Messina, “all’Ospedale Papardo centinaia di persone ammassate al chiuso in attesa del vaccino”

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Messina, la testimonianza di un cittadino in attesa del vaccino all’Ospedale Papardo

Dopo varie e prolungate riflessioni decido di prenotare il vaccino contro il Covid-19 presso l’ospedale Papardo di Messina. La prenotazione era dalle ore 9 alle 10, con la specifica di recersi intorno alle 9.35 (probabilmente per evitare inutili assembramenti di persone). Seguendo le istruzioni, arrivo in ospedale percorro l’improvvisata via pedonale per accedervi (causa di lavori di ristrutturazione era stata modificata) quando all’improvviso mi ritrovo in uno stanzone chiuso inondato di persone. Mi chiedo se si trattasse di un meeting, forse una lezione universitaria o cos’altro?

Provo immediatamente a districarmi tra la calca e prendo una via di fuga, giungo quindi in zona ascensori, dove incontro una dottoressa in camice bianco alla quale chiedo dove dovessi recarmi per il vaccino e questa mi indica lo stanzone dal quale ero appena fuggito: centinaia di persone ammassate senza alcun distanziamento. Deve esserci un errore!

M’incammino impaurito verso una porta aperta (presumibilmente l’hub vaccinale) dove ad un individuo con gilet giallo spiego di essermi prenotato per il vaccino ma quest’ultimo risponde: “l’orario della prenotazione non fa testo, lei deve prendere il numerino e attendere” ed io chiedo come sia possibile attendere ammassati tra centinaia di persone, con il rischio di infettarsi proprio nello stanzone ancor prima di essere vaccinato? Il tizio mi risponde che la situazione è questa e che loro non possono farci nulla.

Decido quindi di andar via a gambe elevate, mentre cerco l’uscita incrocio un altro medico in camice bianco al quale chiedo se sia responsabile far ammassare tutte quelle persone presumibilmente non vaccinate in uno stanzone chiuso, anche lui mi risponde con la medesima cantilena: la situazione è questa e che non ci sono soluzioni.

Riassumendo vado per vaccinarmi ma con il rischio concreto di  contrarre il virus ancora prima di ricevere il siero nell’incredibile assembramento. Vergogna senza limiti. Auspico quanto prima l’intervento delle Forze dell’ordine, perché se questo è il modo di convincere gli indecisi (o cosiddetti no-vax) a inocularsi credo davvero di trovarci di fronte ad un inestricabile paradosso.

Fabrizio Vinci

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