Morte Viviana Parisi, la Procura rivela le intercettazioni del marito: “per andare in tv voglio almeno 5 mila euro”. E quelle verità nascoste dai parenti…

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La Procura di Patti (Messina) replica agli avvocati di Daniele Mondello, marito di Viviana, che hanno sempre negato la possibilità dell’omicidio suicidio: ecco cosa hanno rivelato le intercettazioni all’uomo e ai familiari

“Non ha alcun fondamento valido” la tesi dei legali del marito di Viviana Parisi che la deejay e il piccolo Gioele sarebbero morti asfissiati in un pozzo alto mezzo metro. Lo dice la Procura di Patti (Messina) nella richiesta di archiviazione visionata dall’Adnkronos replicando a distanza agli avvocati, legali di Daniele Mondello, marito di Viviana, che hanno sempre negato la possibilità dell’omicidio suicidio. “Alcuni difensori dei familiari di Viviana Parisi hanno avanzato una suggestiva ipotesi sulla sorte della donna e del suo bambino: Viviana e Gioele sarebbero ”precipitati” in un pozzo profondo 3 – 5 metri, con circa mezzo metro d’acqua al suo interno, per morire entrambi in seguito a ”asfissia in acqua” – dice il Procuratore Angelo Vittorio Cavallo nella richiesta di archiviazione – . I sostenitori di questa tesi ammettevano di non poter stabilire se Viviana e Gioele fossero precipitati accidentalmente all’interno di tale pozzo o se, invece, fossero stati intenzionalmente lanciati da qualcuno”. “I corpi di Viviana e Gioele, successivamente, sarebbero stati prelevati ed estratti dal pozzo, dopo la loro morte, da parte di soggetti sconosciuti, tramite l’utilizzo di un qualche strumento (forcipe o altro) – dice ancora – . Tali soggetti, dopo avere prelevato il corpo di Viviana dal pozzo, avrebbero collocato il suo cadavere ai piedi del traliccio, così operando un vero e proprio ”depistaggio””. Ma per la Procura “la tesi non ha alcun fondamento valido ed è smentita dai risultati della stessa autopsia. A questi, si aggiungono altre osservazioni specifiche. In primo luogo, il sopralluogo ed i successivi accertamenti tecnici hanno evidenziato come la mano destra di Viviana abbia ”artigliato” alcuni arbusti presenti al suolo, assumendo la posizione di quiete nella quale è stata poi rinvenuta: ebbene, appare assai difficile ipotizzare che gli autori del fantomatico depistaggio possano aver usato un accorgimento così ”raffinato”.

“In secondo luogo – sempre dalla lettura delle carte della richiesta di archiviazione lette dall’Adnkronos – , le due lesioni presenti sulla superficie del cuoio capelluto, in sede tempo-parietale sinistra, sono compatibili e trovano la loro logica spiegazione in un urto diretto del capo della donna contro la superficie libera del sasso lì presente, parzialmente interrato, nella fase di impatto al suolo. Non appare un caso che le indagini genetiche effettuate sul sasso abbiano dato esito positivo con riferimento alla presenza di sangue: appare ovvio come quel sangue non potesse che appartenere a Viviana”. “Anche in questo caso, non si spiega come i presunti ed ipotetici autori del depistaggio possano aver ”inscenato” tale risultato – dice la Procura – . In terzo luogo, i consulenti hanno escluso la presenza sul corpo di Viviana di lesioni o comunque segni riconducibili all’azione violenta di soggetti terzi, così come di ogni altra tipologia di evento traumatico fra cui, in particolare, anche il prelievo del corpo con ”forcipi” o ”strumenti di altro tipo”, o il suo ”trazionamento per i capelli”. In quarto luogo, il cadavere di Viviana non è stato oggetto di ”spostamento” ad opera di terzi, così come emerso, oltre che dagli accertamenti medico – legali, anche dagli studi condotti dall’entomologo, prof. Vanin; ne consegue che la decomposizione del cadavere di Viviana Parisi è avvenuta nel medesimo luogo del suo ritrovamento, che, pertanto, coincide con quello del decesso”. “In quinto luogo, il cadavere di Viviana, come già visto, non reca alcun segno o riscontro tipico delle morti per asfissia da annegamento in acqua stagnante o in acque lacustri”. Ma i legali non sono d’accordo e fino a ieri, nel corso della manifestazione per ricordare Viviana e Gioele, hanno ribadito la loro tesi. “Sono morte asfissiate in un pozzo”.

