Università di Messina, le segnalazioni degli studenti: “prenotazioni lezioni in presenza e servizio navetta, ecco le nostre difficoltà” [VIDEO]

StrettoWeb

Una studentessa del corso di Laurea in Lingue e Letterature Straniere ha scritto una lettera rivolta al Rettore Cuzzocrea per elencare le problematiche che si sono presentate all’inizio di quest’anno accademico, al fine di migliorare i servizi che dovrebbero essere garantiti

Dalla gioia del ritorno in presenza, alla delusione per alcune situazioni che si potrebbero gestire meglio. Diversi problemi attanagliano gli studenti dell’Università di Messina in questo inizio di anno accademico 2021/22. Sono giunte ai canali di StrettoWeb segnalazioni per la disorganizzazione in merito alle disposizioni anti-Covid. Il rientro in aula avviene solo su prenotazione, fino ad esaurimento posti, ma quest’anno è prevista la prenotazione anche per le lezioni online, che partiranno solo se si raggiunge un numero minimo di 5 studenti. Tale condizione ha generato diverse critiche: “se sono solo 4 gli studenti che prenotano per seguire la lezione online, questi non potranno accedevi – spiega una studentessa ai microfoni di StrettoWeb – . In più, senza prenotazione online non si può accedere al team, come se fosse una cosa elitaria, e si resta al di fuori di tutto. Quindi, se si avesse un problema di qualsiasi tipo non si potrebbe seguire la lezione in un corso a frequenza libera per cui si pagano delle tasse annualmente”.

La studentessa frequenta il corso in Lingue e Letterature Straniere segnala alcuni problemi strutturali del dipartimento con sede all’Annunziata e anche altri problemi avuti con il servizio navette: “assente da quest’anno e sono previste soltanto linee di autobus per ben due dipartimenti con centinaia di studenti”. Come si può notare dal video in allegato all’articolo, l’assembramento per salire sui mezzi è davvero incredibile. Un paradosso se si pensa che pochi minuto dopo, per restare nelle aule universitarie, la prima regola da rispettare è il distanziamento sociale con il corretto uso dei dispositivi di protezione individuale. Il ritorno in presenza è un grande risultato raggiunto dall’Ateneo messinese, sinonimo di una normalità che tanto è mancata in questo periodo di pandemia, ma sul piano organizzativo c’è ancora molto da lavorare. La speranza è che i vertici dell’Università possano risolvere le problematiche degli studenti, affinché ogni servizio possa essere garantito con la massima efficienza. Di seguito la lettera che la studentessa rivolge al Rettore dell’Università Salvatore Cuzzocrea:

“Le scrivo per esporle i problemi che tutti noi studenti abbiamo riscontrato fin dal primo giorno di questo nuovo anno (per non dire da prima). Le elenco tutte le problematiche che si sono presentate:

