“Locri capitale della ‘ndrangheta” e il Sindaco Calabrese va su tutte le furie: “offesa a chi lotta ogni giorno, non consento di gettare fango sulla nostra città”

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Il missionario comboniano Alex Zanotelli, per difendere Mimmo Lucano, aveva definito la città di Locri “capitale della ‘ndrangheta”: da qui la reazione stizzita del primo cittadino Giovanni Calabrese

Si è tenuta sabato la manifestazione a favore di Domenico Lucano, ex sindaco di Riace condannato nell’ottobre scorso a 13 anni e 2 mesi di carcere dai giudici del Tribunale di Locri per gravi reati nella gestione dei fondi pubblici per i progetti di accoglienza dei migranti. Durante l’evento in molti sono intervenuti per esprimere il proprio pensiero nell’area dell’anfiteatro e le altre esibizioni a “palco aperto”. Tra questi hanno catturato l’attenzione le parole pronunciate da padre Alex Zanotelli nell’introdurre la manifestazione pro Lucano. Il missionario comboniano per difendere Lucano aveva definito la città di Locri “capitale della ‘ndrangheta”. Una frase molto forte che è stata commentata anche da Giovanni Calabrese, Sindaco proprio di Locri: “Padre Zanotelli per difendere Mimmo Lucano si scaglia contro la Città di Locri, definendola “capitale della ‘ndrangheta” e fomenta le piazze contro la Magistratura. Inaccettabile! Ora basta con gli insulti alla nostra città. Padre Zanotelli difenda pure Mimmo Lucano ma non denigri la nostra città”.

Il primo cittadino poi continua: “ecco le testuali parole di Don Alex Zanotelli ieri a Riace intervistato da Gad Lerner: ‘Locri, lo chiarisco per chi viene da fuori, è la capitale della ‘ndrangheta, la più potente organizzazione mafiosa al mondo. È mai possibile che una procura abbia speso due anni per perseguire Mimmo e non il vero obiettivo che è la ‘ndrangheta?’ Non entro nel merito della sentenza e dell’iniziativa pro Lucano, ma non accetto, anzi condanno le esternazioni di un uomo di Chiesa che definisce Locri “capitale della ‘ndrangheta” e ancor di più mette in discussione il ruolo della Magistratura. Per anni la nostra città è stata ostaggio della ‘ndrangheta e dei suoi cattivi e sanguinari uomini. Per anni gente onesta e innocente è stata assassinata da questa gentaglia. Per anni abbiamo sofferto e vissuto con disagio e paura. La Magistratura e le Forze dell’ordine hanno lavorato e lavorano, in questo territorio, nel rispetto della legge e per ricostruire, insieme alle forze positive del territorio, la legalità e far rispettare le regole del vivere civile. In diverse occasioni, quando abbiamo contrastato con atti concreti la ‘ndrangheta, quando abbiamo detto No alla mafia, in tutti questi anni di battaglie, in tante nostre manifestazioni, come giusto che fosse per chi crede che “la mafia è una montagna di merda”, in tutti questi anni, non abbiamo visto don Zanotelli e i suoi amici. Oggi, grazie al sacrificio di persone perbene, alla coraggiosa resistenza di chi è rimasto e alla determinante azione della Magistratura, che oggi è sotto attacco da molti esponenti sostenitori di Lucano, e dell’impegno delle Forze dell’ordine, Locri sta diventando una città normale che ambisce a diventare simbolo della legalità, Locri, città di Zaleuco, primo legislatore”.

“L’esternazione di Padre Zanottelli, tra l’altro fuori luogo e inadeguata, non solo ferisce ma determina, soprattutto in chi viene da fuori, un quadro distorto sulla realtà e offende chi invece lotta quotidianamente. Lo sappiamo, non abbiamo suscitato l’interesse di Zanotelli e company, persone che oggi insultano la Magistratura per aver condannato l’ex sindaco di Riace. Ognuno ha una sua idea, la Magistratura ha emesso una sentenza, i sostenitori di Mimmo Lucano hanno tutto il diritto di difenderlo, ma non gli è consentito di gettare fango sulla città di Locri. Sarebbe bello che Zanotelli, Lerner, la Mannoia, tra l’altro ospite della nostra città anni fa, e company si facessero portatori, oltre alla drammatica situazione dei migranti, anche dei disperati della Locride, del nostro disagio, della nostra povertà, della mancanza di lavoro, della mancanza di speranza per i nostri giovani. Ma a Zanotelli e company tutto ciò non interessa!”, conclude Calabrese.

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