Processo Miramare, la Procura chiede 1 anno e 10 mesi di carcere per il sindaco Falcomatà. La requisitoria dei pm: “gravi illeciti nella gestione pubblica”

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StrettoWeb

La diretta dall’Aula Bunker della requisitoria del pm sul Processo Miramare che vede 11 imputati: tra questi anche il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà

E’ oggi il giorno della requisitoria dei pm Walter Ignazitto e Nicola De Caria. Si tratta del Processo Miramare che vede imputati il primo cittadino di Reggio CalabriaGiuseppe Falcomatà, alcuni membri della sua prima giunta, tra cui l’attuale Vicesindaco Metropolitano Armando Neri e diversi assessori, per un totale di 11 imputati. Il Pubblico Ministero, alla fine della sua requisitoria, pronuncerà le richieste di condanna a loro carico. L’accusa è quella di abuso di ufficio e falso ideologico per l’assegnazione di un bene (il noto Hotel Miramare, appunto) che sarebbe avvenuta senza il ricorso alle procedure ad evidenza pubblica e quindi in modo “illegittimo”. In diretta dell’Aula Bunker di Reggio Calabria racconteremo in diretta il corso degli avvenimenti, segui il LIVE di StrettoWeb a partire dalle ore 12.00.

20.20 – Ecco le richieste dei pm:

  • Giuseppe Falcomatà anni 1 e 10 mesi di reclusione
  • Armando Neri 1 e 8 mesi di reclusione
  • Giuseppe Marino 1 e 8 mesi di reclusione
  • Giovanni Muraca 1 e 8 mesi di reclusione
  • Antonino Zimbalatti 1 e 8 mesi di reclusione
  • Agata Quattrone 1 e 8 mesi di reclusione
  • Maria Luisa Spanò 1 e 8 mesi di reclusione
  • Patrizia Nardi 1 e 8 mesi di reclusione
  • Paolo Zagarella 1 e 8 mesi di reclusione
  • Giovanna Acquaviva 1 e 8 mesi di reclusione
  • Saverio Anghelone 1 e 8 mesi di reclusione

Processo Miramare: il Pm De Caria chiede 1 anno e 10 mesi di carcere per Falcomatà, le immagini [VIDEO]

19.40 – Continua l’intervento del pm Nicola De Caria sulla delibera che ha generato polemiche in Giunta, evidenziando soprattutto la posizione contraria di Angela Marcianò. “La delibera era falsa e ciò che era stato scritto all’interno della delibera non era veritiero, non era vero che l’immobile fossa ancora nella disponibilità del Comune. Il Miramare era già nelle mani di Zagarella”, afferma De Caria.

17.45 – Prende parola adesso l’altro pm Nicola De Caria.

16.50 – L’udienza riprende con l’intervento del pm Ignazitto. “La difesa sostiene che il Miramare – riprende da qui il discorso – non era stato concesso gratuitamente, ma a Zagarella gli era stata chiesta una somma pari a 21 mila euro per 3 mesi”. Con questa somma l’associazione Il Sottoscala avrebbe anche effettuato lavori di ristrutturazione. Una cifra che, oltre ad essere molto bassa secondo l’accusa, non aveva ricevuto neanche un controllo. Né sulla reale spesa, né sullo svolgimento a norma di quei lavori. “Non si sono curati di capire se qualcuno avesse voluto offrire di più”, afferma Ingazitto che ricorda una chat tra Marcianò e Neri, in cui Marcianò fa presente l’abuso di ufficio, le violazioni di legge e il favoreggiamento nei confronti di Zagarella. “Zagarella ottiene in maniera ingiusta la concessione del Miramare, consegnare le chiavi a Zagarella significa ‘amico mio, entra e fai ciò che devi fare'”, conclude Ignazitto.

16.20 – Il pm ha chiesto qualche momento di pausa, concesso dai giudici. Si riprenderà tra poco.

16.00 – La parola è ancora del pm Ignazitto: “Al sindaco contestiamo omessa astensione. Falcomatà è legato da un rapporto di amicizia con Zagarella, anzi i due erano addirittura soci. Aveva un profondo debito di riconoscenza per chi per due anni gli aveva dato in affidamento la sede in via Possidonea. Lui ritiene di non essere amico di Zagarella e che Il Sottoscala è un’associazione Onlus”.

