Virus respiratorio sinciziale, preoccupazione anche in Sicilia: “raddoppiati rispetto allo scorso anno i neonati ricoverati”

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“Negli ospedali siciliani la situazione è critica – spiega Corsello – i posti letto delle terapie semi-intensiva, intensiva, pediatrica e neonatale rischiano di non essere sufficienti per gestire un incremento così alto di richieste”: lo ha affermato il dott. Giovanni Corsello

Non c’è solo il Covid-19 a destare preoccupazione. Oggi il virus respiratorio sinciziale riempie i reparti neonatali degli ospedali siciliani. I più colpiti, infatti, sono i bambini sotto i due anni, in particolar modo i nati prematuri, che inizialmente mostrano i classici sintomi influenzali. “Rispetto allo scorso anno i piccoli ricoverati sono raddoppiati – afferma Raffaele Falsaperla, Presidente Regionale Società Italiana di Neonatologia Sicilia e Direttore Unità Neonatologia e Terapia intensiva neonatale P.O.S. Marco, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico G. Rodolico San Marco di Catania – . In osservazione abbiamo neonati Covid, Covid-free e con il sinciziale: è importante isolarli per evitare contagi, ma gli spazi spesso sono insufficienti, per questo siamo in difficoltà. Inoltre, non tutti i laboratori della Sicilia sono dotati dei test per verificare la presenza del virus”.

“Un elemento da valutare con attenzione quest’anno è l’anticipo della stagione epidemica e dell’età dei bimbi colpiti – dichiara Giovanni Corsello, Consigliere Sud Società Italiana di Neonatologia e Direttore Unità Neonatologia e Terapia intensiva neonatale con Nido, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone di Palermo – . Molti più neonati si sono infettati con quadri clinici gravi. È un fenomeno causato anche dall’isolamento che i bambini hanno vissuto nella stagione precedente, che li ha resi più suscettibili. Covid e influenza, inoltre, possono aggravare l’infezione respiratoria. Purtroppo, ci aspettiamo un aumento del numero fino a marzo-aprile”. “Negli ospedali siciliani la situazione è critica – spiega Corsello – i posti letto delle terapie semi-intensiva, intensiva, pediatrica e neonatale rischiano di non essere sufficienti per gestire un incremento così alto di richieste. A livello regionale abbiamo chiesto un potenziamento che non c’è ancora stato. È necessaria una maggiore attenzione al comparto neonatale e pediatrico, il più esposto oggi e in questa stagione, anche perché i piccoli non sono vaccinati contro il Covid, elemento che può aggravare la situazione”.

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