Caso Denise Pipitone, la ricostruzione a 17 anni dalla scomparsa: la bara bianca, la pista rom e il velo di omertà che inizia a cadere

StrettoWeb

Sono passati 17 anni dal 1° settembre 2004, giorno della scomparsa di Denise Pipitone: una lunga attesa fra dolore, presunti avvistamenti e ipotesi. Oggi l’attenzione sul caso è tornata più viva che mai e il velo di omertà sembra iniziare a cadere

Un giorno come tanti, il primo del mese di settembre. L’estate volge verso il termine ma al Sud Italia, in particolare in Sicilia, le temperature restano alte. È quasi mezzogiorno, fra le vie di Mazara del Vallo si respira odore di mare misto a quello del cibo che viene preparato nelle case. Una nonna è ai fornelli, una bimba esce sull’uscio di casa in via Domenico La Bruna a giocare con il cuginetto, per poi scomparire nel nulla. Sono passati 17 anni da quel 1° settembre 2004, quella bimba è Denise Pipitone e ancora oggi, nel 2021, di lei non si ha alcuna traccia.

La scomparsa, le prime indagini: le figure di Anna Corona e Jessica Pulizzi

Denise non si trova, sembra essersi volatilizzata. La famiglia la cerca in lungo e in largo, Mazara del Vallo è un paesino siciliano: all’ora di pranzo, nel giorno del mercato rionale, è impossibile che nessuno si sia accorto di nulla. Mazara del Vallo è un paesino siciliano: forse qualcuno sa, ma preferisce farsi i fatti propri. Le prime indagini, macchiate da errori grossolani fra microspie mal posizionate e perquisizioni sbagliate, nonchè ostacolate da strani comportamenti degli attori in causa, virano sulle figure di Anna Corona e Jessica Pulizzi, rispettivamente ex moglie e figlia di Pietro Pulizzi, attuale marito di Piera Maggio.

La relazione fra Piera e Pietro rischia di essere il più classico dei moventi: una famiglia ‘rovinata’ che cerca vendetta per restituire il torto. In particolare Jessica Pulizzi, figlia di Anna Corona, non ha mai nascosto l’odio verso Piera Maggio, accusata di aver posto fine al matrimonio della madre. Il processo a suo carico ha portato all’assoluzione nonostante alcuni punti siano rimasti sempre poco chiari. Recentemente Anna Corona è tornata a parlare difendendo se stessa e la sua famiglia e aprendo, addirittura, alla possibilità di riconciliazione e aiuto verso Piera Maggio. Proposta caduta, ovviamente, nel vuoto.

Denise è ancora viva? Il ritrovamento della bara bianca

La posizione della famiglia è sempre stata chiara: Denise è stata rapita, Piera Maggio non si è mai rassegnata all’idea che la sua bimba possa essere stata uccisa. Può sembrare brutale quanto segue, ma in questi casi, fin quando non si trova un corpo non si ha mai la certezza. E anche questa resta pur sempre una fonte di speranza. Un evento però ha fatto vacillare ogni sicurezza. Indagando nelle campagne limitrofe a Mazara del Vallo, venne trovata una piccola bara bianca, misura da bambino. La bara era vuota e il rilevamento del DNA prelavato non combaciava a quello della piccola. Il ritrovamento resta pur sempre un simbolico, ne è tornata a parlare recentemente anche l’ex PM Maria Angioni: qualcuno ha voluto lanciare un messaggio, Denise Pipitone è stata uccisa? Oppure si trattava solo di un semplice depistaggio? Piera Maggio ha continuato e continuerà a cercare sua figlia, viva.

