Trieste, i portuali fermano la protesta no Green Pass: “abbiamo vinto la prima battaglia, il 30 ottobre saremo accolti in Senato”

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La nota dei portuali di Trieste che da domani torneranno al lavoro: il dissenso contro il Green Pass proseguirà nelle aule del Parlamento il 30 ottobre

I portuali di Trieste fermeranno le proteste contro il Green Pass. La decisione è arrivata in questi minuti, tramite un comunicato stampa in cui vengono specificati i motivi. I lavoratori infatti saranno accolti in Parlamento (insieme ad altre categorie) per spiegare le ragioni del proprio dissenso. La definiscono una “battaglia vinta” coloro che in Italia sono diventati il simbolo della resistenza nei confronti dello strumento che il Governo ha reso obbligatorio per cercare di frenare l’epidemia da Covid-19. Di seguito il comunicato completo:

I lavoratori portuali di Trieste e Monfalcone hanno iniziato la lotta per impedire l’applicazione del criminale e ricattatorio decreto Green pass, che nulla ha a che fare con la sicurezza sanitaria e la lotta contro il Covid-19, ma che ha lo scopo di dividere i lavoratori, costringendo una loro parte a pagare per poter lavorare. Il tutto dopo che per quasi due anni hanno lavorato in condizioni di sicurezza sanitaria che definire ridicole è molto gentile.

La risposta che abbiamo avuto è stata l’offerta di tamponi gratuiti per i portuali di Trieste e Monfalcone – ma non per tutti (molte aziende, tra le quali quelle controllate dall’AdSPMAO non hanno accettato di farsi carico del costo dei tamponi). Una ulteriore discriminazione nella discriminazione, che crea lavoratori di serie A, che non devono pagarsi il tampone, e lavoratori di serie B, che invece devono pagarselo.

Ci siamo poi uniti agli altri lavoratori e cittadini che partecipavano alle manifestazioni del Coordinamento No Green Pass di Trieste. Ma neanche le manifestazioni sempre più imponenti tenutesi a Trieste e altrove hanno smosso chi doveva, responsabilmente, accogliere le giuste richieste dei manifestanti. Perciò abbiamo deciso, in accordo con i lavoratori triestini di altre categorie, di aderire allo sciopero indetto a partire dal 15 ottobre da varie sigle sindacali.

Questa nostra iniziativa ha suscitato una ondata di solidarietà da tutta Italia che ci ha sorpreso ma anche fatto capire che non eravamo soli. Siamo riusciti a fermate l’attività nei porti di Trieste e Monfalcone circondati dal sostegno di migliaia e migliaia di persone giunte da ogni parte d’Italia. Oggi abbiamo scoperto e denunciato che le aziende sono state costrette, per far fronte allo sciopero, a far lavorare lavoratori senza Green Pass, violando il decreto governativo.

Neanche questo pare avere smosso le istituzioni, che hanno cercato di impedire l’espressione democratica della volontà di una grossa parte della popolazione con minacce e falsità. E’ quindi necessario fare un passo in avanti assieme alle migliaia di persone e gruppi con cui siamo entrati in contatto in questi giorni.

Questa prima battaglia l’abbiamo vinta, dimostrando la forza e la determinazione dei lavoratori portuali e di tutti coloro che li hanno affiancati e sostenuti nella difesa della democrazia e della libertà individuale. Da domani torniamo al lavoro – chi può – (per i portuali dal primo turno di lavoro del 17/10/2021) ma non ci fermiamo.

Il primo passo sarà il 30 ottobre, quando delegazioni di lavoratori portuali di Trieste e Monfalcone e degli altri scali italiani, delle forze dell’ordine, sanitari, di giornalisti e di altre categorie di tutta Italia saranno accolte al Senato a Roma per far valere le ragioni di chi chiede l’abolizione del Green Pass per lavorare”.

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