Messina e le sue opere: la storia del Labirinto di Arianna, il percorso in cui “si ritrova se stessi”

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Viaggio nella storia dell’arte messinese: oggi è la volta del Labirinto di Arianna, l’opera moderna realizzata da Italo Lanfredini

Il Labirinto di Arianna è invenzione, è intuizione, è fascino, è passione. Il Labirinto di Arianna è un’opera d’arte contemporanea che si trova all’interno della Fiumara d’Arte a Castel Lucio, in provincia di Messina. E’ stata realizzata nel 1990 da Italo Lanfredini – che rimase colpito dalla zona antistante, dalla cultura e dall’architettura del posto – ma l’idea originaria avvenne qualche anno prima, esattamente otto. Nel 1982, infatti, Antonio Presti – che commissionò il lavoro – perse il padre e volle commemorare un’opera in suo onore. Non un lavoro privato, ma pubblico, un bene per la comunità. Da qui nacque l’idea del Labirinto di Arianna, appunto. Lanfredini si lasciò andare, sviluppando la fantasia e utilizzando strumenti semplici. Così come Omero con Calliope, fu ispirato da una Musa, Arianna, la figlia di Minosse. Utilizzò solamente calcestruzzo e non lavorò per la realizzazione di un labirinto “regolare”, ma lasciò agli agenti atmosferici e alla volontà dei visitatori la “costruzione” della serpentina, che a detta sua ben si sposava con il territorio circostante. Per il trasporto di calcestruzzo servirono molti più viaggi e molto più tempo rispetto al normale perché la strada che portava all’opera, essendo molto ripida, non permetteva un carico totale dei mezzi per trasportarlo, ma solo a metà.

Oltre alla fantasia del Lanfredini dal punto di vista prettamente architettonico, questa si ritrovò anche nel significato dell’opera: un labirinto in cui non ci si perde, così come accade nella normalità, ma in cui si trova e in cui si incontra se stessi. Questa la metafora del mito di Arianna. E non per niente in questo labirinto non ci si perde mai, ma si segue un unico percorso che, alla fine, porta a un simbolico ulivo, una sorta di ritrovo della natura e della via della vita dopo il tortuoso percorso.

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