Schianto contro un tir contromano, gravissimo Carera, procuratore di Nibali. Il racconto shock: “l’autista beveva sul luogo dell’incidente”

StrettoWeb

Un tir che viaggiava contromano colpisc ein pieno la porsche di Johnny Carera, procuratore di Vincenzo Nibali, attualmente ricoverato in gravi condizioni. Il fratello racconta i dettagli shock dell’accaduto

Un impatto violentissimo, avvenuto nella tarda notte fra venerdì e sabato. Gravissimo l’incidente avvenuto sull’A4 che ha coinvolto Johnny Carera, procuratore di Vincenzo Nibali e Tadej Pogacar. L’auto sulla quale viaggiava il manager è stata colpita in pieno da un tir che viaggiava contromano, guidata da un autista polacco che, in evidente stato di ebrezza, aveva fatto inversione a U in autostrada occupando tutte le 4 corsie. Attualmente Carera si trova ricoverato in gravi condizioni.

Un episodio da non credere, come i dettagli raccontati a “La Gazzetta dello Sport” dal fratello di Johnny Carera, Alex:oltre alla frattura della clavicola sinistra, Johnny ha riportato la rottura di una serie di costole e ciò ha provocato la perforazione del polmone sinistro. Così non ha potuto più respirare da solo ed è stato intubato. Alla guida del tir c’era un polacco completamente ubriaco. La polizia ha riferito che Johnny se n’è accorto e ha frenato, ma il camion occupava di fatto tutta la sede stradale. I dottori ci hanno detto che adesso ci sono due fasi. La prima, naturalmente, è quella di salvargli la vita. La seconda, più lunga, sta nel processo del distacco dalle macchine per respirare. Siamo consapevoli che sia in pericolo di vita, i medici non ce lo hanno nascosto. Mio fratello sta lottando“, ha raccontato prima di aggiungere anche un tremendo dettaglio riguardante le condizioni dell’autista del tir: “lui, illeso, non è stato fermato, anche se gli è stato preso il passaporto, e mio nipote Lorenzo lo ha poi visto sul luogo dell’incidente mentre beveva due birre. Si era fatto accompagnare lì per recuperare alcuni suoi effetti personali. Per me non meritava di girare libero a così poca distanza di tempo dall’incidente che ha provocato. Non è giusto, non è rispettoso“.

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