Calabria, su Rai 1 il film sulla vita di Lea Garofalo: nel cast anche il reggino Alessio Praticò

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La trama della pellicola realizzata in occasione dell’anniversario della morte: il percorso dell’inchiesta giornalistica e le sentenze che hanno portato alla condanna all’ergastolo del marito. Il film tv racconta la storia vera di Lea Garofalo, donna che, dopo aver testimoniato contro il marito, noto boss della criminalità calabrese, viene uccisa barbaramente. Il suo cadavere venne dato alle fiamme per tre giorni, fino a completa distruzione

Domani sera, martedì 23 novembre, le antenne delle tv calabresi saranno tutte collegate su Rai 1 per la visione del film dedicato alla vita di Lea Garofalo. La testimone di giustizia venne uccisa dalla ‘ndrangheta il 24 novembre 2009. La pellicola verrà trasmessa in prima serata, appunto su Rai 1. Rappresenta l’occasione anche per denunciare la violenza contro le donne, all’indomani della giornata internazionale dedicata al tema. Il ruolo della protagonista è affidato a Vanessa Scalera. Nel pezzo è presente anche la figlia Denise, interpretata da Linda Caridi, mentre il volto dell’esponente della ‘ndrangheta, Carlo Cosco, è dell’attore reggino Alessio Praticò, menzionato qualche settimana fa su queste pagine per il film ‘L’afide e la formica’. Il fratello di Lea Garofalo, Floriano, è interpretato da Mauro Conte.

“Per me è stato un privilegio e una responsabilità interpretare Lea Garofalo”, racconta Scalera in un’intervista pubblicata su Repubblica. “E’ il film a cui sono più legata. Feci il provino e Marco Tullio mi vide subito nel ruolo, voleva ‘un cavallo pazzo’. Mi spiegò che non era la storia di una vittima, ma di un caduto. Lea è caduta in una guerra di mafia, ha avuto il coraggio di ribellarsi e di non accettare un destino già scritto per lei”. Un’eroina senza sdolcinature, una madre con le sue durezze, così come richiesto dal regista , che firma la sceneggiatura con Monica Zapelli (insieme hanno anche realizzato I cento passi): “questo è l’aspetto più interessante nella costruzione del personaggio”, continua l’attrice pugliese. “Lea non è stata mai remissiva. Per questo non è descritta con l’aureola. Però la scopri, la vedi in azione e non puoi non ammirarla. Ma Lea non è solo la storia di una donna che fa una scelta forte, racconta il percorso di una madre e una figlia, il loro coraggio: hanno saputo ribellarsi all’ambiente in cui vivevano. Questo è di grande ispirazione: se si trova la forza dentro di sé, si può fare tutto. Giordana lo spiega bene. Ha preso tre volti sconosciuti al grande pubblico – me, Linda, Alessio Praticò, Mauro Conte – li ha messi davanti alla macchina alla presa per far rivivere una vicenda terribile e straordinaria”.

Una lezione di verità, perché anche a Praticò, “il cattivo”, il regista spiegò che non doveva interpretare il male. “Infatti – racconta Scalera – all’inizio il marito non fa paura, anzi è accattivante, ti fidi di lui. Così come a me diceva: ‘Non voglio fare il ritratto di un’eroina ma di una persona, devi essere anche scorretta’, ad Alessio chiedeva di non mostrare la faccia feroce. La cosa che mi rende più orgogliosa è che questo film per la tv, andato una volta in onda, ha avuto un percorso nelle scuole grazie a Libera. I cento passi ha avuto un successo enorme, ha fatto crescere il senso civico: spero che guardando Lea tante ragazza grazie al film siano riuscite a alzare la testa”.

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