Omicidio Vanessa Zappalà: quel messaggio premonitore sui social dell’ex fidanzato e uno Stato che non sente il grido d’aiuto [FOTO]

StrettoWeb

Un’immagine di copertina pubblicata da Tony Sciuto su Facebook che oggi fa discutere e pensare che sarebbe potuta andare diversamente

Uno Stato che non sente il grido d’aiuto di una figlia, di una donna. Quella di Vanessa Zappalà è l’ennesima tragedia che si registra in Italia, il 41° femminicidio del 2021. Un delitto atroce che ha spezzato un’altra giovane vita, davanti al quale non è possibile restare indifferenti. Non si può perché quell’uomo, che poi si è tolto la vita, che ha sparato i colpi di pistola in mezzo alla folla, tra gli amici della sua ex fidanzata, era già stato denunciato più volte per stalking. Sì, Antonio Sciuto era un pregiudicato, aveva il divieto di avvicinamento alla ragazza. La Procura di Catania aveva chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari che fosse posto agli arresti domiciliari, era quindi già molto conosciuto dalle autorità. Ma questo non basta. E lo Stato deve riflettere, tutti devono riflettere. Perché Vanessa è l’ennesima donna a diventare vittima di chi diceva di amarla, uccisa per un ‘no’, per un rifiuto, perché non si accetta la fine di una relazione. E fa ancora più male lo screen che sta circolando sui social: Antonio Sciuto poco più di quattro anni fa aveva pubblicato su Facebook un’immagine di copertina che, oggi, sa di messaggio premonitore. Una pistola in testa alla propria compagna, il simbolo di un sentimento malato, l’immagine di una ragazza che aveva gridato aiuto e lo Stato non è stato capace di salvarla. E ora non resta che il silenzio, un silenzio troppo rumoroso.

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