Stroncato dal Covid a soli 53 anni, Leo Zappia lascia in lacrime il mondo dell’olivicoltura calabrese

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Leo Zappia era un punto di riferimento importante per molti imprenditori calabresi

La perdita di un caro affetto lascia sempre un grande vuoto e una sensazione di nostalgia mista a profonda tristezza. Leo Zappia è stato un uomo, un padre ed un professionista esemplare che ha dedicato la sua esistenza al mondo olivicolo con competenza, umiltà e spirito di abnegazione. Punto di riferimento importante per molti imprenditori, Leo ha contribuito allo sviluppo nell’ultimo trentennio del settore dell’olio calabrese. Il suo straordinario lavoro ha permesso di sviluppare una rete di relazioni tra le imprese che rappresenta un modello concreto per il futuro miglioramento della competitività delle aziende olivicole.

Coloro i quali hanno avuto la fortuna di incrociarlo hanno potuto cogliere ed apprezzare le sue capacità professionali, la sua disponibilità e la costanza nel perseguire gli obiettivi. La sua indole tenace e la Sua caparbietà non lo hanno abbandonato neanche nel momento più difficile, Leo ha lottato fino all’ultimo come un leone, si è battuto con tutte le sue forze, mai si è dato per vinto, pur consapevole dell’ineluttabile destino. La Sua prematura scomparsa getta nello sconforto quanti hanno creduto in Lui, familiari, amici e colleghi. Tante cose avrebbe voluto fare e dire, cose che resteranno sigillate per sempre amplificando il dolore, già acuto di questi momenti, di chi resta e vivrà con affetto del Suo ricordo. Una storia fondamentale, simbolo di una continua evoluzione, che oggi si interrompe bruscamente a causa di questo maledetto virus che continua a mietere vittime senza alcuna pietà. Leo era fiero di Sua figlia Erika che lo ha inondato di amore rendendolo un padre felice e orgoglioso. In fondo non muore mai chi vive nel ricordo di chi resta.

A noi che rimane la pena del vivere (in fondo la morte si sconta vivendo, diceva il Poeta) è dato pensare che l’amore va oltre la vita terrena e che i ricordi e l’umanità che lasciano le persone, diventano un nostro patrimonio genetico e morale. Non saremmo quello che siamo senza gli insegnamenti e l’affetto di chi non c’è più e ci ha trasmesso valori, ma in fondo rimane con noi, in noi.

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