Morte Viviana Parisi e del piccolo Gioele: spuntano le intercettazioni del marito Daniele Mondello

Emergono poi anche le intercettazioni. “Non me l’aspettavo una cosa così, che andava a finire così. Pensavo che lei se ne era scappata, perché si spaventava che gli prendevano il bambino, aveva la fissazione che gli prendevano questo bambino… e quindi non lo so boh… se ne è scappata?… che cazzo ne so… ora martedì vediamo nell’autopsia”. Sono le 21.42 del 9 agosto 2020. Il giorno dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Viviana Parisi, la deejay di 43 anni, scomparsa il 3 agosto dello scorso anno nei boschi di Caronia (Messina) dopo un incidente stradale in galleria Turdi sull’Autostrada Messina-Palermo. La donna e il figlio Gioele di 4 anni, che era con lei, scompaiono nella vegetazione. Il corpo di lei verrà ritrovato dopo cinque giorni, la sera dell’8 agosto, quello del bambino il 19 agosto, sempre nei boschi.

Quella sera, il marito della donna, Daniele Mondello, anche lui deejay, parla con un amico, Tonino. “Lei era malata, diceva sempre che mi sarebbe successo qualcosa a me e al bambino. A me e al bambino. Aveva sempre queste paure allucinanti, delle paure pazzesche”, dice Daniele nelle intercettazioni visionate dall’Adnkronos. E aggiunge: “secondo me gli è scoppiato il cuore… – dice senza sapere di essere intercettato – gli è venuto un attacco cardiaco… troppo caldo, troppo…”. L’amico, Tonino, gli dice: “sì, ma c’è qualcosa che non va, secondo me, dico…”. E Daniele: “Sì, perché non si trova il bambino, quella è una cosa strana”. E aggiunge: “mi stanno massacrando, per quello che mi dicono… io non leggo niente”. E l’amico: “tipo che la colpa è tua. Ma che cazzo…”. Il marito della donna replica: “che cattiveria. Ma che ne sanno le persone di quello che ho passato io”. “Non si è voluta fare aiutare, io ho fatto il possibile, ma…”. Quando l’amico gli prospetta l’ipotesi che qualcuno possa avere preso il bambino, che poi verrà ritrovato solo il 19 agosto, Daniele dice: “a me sembra difficile, perché lei era malata, capito? Aveva questo problema qua, di persecuzione, hai capito? Si spaventava che…”. “Le è venuto qualche attacco cardiaco e il bambino è rimasto là solo come un cane”.

Nella richiesta di archiviazione la Procura di Patti (Messina), che ha coordinato l’inchiesta per omicidio e omissioni di atti di ufficio, scrive che la donna avrebbe prima strangolato il figlio e poi si sarebbe tolta la vita lanciandosi dal traliccio, ai piedi del quale è stata trovata nel pomeriggio del 6 agosto. Per suffragare questa ipotesi, il Procuratore capo di Patti Angelo Vittorio Cavallo, ribadisce che la donna aveva seri problemi psicologici, emersi anche dalle intercettazioni telefoniche a ambientali a parenti e amici di Viviana Parisi. Come questa in cui il marito, poche ore dopo il ritrovamento del cadavere ammette all’amico Tonino che la donna soffriva di manie di persecuzione. Daniele, sempre dalle intercettazione visionate dall’Adnkronos, ribadiva come sua moglie soffrisse di manie di persecuzione, ritenendo di essere inseguita e pedinata, addirittura, da macchine di grossa cilindrata (”…. e invece con l’incidente, là si è cacata di sotto, chissà cosa gli è sembrato, ha pensato chissà ora cosa succede, o magari gli sembrava di essere inseguita. Perché lei mi diceva così, il fatto di essere seguita… che la seguivano con le macchine grosse… per esempio ti vedeva a te che avevi la macchina, che tu hai la X… là… che cazzo è… e a lei gli sembrava che inseguivano a lei se è il caso. Diceva che la inseguivano macchine grosse. … Aveva questa cosa qua. Sì sì. Che la seguivano, che la guardavano… sì, manie di persecuzione. … e si si… si fissava, si fissava…”).  Poi Daniele Mondello ipotizza all’amico che Viviana, subito dopo l’incidente, potesse essersi nascosta, sottraendosi volontariamente a chi la stava cercando, nella convinzione che le avrebbero tolto il bambino, alla luce dei suoi ”anomali” comportamenti (‘‘…. martedì pomeriggio così… non lo so… non mi ricordo bene, perché ero in giro. Mi è venuta questa cosa qua. Forse lei, che ne sappiamo, è possibile che si sia prima nascosta e poi… si, nascosta e non la vedevano. Magari lei passava e vedeva i lampeggianti e quindi si è nascosta, si spaventava. Pensava, ora qua mi prendono il bambino. Chissà cosa gli faceva dire la testa”).

