Reggina, Cortinovis: “Mi sento già parte di Reggio Calabria, è bella”. E poi parla in dialetto reggino ai microfoni Rai

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L’intervista di Rai Sport, direttamente dal ritiro della Nazionale Under 20, ad Alessandro Cortinovis, capitano azzurro e già elemento importante di Aglietti nella Reggina

Alessandro Cortinovis è una delle piacevoli sorprese di questo avvio di campionato della Reggina. Anzi, sorpresa fino a un certo punto. Forse, più che altro, piacevole conferma. Fiore all’occhiello della Primavera atalantina, lui che è bergamasco di nascita, è alla sua prima esperienza fuori città. Dall’altra parte d’Italia, in Serie B, lì dove aveva mosso i primi passi un giocatore a cui – a detta di tanti, anche dello stesso mister Aglietti – Cortinovis assomiglia: Andrea Pirlo. Per ora Cortinovis è un punto fermo della Nazionale Under 20 di Bollini e da capitano vuole scalare le gerarchie per arrivare tra i grandi, in azzurro e col club. “In Inghilterra è stata una bella sensazione, con il pubblico – ha detto il giovane amaranto a Rai Sport, dal ritiro con la Nazionale e dopo il pari in Inghilterra del Torneo 8 Nazioni – Vedere uno stadio pieno è stato emozionante, soprattutto per me che ho ancora giocato poche partite con tutti questi tifosi. Noi ragazzi non siamo abituati”.

Poi l’avventura in riva allo Stretto: “a Reggio Calabria sta andando molto bene, sto trovando continuità. Anche se sono lontano da casa e l’ambiente è diverso, sono contento. Ci sono tante differenze con Bergamo, ma sono entrambe due belle città. Mi sento già parte di Reggio. Ed ecco la chicca: una frase in dialetto calabrese? gli chiede l’inviato. E Cortinovis non si fa attendere. C’è una frase che mi hanno detto di dire a Reggina Tv: “u primu u zziccai”, che vuol dire “il primo l’ho fatto”, da dire dopo che avrò segnato il primo gol. Il fatto risale a qualche settimana fa, quando, durante “Buongiorno Reggina”, uno dei due conduttori – Franco Polimeni – ha chiesto al calciatore di dire questa frase dopo il primo gol che avrà segnato. Non resta che attendere, anche perché c’è andato molto vicino più volte.

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