La scuola ricomincia con lo spettro Dad e l’incubo restrizioni, ma a che serve il Green Pass se è tutto come prima?

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Il Covid, la scuola e le (contradditorie) affermazioni del Ministro Bianchi: gli studenti tornano in classe, e con essi lo spettro di una Dad che non c’è – al momento – ma in realtà c’è. E spieghiamo il perché

Oggi, 13 settembre, riparte la scuola in nove regioni italiane e nella Provincia Autonoma di Trento. Riparte in presenza, o forse no. Boh. Non si sa. Sì, per ora. Ma vediamo. Cambio di passo rispetto all’anno scorso? Nì, anzi no. Non è cambiato nulla. Si cambia perché nulla cambi. Ma sono del mestiere, questi?

Le affermazioni di ieri del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, oltre a far riflettere – e anche un po’ preoccupare – risultano alquanto contradditorie. E’ già successo? E’ già successo. “E’ scritto chiaramente nel decreto del 6 agosto, il 111: se in un istituto si certifica un focolaio, si isola l’istituto. Se il contagio è in una classe, si isola la classe. Non vedremo più intere Regioni con i plessi chiusi per il Covid. Abbiamo scelto un approccio strutturale per non tornare più in Dad. La scuola sarà l’ultima cosa che chiuderà nel Paese”, ha detto Bianchi in un’intervista a Repubblica. Bene, bravi. Grandissimi. Finalmente non si chiude un’intera regione o un intero istituto. Ottim… ah no, già era così nella scorsa Primavera. Cosa? Ebbene sì. Il nuovo Governo Draghi già dal nuovo anno aveva preso a cuore le sorti della scuola: più attenzione, meno superficialità o banchi a rotelle. Quindi niente più decisioni affrettate da affidare ai Governatori (vero, Spirlì e De Luca?), niente scuole chiuse per intere regioni anche solo per piccolissimi focolai di paesini isolati. Maglie più larghe, insomma. E non era il caso di allargare ancora, dopo una campagna vaccinale che prosegue a gonfie vele e dopo l’obbligo del Green Pass disposto proprio per le scuole?

E invece no. Si invoca l’obbligo, si estende il Green Pass per il personale scolastico… e poi? E poi, anche solo per un solo caso positivo, magari di un bambino vaccinato, si chiude comunque un’intera classe! Come a marzo. Come prima. Come un anno fa. Come quando si era all’inizio della campagna vaccinale e il certificato verde non c’era. E allora, così, a cosa serve il Green Pass? A cosa serve vaccinarsi? Se “il Green Pass è libertà”, se “il vaccino è libertà”, se questi due elementi servono “a non richiudere più”, allora perché un’intera classe sarà costretta subito alla Dad per un singolo caso di un bambino positivo asintomatico? Dov’è il passo avanti? Non solo. Il personale scolastico già vaccinato è al 93%, mentre due terzi degli studenti vaccinabili (quelli dai 12 ai 19) hanno già ricevuto la somministrazione”. Lo ha detto sempre Bianchi. E’ un numero enorme. E, ha aggiunto sempre a Repubblica, “le scuole saranno sicure”. Ma come? Se le scuole saranno sicure, ed è giusto che sia così con il 93% del personale scolastico vaccinato e con due terzi di studenti vaccinati, allora perché chiudere una classe con un solo caso positivo di un bambino asintomatico? Perché già di per sé un ragazzo ha risicate possibilità di avere forti sintomatologie, a maggior ragione se vaccinato. E i bambini sotto i 12 anni, si direbbe? Loro non sono vaccinati. Giusto, ma loro non sono il problema. Il problema, quello vero – lo hanno detto sempre “loro” – non erano i nonni che sarebbero stati contagiati dai bambini positivi? Bene, ora quei nonni sono vaccinati, quindi in realtà sono al sicuro. Oppure no? Lo sono, per “loro”, ma il bambino positivo è meglio se dal nonno non ci va. E allora cosa lo vogliamo l’obbligo? Cosa lo vogliamo il Green Pass? E’ un mezzo per stare al sicuro e in libertà, ma intanto chiudiamo lo stesso. La contraddizione vera e propria.

Quello che emerge da queste parole è abbastanza preoccupante. Ma, soprattutto, deve far aprire gli occhi a chi pensa che la Dad non esisterà più. La Dad comincerà a partire da domani, al primo caso positivo di un bambino di un qualsiasi istituto d’Italia. Perché per forza di cose, vaccino o meno, Green Pass o meno, il virus circolerà tra bambini e ragazzi esattamente come cinque mesi fa e come un anno fa. Perché – qui altra parentesi – nulla si è fatto per ciò che si doveva fare, dalla ventilazione all’eliminazione delle classi pollaio. E così nuovo positivo significherà intera classe in quarantena. Solo quella? No, proprio no. A sentire alcuni dirigenti scolastici, la riflessione è più ampia: oltre alla classe, infatti, anche per un solo ragazzo positivo andrebbe in quarantena – dai 7 ai 14 giorni – il docente che in quella classe ci è entrato per almeno 15 minuti. Questo significa una media di 6-7 docenti in quarantena, con le classi non contagiate che risentiranno comunque dell’assenza del Professore. Una sorta di Dad che non c’è ma c’è. Insomma, una mezza presa in giro…

Un esempio, per chiudere, in risposta a chi potrebbe rispondere: “cosa fareste voi?”. L’esempio è il calcio e le squadre professionistiche. Quanti positivi continuano ad esserci tra i calciatori? L’ultimo, tra le big, l’attaccante del Milan Giroud. Vaccinato, positivo (giorno 2), asintomatico. Una settimana di quarantena, da solo, a casa, mentre il resto della squadra ha continuato ad allenarsi e giocare regolarmente. Venerdì 10 negativo, ieri in tribuna per il match contro la Lazio. Trattato come se avesse avuto un normale infortunio. Perché c’è il vaccino, perché c’è il Green Pass. E così ha un senso. Ma deve averlo sempre, per tutti, per ogni settore. A maggior ragione per la scuola, certamente più importante di una partita di pallone. Perché così, per scuola e non solo, garantisce davvero libertà? Estendiamolo, se vogliamo, ma non chiudiamo più nulla. Altrimenti è solo fuffa…

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