Portato in ospedale per dolori allo stomaco, ma rimane 16 ore in attesa del tampone: muore tre giorni dopo, la Procura di Lecce apre un’inchiesta

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Il tampone era necessario per poter entrare in reparto. Di fatto, però, all’uomo è stato permesso di accedere nel retro del pronto soccorso solo a notte fonda, perché l’esito del test non perveniva ai medici

Un 40enne viene accompagnato in ospedale con forti dolori allo stomaco rimane per 16 ore in attesa del tampone e quando viene ricoverato finisce direttamente in rianimazione dove muore tre giorni dopo. La Procura di Lecce ha aperto un fascicolo d’inchiesta sul decesso di un 40enne di Alezio morto giovedì 11 novembre dopo una denuncia-querela presentata dal padre dell’uomo con l’avvocato Walter Zappatore. “I fatti prendono le mosse nella giornata di domenica 7 novembre quando il 40enne inizia ad accusare dolori allo stomaco che si fanno sempre più fitti nel corso della giornata. Il padre, allarmato, allerta la guardia medica del paese che, per via del Covid, smista l’emergenza direttamente al 118. Effettivamente un’ambulanza arriva a casa del 40enne poco dopo dove i sanitari rimangono per circa un’ora per effettuare esami vari ed un elettrocardiogramma prima di disporre il ricovero in ospedale”, riporta il quotidiano locale Corriere Salentino.

Dopo essere giunto al Sacro Cuore Gesù di Gallipoli, stando alla ricostruzione di parte, il paziente è stato trattenuto in ambulanza fino alle 23, nonostante i dolori di stomaco sempre più lancinanti, in attesa di eseguire il tampone, necessario per poter entrare in reparto. Di fatto, però, l’uomo accede nel retro del pronto soccorso solo a notte fonda. “E il padre – spiega il legale della famiglia – esausto e sfinito rientra a casa sperando che i medici avrebbero preso in consegna il figlio di lì a breve”. Il 40enne, invece, sarebbe rimasto nell’anticamera del pronto soccorso fino alla tarda mattinata di lunedì 8 novembre.

“Non abbiamo potuto procedere con il ricovero in reparto perché siamo ancora in attesa del tampone”, spiegano in quelle ore i sanitari ai familiari dell’uomo. Di fatto, solo nel tardo pomeriggio, il paziente viene ricoverato in rianimazione dove rimane tre giorni. Alle 7 del mattino di giovedì 11 novembre, il padre viene contattato dall’ospedale: “suo figlio è morto”, gli viene detto. Nonostante lo sconforto e il dolore per una morte così prematura, i familiari decidono di capire come mai una persona con dolori fortissimi allo stomaco abbia dovuto attendere quasi 16 ore per un tampone prima di essere ricoverato e come sia stato curato e assistito nei tre giorni trascorsi in rianimazione. E tutti questi dubbi sono stati messi nero su bianco all’interno di una denuncia che il legale della famiglia ha depositato in Procura nelle scorse ore.

Il fascicolo è coordinato dal pm di turno Alberto Santacatterina. Il magistrato ha dato delega agli investigatori di acquisire le cartelle cliniche del paziente e di identificare il personale medico e sanitario che hanno gestito il ricovero dell’uomo. A breve, poi, un medico legale eseguirà l’autopsia sul corpo del 40enne trasferito presso la camera mortuaria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce.

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