Inoltre, per andare nelle trasmissioni televisive che parlavano della morte della moglie Viviana Parisi e del figlio Gioele, Daniele Mondello voleva soldi “molti soldi”, “almeno cinquemila euro”. In cambio di una presenza “esclusiva” in una tv nazionale. E’ quanto emerge da una intercettazione del 10 ottobre 2020 tra lo stesso deejay e il cognato, Roberto Parisi. “Hanno chiamato papà, Antonio Nicodemo!”, dice il cognato. E Daniele: “Eh. Che è successo?”. “Eeeh… no, niente. No… gli chiedevano… siccome loro non ci sono lì in studio… perché sono a Cosenza per un altro caso… Allora hanno chiesto a papà se… se se la sentiva di andare in studio. Lì a Milano”. “Addirittura…”, dice Daniele. E il cognato: “sì. Dice che…vabbè… oltre alle spese dei viaggi e tutto quanto… dice che gli danno pure qualcosa”. “Se vuole andare…”. “Però lui non vuole andare perché dice: “minchia! Il coronavirus… poi è una sfacchinata!””. E Daniele aggiunge: “ma infatti, mi sto facendo preparare il messaggio da…”. “Eh, no. Ma infatti io ti ho chiamato perché… perché siccome, so che tu… ti avevano chiesto anche a te… e a questo punto…”. E il marito di Viviana risponde: “no, ma io… io cerco loro molti soldi. Non mi interessa. Se mi vogliono … (incompr…) altrimenti non ci vado”. Roberto: “mi ha detto… ti danno anche qualcosa”. “Se già mio padre gli ha detto che gli dà dei soldi… eh… tu, pure, gli puoi chiamare e dire: “vengo…”. E Daniele risponde: “sì. Ma infatti mi sto preparando il messaggio da Claudio (il cugino avvocato ndr). Lo hai sentito ieri… me lo scrivi? Gli ho detto di preparare il messaggio che io… per il fatto dell’associazione… per la serata… per tutto quanto… io ho bisogno di soldi. Va… cioè…”. “Per avere ‘ste cose. Quindi adesso, vediamo… omissis … eh,vediamo. Organizziamo. Io gli avevo detto di no. Ora”. “Vediamo Roberto, quanto mi danno, perché sennò non mi muovo. Non mi interessa. Perché non mi interessa”. “Io, fosse anche mille euro, ci andrei di corsa”, dice il cognato. Ma Daniele Mondello non ci sta e replica piccato: “ma quale mille euro, Roberto! Sì, mille euro! Ma non esiste! Almeno… ma… il più scarso deve essere cinquemila euro!”.

Tragedia Viviana Parisi: così i familiari tentarono di nascondere ai pm un precedente tentato suicidio

Nessuno doveva sapere del tentato suicidio di Viviana Parisi, la deejay morta la scorsa estate con il figlio Gioele. Neppure gli inquirenti che indagavano sulla scomparsa e poi sulla morte di madre e figlio. E’ quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche e ambientali inserite dalla Procura nella richiesta di archiviazione dell’inchiesta, e visionate dall’Adnkronos. “E’ appena uscita adesso, al telegiornale, che hanno trovato il secondo certificato, di quando mia sorella ha tentato il suicidio…”, dice la sorella di Viviana, Denise Parisi, al suo compagno. La donna specificava che di questa vicenda non ne aveva fatto parola con nessuno ”…che io non ho detto nulla a nessuno, ovviamente…’‘. “Effettivamente Denise Parisi, escussa in data 5 agosto, si era ben guardata dal riferire tale circostanza agli inquirenti, pur se di indubbia rilevanza – scrive il Procuratore capo Angelo Vittorio Cavallo – . Il suo compagno la rassicurava, dicendole che loro non potevano anche non saperlo (….e va beh, potevamo non saperlo no?!!). Dall’evolversi della conversazione, si comprendeva come anche il suo compagno fosse a conoscenza dell’intera vicenda; costui, addirittura, suggeriva a Denise di negare di aver mai visto quel certificato o comunque di essere a conoscenza del suo contenuto, qualora qualcuno glielo lo avesse richiesto (”… tu questo certificato lo hai visto che l’hai visto, e c’è scritto altro, quindi, hai capito? … … cioè, se chiunque ti dice… senti,guarda, a me non risulta!!…”. ”… Eeeh… io mia sorella l’ho vista e l’ho vista sana e a me risul… anche l’altro certificato che invece ho visto, eeh, diceva tutto una cosa diversa di quello che han detto loro!…”). “Comunque, e boh…tanto doveva venire fuori, Cica, lo sappiamo viene tutto fuori adesso eh…e se anche, ti faccio un esempio, tua sorella aveva uno scheletro nell’armadio qualsiasi, verrà fuori …”, dice il compagno Emanuele. “Se faccio un esempio se tua sorella aveva l’amante viene fuori, Daniele aveva l’amante verrà fuori…”. “Adesso verrà fuori tutto, tutto, tutto, tutto… comunque…”.