La pista rom: Danas e l’avvistamento di Felice Grieco

Se la pista interna a Mazara del Vallo è finita in un vicolo cieco, seppur non sia mai stata accantonata del tutto, le indagini si sono occupate parallelamente della possibilità che a rapire la piccola possano essere state altre persone. Si tratta di gente assoldata, magari per conto di qualcuno che Denise la conosceva bene e aveva ben in mente il suo macabro intento: quello di colpire, attraverso una bimba di 4 anni, la madre Piera. La pista riguardante un possibile intervento dei rom ha preso sempre maggior vigore. I rom solitamente non rapiscono bambini, ma come spesso accade in questi casi, quando c’è da addossare la colpa a qualcuno è facile puntare il dito verso ‘il diverso’. Eppure, anche in questo caso, esistono degli elementi rimasti sempre nel torbido delle indagini. Una telefonata arrivata a Piero Pulizzi da un telefono presente in un campo rom ha dato il via a perquisizioni e controlli un po’ in tutta Italia. Di Denise nessuna traccia, quantomeno in Sicilia.

A pochi mesi dalla scomparsa infatti, avviene un avvistamento in quel di Milano che ancora oggi è una delle più grandi fonti di speranza riguardanti il fatto che Denise sia ancora viva. Di segnalazioni e presunti avvistamenti ne sono arrivati a centinaia in questi anni, ma quella di Felice Grieco è stata ritenuta decisamente credibile. La guardia giurata ha registrato, con il proprio telefono, un video nel quale riprende una piccola bimba, alla quale una donna rom si rivolge con il nome di Danas. Il viso sembra incredibilmente somigliante, Grieco chiede aiuto ma una volta arrivata la polizia la bimba e i rom sono già spariti. Il rimorso è vivo ancora oggi nell’uomo che non ha mai smesso di rendersi utile alla causa. In tutti questi anni, la pista rom non ha mai portato ad un risultato concreto.

Denise Pipitone e Danas

Olesya Rostova, la Denise russa: il circo mediatico e il DNA in diretta

Dopo anni di silenzio, mentre il caso Denise Pipitone aveva perso interesse mediatico e rischiava di ridimensionarsi allo stoico e costante lavoro della famiglia, un episodio particolare ha contribuito a regalare nuova linfa alla vicenda. Dalla Russia, una giovane ragazza di nome Olesya Rostova, afferma di essere stata rapita da una donna rom e portata nell’Est Europa, fino ad arrivare in Russia. Non ricorda granchè del suo passato, ma alcune foto paragonate a quelle di Piera Maggio lasciano tutti di stucco. Del resto, oggi Denise è cresciuta e sarà estremamente diversa dalle foto che circolano di lei a 4 anni. Diversa sì, ma non completamente. La somiglianza si rivela una forte suggestione, una trasmissione tv russa si regala popolarità, ascolti e follower tenendo tutti sulle spine per diverse puntate in cui ospita la giovane Olesya. La prova del DNA, mostrata in diretta all’avvocato Frazzitta, in uno studio che sembrava più essere una puntata di una serie tv che una trasmissione finalizzata al ritrovamento di una ragazza scomparsa, ha dato esito negativo: Olesya non è Denise.

Le nuove indagini

Olesya Rostova non è stata una perdita di tempo. La vicenda ha contribuito a ‘esportare’ il caso di Denise Pipitone al di fuori dei confini italiani. Senza contare la grande eco mediatica che quanto accaduto ha avuto in Italia. Le tv hanno ritrovato interesse in merito al caso, grazie alla spinta dei social, che nel 2004 non esistevano, Denise Pipitone finisce in tendenza e diventa un argomento caldissimo. Si torna ad indagare, con nuove strumentazioni, a scavare nel passato e nel presente. Le indagini si riaprono e ‘Quarto Grado’ fa sapere che Anna Corona e Beppe della Chiave risultano iscritti nel registro degli indagati. Diversi testimoni si sono fatti avanti, in forma più o meno anonima, rivelando informazioni importanti ai fini delle indagini con nomi e ricostruzioni dei fatti al vaglio degli inquirenti. Il velo di omertà inizia a cadere. Piera Maggio quest’oggi ha lanciato un nuovo appello: “sono passati 17 anni, apritevi il cuore e dite la verità“.

Condividi