  1. Modalità di svolgimento delle lezioni.
    Perché prevedere la prenotazione sulla piattaforma Teams, dal momento che l’anno scorso non era necessario?
    Perché far scattare la modalità mista solo se gli studenti online raggiungono un certo numero?
    Perché chiudere le prenotazioni online quando si sa benissimo che basta un attimo per accedere a un team sulla piattaforma? Chiunque potrebbe farlo il giorno stesso, anche prima dell’inizio di una lezione.
    Ma soprattutto perché costringerci a tornare in presenza? Perché questo è il messaggio che state facendo passare. Le assicuro che in tantissimi sarebbero tornati volentieri all’università senza bisogno di tutti questi sotterfugi. Se i rappresentanti fossero davvero i portavoce degli studenti sapreste che moltissimi studenti sarebbero tornati all’università, poiché tutti i sondaggi fatti avevano mostrato una grande preferenza per le lezioni in presenza. Sicuramente i pendolari, come me, avrebbero preferito le lezioni online, ma il numero di presenti in aula si sarebbe raggiunto quasi certamente. Ci viene detto che non abbiamo voglia di studiare, che non vogliamo letteralmente muoverci, che ci siamo impoltroniti, che le lezioni online sono solo una scusa per non scomodarci. Non è così.
    Se lei ci avesse costretti a tornare in presenza con le giuste condizioni saremmo tornati tutti quanti. In questo modo siamo tutti confusi, stressati e nervosi. Non ci si può organizzare alla giornata. Non si può seguire una lezione online perché sono terminati i posti e seguire la lezione dopo in presenza. Perché io da pendolare sono impossibilitata a farlo e ancora non ho imparato il teletrasporto. Mi può trovare una soluzione, Rettore?
    In più, per noi studenti di lingue i lettorati sono previsti in presenza ma senza prenotazione. E se i posti in aula non bastassero per tutti gli studenti? In quel caso come garantireste la modalità online? E ci è stato anche detto che se partecipiamo a una riunione senza esserci prenotati veniamo “buttati fuori”.
    Non è possibile vivere alla giornata quando all’università si hanno tantissimi impegni e tantissime lezioni da incastrare, senza perdere neanche un minuto. Questa procedura è scomoda e confusionaria. Abbiamo bisogno di avere dei piani precisi, abbiamo bisogno di uno studio organizzato. Invece in questo modo ci troviamo a seguire una lezione in presenza e una online subito dopo. Il come non mi è ancora chiaro, per noi che siamo pendolari.
    E comunque, caro Rettore, alcuni insegnanti utilizzano già il computer come supporto didattico. Non costa loro nessuna fatica in più dover aprire Teams e far partire una riunione. Il problema è che se non vogliamo seguire come voi ci obbligate a fare non abbiamo nessuna alternativa.
  2. Struttura.
    Il dipartimento di civiltà antiche e moderne non è agibile. Per farci tornare in presenza avete “sfrattato” gli studenti di un altro dipartimento, mettendoli in difficoltà, perché ora si trovano più lontani di quanto già non fossero prima.
  3. Mezzi di trasporto.
    Il servizio navette è assente e ci sono solo due linee di autobus per “ospitare” noi e gli studenti di scienze motorie. Quindi ci troveremo tutti “ammassati” sull’autobus, alla faccia delle regole anti-Covid. Però due minuti dopo saremo tutti in aula distanziati. Continuo a non trovare un senso a tutto ciò. Sempre a proposito dei mezzi di trasporto, non è possibile fare l’abbonamento annuale se non prima si paga la tassa di iscrizione. Tassa che non tutti hanno intenzione di pagare da subito per due motivi: la scadenza è a dicembre e la tassa viene rimborsata agli idonei alla borsa di studio. Quindi, perché privarsi di quei soldi per un lasso di tempo non irrilevante? Solo perché verranno rimborsati mesi dopo? E questo è un problema che riguarda solo gli studenti iscritti agli anni successivi al primo.
    Inoltre, lei sa bene quanto siano poco attendibili i mezzi di trasporto a Messina. Tram che fanno ritardo. Tram che vengono cancellati. Autobus che non passano. Tutto questo ci da solo un senso di precarietà, instabilità. Quindi, se anche riuscissi a prenotarmi in presenza, sarebbe comunque incerto il mio arrivo effettivo all’università. Dopo tutto ciò vorrei ricordare che il nostro è un corso a frequenza libera. E ho detto tutto.

