Reggio Calabria in ginocchio fra emergenza idrica e spazzatura. “Evitiamo il Covid per morire di altro”: lo sfogo di un cittadino in lacrime

StrettoWeb

Emergenza idrica e montagne di spazzatura, Reggio Calabria non può essere definita “Città Metropolitana”: lo sfogo di un cittadino con le lacrime agli occhi

La speranza che qualcosa possa cambiare, ma poi non cambia nulla. Anzi, se qualcosa cambia è probabile che cambi in peggio. Una speranza condivisa da molti a Reggio Calabria, ormai da anni, quella di risolvere problemi con i quali i cittadini sono abituati a convivere come fosse normale. L’emergenza idrica e la spazzatura in strada, del resto, sono diventate la quotidianità di tutti. C’è però chi a Reggio Calabria, per motivi di lavoro, non ci abita più da diversi anni, ma fa ritorno, ogni volta che può, ben volentieri. E quando vede lo stato in cui peggiora la città ogni volta, non può far altro che avere le lacrime agli occhi.

Alla redazione di StrettoWeb è arrivata la segnalazione di un signore di 49 anni, originario di Gallico, ma trasferitosi lontano da Reggio Calabria da 30 anni, per motivi di lavoro. Parole cariche di tristezza che descrivono una situazione che, vista con gli occhi di chi viene da fuori, nonostante sia reggino dentro, fanno ancora più male. Come possiamo pensare ad un’offerta turistica in queste condizioni? Con che coraggio facciamo crescere i nostri figli in uno stato di degrado tale in cui non si ha nemmeno l’acqua in casa, mentre le strade pullulano di topi e spazzatura? Parliamo di misure igieniche di base da rispettare per evitare il Covid (per altro complicate da rispettare senz’acqua…), ma qui si rischia di morire per ben altri motivi. Di seguito riportiamo le parole del nostro lettore:

“Sono un reggino di 49 anni, originario di Gallico, che come tanti altri per motivi di lavoro, 30 anni fa sono andato via da qui. Come dicevo, in questi 30 anni ho vissuto anche momenti di nostalgia per questa terra e ho sempre sperato che prima o poi le cose sarebbero cambiate in positivo.

Nonostante qui vivono ancora i miei genitori, purtroppo lo scorso anno causa pandemia, di comune accordo, abbiamo deciso di non venire in ferie e quest’anno ero strafelice di ritornare per fare 10 giorni in questo bellissimo mare.

Ahimè purtroppo le cose vanno di male in peggio. Ho trovato una situazione di degrado che mi viene da piangere. Prima cosa: la totale mancanza di acqua, e quando dico totale intendo TOTALE! Ogni giorno sono costretto a caricare la macchina di taniche e andare in giro a cercare una delle tante fontanelle per fare la scorta necessaria per mantenere le minime condizione igienico sanitarie tanto raccomandate da tutti i massimi esponenti della sanità e da i media in questo ultimo anno e mezzo causa COVID.

Scene viste solo in televisione nei documentari dei paesi dell’Africa che mostrano le persone in coda ai pozzi per rifornirsi. Ma come si possono mantenere queste condizioni tanto raccomandate se non c’è acqua? Non parliamo della situazione immondizia. Montagne! Perché solo cosi si possono definire. In alcuni posti, vista l’enorme quantità, con le auto si pratica il senso unico alternato per poter circolare e stando anche bene attenti a non finire in una delle tante voragini che ci sono per strada? Qui si rischia: a stare attenti a non contrarre il Covid, nel frattempo, ci si ammala per altro.

Ora mi chiedo, quali sono i parametri che hanno fatto assegnare a questa città il titolo di “Città Metropolitana ” se non funziona NIENTE? Come possiamo pretendere di portare turismo, e di conseguenza lavoro per i residenti, se si continua a regredire? Come posso io, in coscienza, consigliare a un amico o conoscente di venire in ferie qui se poi non si riesce a dare le minime condizioni necessarie a trascorrere una serena vacanza.

Questo mio sfogo è dettato dall’amore che ho per questa terra, e dal fatto che ho avuto la fortuna grazie al mio lavoro di girare l’Italia in lungo e in largo. Ho visto posti che non hanno niente di più ma che hanno saputo sfruttare le poche risorse e creare lavoro e quindi benessere. Anche se ho forti dubbi, spero che questa mia mail serva a qualcosa. Vi ringrazio e vi chiedo di lottare affinché un giorno questa città possa veramente vantarsi di essere METROPOLITANA”.

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