La nota del Partito Comunista dei lavoratori sul Consiglio Comunale aperto ai cittadini per affrontare il tema dei brogli alle elezioni amministrative del 2020, previsto per lunedì 31 gennaio
La convocazione di un Consiglio Comunale aperto sulla vicenda dei brogli elettorali alle elezioni Comunali del 2020 “non è un passo in avanti reale per contrastare la profonda crisi” di Reggio Calabria. E’ quanto si legge in una nota stampa del Partito Comunista dei lavoratori in merito alla convocazione prevista a Palazzo San Giorgio per lunedì 31 gennaio. “Da decenni Reggio versa in un coma politico profondissimo che parte dall’epoca in cui prese vita il cosiddetto “modello Reggio” – prosegue la nota – .Un famelico blocco di potere di stampo massonico e mafioso consolidò allora un coacervo di oscuri interessi facilitato da una crisi profonda della sinistra reggina e dal collasso del movimento dei lavoratori. Privatizzazioni, aziendalismo, liberalizzazioni volute dalla sinistra riformista ne hanno facilitato una devastante ascesa. E quando la sinistra riformista è tornata alla guida di Reggio non si è registrata nessuna inversione di marcia”.
“Sono continuati assi programmatici, metodi di governo, rapporto con la società, si sono consolidati affarismo e interessi consociativi – si legge ancora – . Le frizioni di vari segmenti di uno squallido ceto politico hanno dato vita a una permanente lotta fra bande che ritengono che tutto sia loro permesso (anche portare a votare i morti). Oggi Reggio si trova succube di Scilla e Cariddi che si scannano per contendersi la guida di questa devastazione. Da una parte i responsabili recenti di uno scempio profondo, dall’altra coloro che agitano strumentalmente e provocatoriamente il vessillo della democrazia per ritornare in sella e riprendere in mano le redini della situazione lasciando inalterata la direzione di marcia e il dominio dei soggetti forti della città. E’ questa una chiara dimostrazione dei processi più ampi e profondi in cui anche a Reggio si svela il volto ipocrita della democrazia borghese e l’incedere di una marcia reazionaria di vasta portata. La vicenda pandemica e l’ascesa del movimento dei no vax confermano drammaticamente questa dinamica”.
La convocazione del consiglio comunale aperto “è uno squallido espediente di chi vuole dare più forza al montare di questa crisi. Il PCL ritiene che un consiglio comunale partorito da un gigantesco broglio non sia legittimato ad aprirsi per segnare una reale inversione politica. Il punto centrale è invece ricostruire una cultura e una prassi di campo sociale in cui i/le lavoratori/trici e gli/le oppressi/e di Reggio Calabria ritrovino un punto di riferimento chiaro e non equivoco. Lo sforzo del PCL di costruire e di sviluppare il coordinamento delle forze della sinistra di opposizione va nettamente in questa direzione. I comunisti conseguenti non debbono mai perdere questo orientamento classista non cedendo a populismi, democraticismi e a forme di interclassismo comunque camuffate. Al di là degli sviluppi della vicenda elettorale il PCL chiama alla raccolta tutti coloro che sono animati da questa esigenza. Il PCL sa che la crisi di Reggio Calabria potrà essere risolta dalla Reggio dei lavoratori. Nessuna energia si tiri indietro da questa battaglia epocale”, conclude il comunicato stampa.