“E’ vero che doveva andare là, alla Piramide della Luce, perché lei gliel’aveva detto anche a Carmen che doveva andare là per… santificare suo figlio, che cazzo ne so, lei doveva andare là, te lo dico io, poi lei ha avuto…”, dice Mariella Mondello, sorella di Daniele Mondello, marito della deejay, parlando ancora con l’amica. “E’ andata fuori di testa” dopo l’incidente in galleria, “si è spaventata, è impazzita perché a lei bastava poco capito?”. La donna ricorda all’amica le allarmanti frasi pronunciate da Viviana durante le sue recenti crisi (”Mondello: … lei diceva quando era… lei diceva che quando aveva le crisi… ah… io non voglio vivere in questa vita, non mi piace, questa vita non voglio vivere più in questa vita… capito? … perché lei stava male, cose…”). L’amica le dice: “cioè, purtroppo la depressione è così…”. E la cognata di Viviana replica: “io ho fatto tutto il possibile, è stata lei che non si è fatta aiutare…”.

“Sono arrabbiata con Viviana … io sono arrabbiata perché lei, va… a mio nipote me lo ha ammazzato lei! Per la sua testa, per le sue cose, noi ci abbiamo messo tutto il nostro impegno, ma lei non si è voluta curare…!”. A parlare al telefono, senza sapere di essere intercettata, è Mariella Mondello, la sorella di Daniele Mondello. Se agli inquirenti il marito e la cognata dicevano che la donna era una madre amorevole e una moglie devota, la realtà, ascoltando le intercettazioni, visionate dall’Adnkronos, sembra essere diversa. Parlando con l’amica Vincenza, il 10 agosto, cioè all’indomani del ritrovamento del cadavere, la donna ricordava anche come i genitori di Viviana avessero fatto ben poco per aiutare la figlia (”… i suoi genitori, non abbiamo avuto il supporto, glielo ‘avevamo detto noi ‘scendete, curiamola…”), da tempo in preda ad una forte depressione. Il 20 agosto, parlando con un’altra amica, Mariella rincara la dose. “Sempre con il senno del poi… questo bambino non doveva essere lasciato solo con sua madre…”, le dice Enza, l’amica. E Mariella Mondello risponde: “quella un bastarda era, mio fratello, quella mattina, gli aveva…”. E l’amica: “Perché era una pazza… era una pazza…”. Maria: “una mattina… quella mattina gli ha detto: vengo anche io… lui… no no… (gne…. gneeee), e dice gli aveva attaccato… poi gli ha detto che voleva venire perché mi sento un poco male e non voleva restare da solo e lei se ne è “fottuta” , no, doveva andare da sola, dice che lui stanotte se l’è sognata e lei gli ha detto che dice che lei stava andando la’…”. In un’altra conversazione telefonica intercettata la cognata della deejay si sfoga: “lei (Viviana, ndr) ogni tanto diceva: io non voglio vivere in questo mondo… lei l’ha detto ah! Lei l’ha detto durante il lockdown, a me questo mondo… e piangeva… non mi piace!”. Maria, come emerge dalle intercettazioni della Procura di Patti, inserite nella richiesta di archiviazione, rimproverava al fratello di essere stato sempre troppo accondiscendente con la moglie e di averle permesso di uscire in auto da sola, la mattina del 3 agosto, portando con sé il figlio Gioele, nonostante conoscesse le sue condizioni di salute. “Mio fratello, per evitare… dice lei si stava alterando, per evitare che si alterasse, come sempre, perché mio fratello evitava, dice: va bene, va, vai da sola, ma portati il telefono… portati il telefono… e lui dice: lei gli ha detto: si, si l’ho preso… invece il telefono lei, ho pensava di averlo in borsa, perché lei lo lasciava dentro questo telefono, o non lo ha preso apposta non lo so. Dopo di che se n’e andata.…”.

Dopo l’ennesima crisi di Viviana Parisi, la deejay trovata la scorsa estate senza vita nei boschi di Caronia pochi giorni prima del figlio Gioele di 4 anni, i familiari la volevano portare da un esorcista. E’ quanto emerge ancora dalle intercettazioni telefoniche e ambientali inserite dalla Procura di Patti nella richiesta di archiviazione dell’inchiesta, e visionate dall’Adnkronos. Secondo gli inquirenti Viviana avrebbe strangolato il figlio e poi si sarebbe uccisa lanciandosi da un traliccio. “Tutte ‘ste crisi… ma senti, andiamo dal prete? La volevo portare dal prete, quello là di Gazzi, che è un prete esorcista…”, dice Mariella Mondello, cognata della deejay, parlando con un’amica il 20 agosto 2020, cioè il giorno dopo il ritrovamento del piccolo Gioele. “Poi una le pensa tutte…”, dice Mariella Mondello. E l’amica Daniela replica: “e non ci è voluta venire?”. “No, per carità, al solito suo…!”.

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