Oggi, caro Rettore, mi è stato negato il diritto allo studio. Un diritto che ho acquisito perché pago un servizio che dovrebbe essermi garantito con tutti i mezzi possibili. Non sono riuscita a prenotarmi sul sito per avere un posto in aula/online, a causa della lentezza del sito e di lunghe pratiche burocratiche, e non ho potuto seguire le lezioni. Quindi, se per un motivo o per un altro noi studenti non facciamo la prenotazione entro i termini stabiliti giornalmente, siamo automaticamente esclusi dalle lezioni? Come se queste fossero un qualcosa di elitario. O come se dovessimo affrettarci per rubare il posto all’altro. Solo perché avete stabilito che quest’anno serve la prenotazione anche per la modalità online. Dunque non c’è nessuna soluzione per chi riscontra un problema di qualunque tipo.
La conclusione è che oggi sono rimasta a casa, senza la possibilità di seguire le lezioni online, a causa di una situazione complicata che impedisce attivamente il mio diritto allo studio. Sono allibita.
Per non parlare di quanto siano lente le comunicazioni all’interno dell’università stessa. Riporto quello che mi è successo non per criticare l’operato di qualcuno, ma per far capire una volta per tutte che noi studenti non ci sentiamo ascoltati e aiutati. La sera prima dell’inizio delle lezioni ho mandato una email alla professoressa per spiegarle il problema che ho avuto durante la prenotazione e le ho chiesto di essere aggiunta al team del giorno dopo. Lei non era nemmeno a conoscenza del fatto che avrebbe dovuto fare lezione anche online. Alle 12:20, dieci minuti prima dell’inizio della lezione, mi ha mandato un’altra email per dirmi che lo aveva appena saputo e che avrei dovuto solo cercare il team da sola. “Problemi dovuti al primo giorno”, dice, come se non facessimo lezioni online su Teams da quasi due anni. Ho provato a cercare il team, ma risultava inesistente.
Mi sono rivolta alla segreteria, ma anche in questo caso la risposta è arrivata con due ore di ritardo e mi è stato detto che avrebbe inoltrato la richiesta alla struttura preposta. Avrebbe inoltrato la richiesta con due ore di ritardo, dopo che io avevo specificato che la lezione era quella delle 12:30, quindi non mi ha neanche dato abbastanza retta, perché altrimenti avrebbe capito da sé che la sua risposta era tanto inutile quanto in ritardo.
Siamo sempre arretrati. Viviamo in un periodo altamente tecnologico, ma ancora molti insegnanti non sanno nemmeno accendere un pc o far partire una lezione su Teams. Internet è un mezzo potentissimo e solo Unime non riesce a usarlo a suo favore facilitando la frequenza a tutti gli studenti. 
L’università, magnifico Rettore, dovrebbe essere un ambiente tranquillo e stimolante. Invece attorno a me vedo solo confusione e illogicità. Io, come tanti altri studenti, ho perso la voglia di studiare, di migliorarmi, di crescere intellettualmente.
Sembra che l’università di Messina si voglia distinguere a tutti i costi ma che si stia sforzando di farlo senza i mezzi adeguati. Certe volte è meglio non forzare le cose, piuttosto che cercare di incastrare pezzi di puzzle che non vanno bene tra loro.
Dopo solo una giornata di lezioni sono state tante le battute su una possibile rinuncia agli studi da parte dei miei colleghi e anche da parte mia. Battute con un fondo di verità. Perché la verità è che non siamo per niente stimolati da questo ambiente né dai professori né dalla modalità di insegnamento di questi, ma sappiamo che la laurea è necessaria e quindi dobbiamo stringere i denti anche davanti a situazioni ingiuste.
Il sistema che state adottando non funziona, questa è la verità. Non funziona letteralmente e non funziona per noi studenti. Non ci rende per niente contenti di questa università. È brutto pensare “non vedo l’ora di andarmene da qui”.
In conclusione, le chiedo di prendere provvedimenti e di facilitare a tutti la possibilità di frequentare delle lezioni. Aggiungo un’ultima cosa: questi problemi li hanno riscontrato gli studenti di economia, psicologia, scienze motorie e biologia. Credo che sia chiaro che il problema principale è il fatto di non aver garantito le lezioni in modalità mista (come ha fatto quasi tutta Italia) e questo problema si deve risolvere.
In più, ho parlato di queste problematiche con studenti più grandi che hanno concluso il loro ciclo di studi da quasi 10 anni e anche loro avevano riscontrato problematiche simili. L’università di Messina è davvero così indietro? Non funziona bene da anni? Cosa aspetta a migliorarsi?
Grazie e buona serata”.

Messina, che paradosso: studenti assembrati sugli autobus e distanziati nelle aule universitarie [VIDEO]

Condividi