14.00 – Il pm Ignazitto parla del ruolo e della figura di Zagarella: “al Miramare Zagarella intendeva organizzare serate danzanti con cocktail e aperitivi. Quali altro tipo di eventi poteva organizzare? Zagarella sapeva organizzare feste all’Altafiumara, ma non eventi culturali”. Quindi succede che qualche tempo dopo, “Zagarella diventa legale rappresentante dell’associazione ‘Il Sottoscala’ perché chi lo era prima viene trasferita. L’associazione il Sottoscala diventa l’oggetto sociale, cambia la sua finalità e non si occuperà più di ragazzi disabili e di mostre, ma di valorizzazione di beni del Comune. A partire dal Miramare”. Il pm Ignazitto parla anche di una segreteria politica durante il periodo delle elezioni comunali, un immobile in via Possidonea di proprietà della madre di Zagarella e di una “spontanea, gratuita e amichevole concessione dell’immobile per la campagna elettorale. La segreteria era a titolo ‘non oneroso’, spiegò Falcomatà”.

“In uno sketch, il comico Pasquale Caprì, scherzando, affermò che Paolo Zagarella sarebbe diventato assessore con delega ai bordo piscina dell’Altafiumara. Forse conosceva a monte che Falcomatà e Zagarella erano molto amici e facevano insieme aperitivi a bordo piscina. Perché proprio l’Altafiumara? Il titolare Montesano fa parte di una famiglia che negli anni gestì l’hotel Miramare”, prosegue Ignazitto che porta diversi esempi per spiegare come Falcomatà e Zagarella fossero amici, parlando di chiamate telefoniche “avvenute di notte”, una alle 5.07, forse è un refuso”, e “alcune di pochi minuti e pochi secondi”. Ignazitto afferma che Falcomatà, rivolgendosi all’Assessore Muraca disse: “prendi le chiavi del Miramare e portale a Zagarella”. “Qualcuno allora iniziò a chiedersi se fosse possibile affidare il Miramare senza un bando, senza che la Soprintendenza desse l’autorizzazione. Acquaviva e Falcomatà parlano di una delibera di indirizzo”, prosegue Ignazitto. Il pm ritiene non credibile la versione del Sindaco: “Muraca accompagnava Zagarella ogni volta che doveva fare un sopralluogo al Miramare. Può mai essere che non c’era 1 dei 780 dipendenti del Comune che potessero farlo al posto dell’Assessore, costretto quindi ad aspettare fuori dal locale che gli operai potessero portare avanti e dietro il cartongesso del bar? Una versione che non è credibile”. Diversi imputati raccontano come “Zagarella parlasse del Miramare come fosse casa sua, mostrando i bagni e il bar” a chi entrava. Il pm spiega che quindi “le chiavi erano state affidate a Zagarella e fuori dal Palazzo si iniziava a protestare, anche i Consiglieri Comunali andarono dalla dott. Spanò a capire cosa stesse succedendo”“Fa sorridere quando si dice che il Sottoscala era l’unica associazione a presentare la proposta. Ma come sarebbero arrivate proposte senza avviso pubblico? Il gioiello di famiglia si era trasformato in un affare di famiglia. A Zagarella erano state le chiavi del Miramare”.

12.50 – Il pm Walter Ignazitto prende la parola e discute sull’accusa di abuso di ufficio: “i difensori si chiedono, ‘questo processo era necessario farlo? Si sta ingigantendo una vicenda banale. Perché occupare il nostro tempo per uno scolo a mare, che viene mostrato come il fiume Po. E per scolo a mare, intendono il Miramare. La vicenda in realtà non è banale, si vede come è gestita la cosa pubblica, il principio dell’imparzialità. Si intendeva affidare il bene immobile ad un amico del Sindaco Falcomatà. È questa l’essenza del processo. Il Miramare non è il Palacolor di Pellaro. Il Miramare è qualcosa di particolare per la città. Ha un valore che è valutato 15 milioni di euro, ma ha anche un valore nostalgico per tutti i cittadini di Reggio Calabria, storico e architettonico”.

Il pm pone dubbi sul bando di affidamento del Miramare all’associazione ‘Il Sottoscala’: “Zagarella si muoveva come un padrone di casa, aveva le chiavi dell’immobile. Marcianò gridava attenzione che si sta ammettendo un palese abuso d’ufficio. E quella sera stessa Marcianò, zittita da Falcomatà, diceva al Vicesindaco che si stava facendo un favore ai compari del Sindaco. Il Miramare non è stato affidato all’associazione ‘Il sottoscala’, questa è stata solo il grimaldello attraverso il quale l’hotel Miramare è stato affidato a Zagarella. Falcomatà aveva un forte debito di riconoscenza”.

Ore 12.10 – I giudici entrano in aula. La seduta per sta per cominciare. Il Sindaco Falcomatà non è presente, ci sono soltanto i suoi avvocati.

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