di qualche settimana, rimaniamo coerenti a quel pensiero. Se tutta la Lega B decide di non riprendere a fine gennaio, con campagna vaccinale, io resto della stessa idea di prima. Non chiederò mai di spostare il campionato perché io non posso giocare. E’ chiaro però che noi abbiamo avuto 21 positivi, di cui 3 portieri. Se l’Assemblea di Lega decide di slittare fino a fine gennaio, ok, altrimenti non si giochino solo quelle che non si possono giocare. E vorrei fare una precisazione”.

Prego.

“I nostri ragazzi sono molto seri, non sono andati al Carnevale di Rio o ai veglioni di Natale, ma sono tornati nelle proprie abitazioni nella settimana di vacanza”. 

Quando è prevista l’Assemblea di Lega sul tema?

“Io la sto promuovendo in maniera informale, ma spero venga prevista entro i primi giorni della prossima settimana”.

E della confusione in Serie A, con relativo nuovo protocollo pensato e approvato in fretta e furia, cosa ne pensa?

“La Serie A muove più di un miliardo di euro, noi 50 milioni o poco più. Lì non ci sono regole di tipo ‘umano’, ma di tipo economico. Non ci sono i tempi per altri rinvii perché ci sono le coppe nazionali e internazionali, le soste per le nazionali e, per l’Italia, anche i playoff per andare ai mondiali. Senza dimenticare che la prossima stagione dovrà essere anticipata, credo a inizio agosto, perché ci sarà la sosta per i Mondiali in Qatar in inverno. Il nuovo protocollo già è qualcosa, rispetto al non avere nulla è meglio. Però ricordo quello precedente, quando non c’erano i vaccini: c’era la regola degli 8 positivi con il bonus da sfruttare per il rinvio. Ecco, nel nostro caso potremmo giocarci il bonus per la gara col Brescia. Questo nuovo, al di là dei positivi, prevede di giocare a patto che ci siano 13 calciatori disponibili. Potrebbe avere un senso se si comprende la prima squadra e non la Primavera”.

E sull’ipotesi di Draghi di richiudere gli stadi?

“Con tutto il rispetto per Draghi, di cui ho immensa stima, l’idea delle porte chiuse è avventata. In B ci sono spazi negli stadi per il distanziamento. Ritornare indietro sarebbe assurdo, già siamo tornati al 50%. E’ un segnale negativo. A livello governativo, piuttosto, vanno studiate idee per aiutare le società, con risorse e dilazioni per i pagamenti delle tasse, come nella prima pandemia. C’è un momento di difficoltà per tutti”.

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