Migranti, Mimmo Lucano: “rifarei tutto, sentenza politica. Non ho paura di andare in carcere”. I suoi avvocati pronti a presentare l’appello

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Riace, Mimmo Lucano presenterà appello contro la condanna: “rifarei tutto, non voglio patteggiamenti. La sentenza è politica”

Torna a parlare Mimmo Lucano dopo la condanna in primo grado nel processo Xenia a 13 anni di carcere. In un evento a Pisa, ha detto: “a Riace abbiamo sperimentato l’accoglienza decentrata fin dal 2004 coinvolgendo le cooperative per gestire i flussi migratori e far fronte al gran numero di arrivi che non provenivano dai flussi ufficiali e il numero degli ospiti era diventato superiore a quello dei residenti e mi sono trovato dentro una mission decisamente più alta anche sotto il profilo economico e del lavoro per la mia stessa comunità”. “L’accoglienza dei migranti – ha spiegato – era un fatto collettivo che coinvolgeva tutto il paese e permetteva di avvicinare, attraverso le cooperative, anche giovani che diversamente avrebbero rischiato di diventare la manovalanza della criminalità organizzata. Da Riace arrivavano risposte positive e per i profughi c’era sempre la possibilità di essere accolti indipendentemente dal fatto che arrivassero o meno dai flussi ufficiali. Il nostro modello e’ stato studiato dagli esperti di tutto il mondo”.

Lucano: “rifarei tutto, non ho paura del carcere”

“Io non mi inginocchio, piuttosto faccio 13 anni di galera. Non ho paura di andare in carcere per un ideale”. E’ quanto afferma Mimmo Lucano, questa mattina a Bologna per un’iniziativa. “Voglio che sia fatta giustizia fino in fondo- sottolinea- il teorema alla base dell’impianto accusatorio è costruito su cose non vere. E non sono state nemmeno concesse le attenuanti generiche”. Secondo Lucano dietro la condanna “c’è un accanimento sul pensiero politico. L’accoglienza è stata anche una visione politica. Per questo si doveva far saltare Riace e dimostrare che il messaggio politico del sindaco era da distruggere- sostiene- questo è il vero obiettivo, non è solo una condanna. Ho dimostrato che sinistra è una parola di umanità, mentre la destra è solo fascismo e razzismo. E il mio messaggio politico fa paura”. Da RIACE, insomma, “è arrivato il messaggio forte che l’umanità risolve i problemi”. Lucano è durissimo: “se c’è stata l’associazione a delinquere, allora hanno partecipato anche il ministero degli Interni e la Prefettura di Reggio Calabria. Quando conveniva a loro, chiedevano con insistenza perchè non sapevano dove collocare le persone. E poi mi hanno condannato”. Lucano è accusato di non aver rispettato il limite di sei mesi di permanenza per i migranti: “un tetto fissato da alcuni burocrati che da Roma vogliono imporre linee guida senza conoscere nulla dei territori e dell’accoglienza sei mesi sono nulla, come può una famiglia che non ha niente ripartire da zero? Ma di questo reato sono consapevole, e lo rifarei”.

Lucano: “non voglio patteggiamenti. Rifarei tutto, e più forte di prima”

“Non voglio patteggiamenti. Rifarei tutto, e più forte di prima”. E’ quanto afferma Mimmo Lucano, questa mattina a Bologna per un’iniziativa. “Non voglio solidarietà a scatola chiusa- afferma Lucano- come anche questi tentativi di patteggiamento: non vorrei il patteggiamento nemmeno per un giorno. Voglio rischiare tutto, ma in cambio di nulla, perché mi sembra che in cambio vogliano che io rinunci ai miei ideali. Ma io rifarei tutto quello che ho fatto, e più forte di prima”. Lucano ci tiene a spiegare: “Non è il mio modello, è stato il modello della libertà e del rispetto dei diritti umani. Non è stato qualcosa di scritto, che abbiamo sperimentato dopo uno sbarco. C’è stata molta spontaneità, in un luogo limite con tantissime problematiche sociali. Il messaggio che è venuto fuori è che è possibile, nonostante le difficoltà del territorio“.

I legali di Lucano: “sentenza contradditoria nel merito e sproporzionata nella pena”

“I giudici negano la verità sulla stato di povertà di Mimmo Lucano e la sentenza di condanna è contraddittoria nel merito oltre che sproporzionata nella pena”. Lo affermano Giuliano Pisapia e Andrea Daqua, avvocati di Mimmo Lucano, commentando le motivazioni della sentenza di condanna dell’ex sindaco di Riace contro le quale presenteranno ricorso in appello. “Dopo la lettura approfondita delle motivazioni della sentenza di condanna siamo ancora più convinti della innocenza di Mimmo Lucano – sottolineano – queste infatti contrastano con le evidenze processuali emerse in un dibattimento durato oltre due anni. I giudici poi, in contrasto anche con una sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione sull’uso delle intercettazioni telefoniche, negano la verita’ sulla stato di poverta’ dell’ex sindaco di Riace, confermata invece da tutti i testimoni e le acquisizioni documentali. Va anche ricordato come Lucano in numerose occasioni abbia donato e messo a disposizione dell’accoglienza le somme ricevute come premio in varie parti del mondo”. “Contrasteremo nel merito i singoli capi d’imputazione e le argomentazioni dell’accusa e del Tribunale, a partire da quelle sui reati più gravi: associazione a delinquere e peculato – aggiungono– Sulla prima, si possono condividere o meno le scelte sull’accoglienza e l’integrazione dei migranti ma certo non hanno certo portato ad una associazione a delinquere che avrebbe peraltro agito per aiutare chi scappava dalla guerra, dalla violenza e dalla fame. La sentenza poi scambia per peculato le attività di valorizzazione del territorio operate da Lucano e previste dal manuale Spar”, proseguono i legali. “Rimane quindi una sentenza contraddittoria nel merito oltre che sproporzionata nella pena. Ricorreremo in appello e in tutte le sedi preposte perchè è per noi evidente che solo un esito processuale diverso possa restituire dignità, solidarietà e giustizia a Riace e a Mimmo Lucano”, concludono Pisapia e Daqua.

Gasparri: “via da Rai chi ha sperperato milioni per la fiction su Mimmo Lucano”

“Alla luce di quanto leggiamo nelle motivazioni sulla sentenza di condanna di Lucano, tornerò a chiedere in Commissione di vigilanza con una interrogazione l’immediato licenziamento dalla Rai di tutti coloro che hanno fatto spendere al servizio pubblico radiotelevisivo milioni di euro per fare una fiction elogiativa di questo personaggio. Le persone che hanno dilapidato i soldi dei cittadini vanno cacciate su due piedi e vanno anche denunciate e processate. E’ una vergogna. Non si tratta di una responsabilità dell’attuale vertice della Rai ma questo vertice deve agire altrimenti anche chi c’è adesso sarà responsabile di questa vicenda e comunque tale lo riterrò“. Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

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