Edilizia in provincia di Messina: importanti e tangibili segnali di ripresa

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Edilizia in provincia di Messina: la nota di Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina e Pasquale De Vardo, segretario generale della Feneal Uil Messina-Palermo

“Anche quest’anno, come tradizione e consuetudine, la Uil Messina e la Feneal Uil Messina-Palermo, in prossimità del Ferragosto, diffondono l’esito dello studio e dell’analisi dettagliata dei dati relativi allo stato dell’edilizia nella città metropolitana di Messina. Un report che, per oltre un decennio, ha drammaticamente fotografato un costante disfacimento del settore dell’edilizia: un comparto che da sempre è stato il volàno per l’intera economia della provincia messinese. Finalmente, però, dopo un lunghissimo trend negativo che ha pesantemente decimato lavoratori ed aziende, emergono, in questo primo semestre del 2021, concreti ed incoraggianti segnali di ripesa che, nonostante la fase caratterizzata dalla grave crisi pandemica, evidenziano una tangibile controtendenza, in primis occupazionale, nel mondo dell’edilizia” lo hanno affermato Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale della Feneal Uil Messina-Palermo.


Studio curato ed elaborato dalla UIL Messina e dalla FENEAL UIL Messina

“La diffusione e pubblicizzazione del nostro analitico studio è basato su un’articolata elaborazione ed incrocio dei report statistici prodotti dalla Cassa Edile, dall’Inps e dall’Inail e rappresentano l’occasione  per lanciare, con la forza dei numeri, l’ennesimo appello finalizzato all’indispensabile rilancio del comparto delle costruzioni nella provincia di Messina. L’analisi dei numeri certifica come nel decennio trascorso la provincia di Messina ha pagato la totale mancanza di investimenti pubblici e la sostanziale cancellazione di Messina dai “radar” legati a qualsivoglia opzione legata a scelte strategiche di ampio respiro, linea che si è platealmente evidenziata con la totale assenza della nostra città metropolitana dagli investimenti previsti nel Pnrr deciso dal governo Draghi. Pertanto, la provincia di Messina paga le conseguenze causate dalle decisioni del governo nazionale che ha totalmente dimenticato il nostro territorio e dalla palese inadeguatezza politica ed amministrativa della classe dirigente regionale e, soprattutto, dalla evidente inadeguatezza politica rappresentata dall’amministrazione comunale e metropolitana di Messina guidate dal teatrante sindaco De Luca” hanno proseguito i due sindacalisti.

“Tornando ai numeri possiamo affermare che i dati fino all’avvento della pandemia erano terrificanti e, come se non bastasse, il 2020 ci ha consegnato dati agghiaccianti; finalmente, il primo semestre del 2021ha invertito il trend negativo:  

  1. nel giro di 10 anni i lavoratori occupati sono scesi da 14.687 del 2011 a soli 5.294 del 2020, mentre nel primo semestre 2021 sono tornati a crescere facendo registrare 5.830 lavoratori attivi in tutta la provincia;
  2. le imprese attive che sono il vero tessuto socio-economico si erano drammaticamente dimezzate, passando dalle 2.937 del 2011 alle sole 1.355 del 2020, mentre anche queste nel primo semestre 2021 sono diventate già 1.478;
  3. l’unico dato che non inverte il trend negativo è quello relativo alla piaga del lavoro nero che è vertiginosamente aumentato di oltre il 40%: i lavoratori in nero oggi presenti in un cantiere sono mediamente oltre il 75% della forza/lavoro: un’inaccettabile tragedia sociale che necessita interventi radicali da parte delle autorità preposte ai controlli e all’attività di contrasto di questo indecente e vergognoso fenomeno. La pandemia è stata una sciagura per tutti i settori e la giusta corsa finalizzata a garantire concreta solidarietà e l’indispensabile sostegno al reddito ha coinvolto, nella sola provincia di Messina, decine di migliaia di lavoratori. In questo quadro, dobbiamo denunciare come l’importante strumento della cassa integrazione ha evidenziato atteggiamenti fortemente censurabili da parte di tanti sedicenti imprenditori, i quali in maniera furbesca hanno approfittato della situazione attraverso l’utilizzo delle varie misure messe in campo a favore dei lavoratori che, però, sono stati costretti a proseguire nell’attività lavorativa rigorosamente in nero. Si tratta di un fenomeno indecente che, accanto alla palese truffa, all’elusione contributiva e all’abbattimento dei costi della sicurezza, rappresenta un modo di fare concorrenza sleale nei confronti delle imprese serie e sane che, seppur sempre meno, operano anche nella nostra realtà. Gli incoraggianti numeri del primo semestre 2021 sono legati alle attività provenienti dall’edilizia privata che sta sfruttando le misure relative all’eco-bonus, al sisma-bonus e all’ormai famoso 110%, previsioni legislative che hanno segnato positivamente la ripresa del settore e che si muovono in una linea di forte sostenibilità ambientale che non produce consumo di suolo” hanno continuato Ivan Tripodi e Pasquale De Vardo.

“E’ del tutto evidente che non vi è altrettanta fiducia per il rilancio dell’edilizia pubblica a causa dell’incapacità di chi non è riuscito ad utilizzare le immense risorse pubbliche a disposizione, a partire dagli oltre 750 milioni derivanti dai Patti per il Sud e dal Masterplan, non spesi e prossimi ad essere restituite al mittente… A Messina e provincia non vi è stata l’apertura di nessun grande o piccolo cantiere e non dimentichiamo che il nuovo porto di Tremestieri, nonostante i proclami e le dirette social, è fermo al 25% dell’opera o i famosi 115 cantieri annunciati dal sindaco De Luca che evidentemente esistono solo sulla carta. Quindi, lanciamo ancora una volta il grido d’allarme per sensibilizzare tutte le Istituzioni affinchè mettano in campo ogni azione per far sì che anche a Messina, come accade a Palermo e Catania, si avviino le opere finanziate e cantierabili. Auspichiamo che le risorse destinate dal Parlamento al risanamento della città potranno chiudere definitivamente l’epoca delle baracche, un’annosa vergogna sociale, e allo stesso tempo aprire prospettive per l’edilizia cittadina. In questa panoramica è necessario ricordare la gestione dei cimiteri messinesi che, a seguito di precise scelte dell’amministrazione comunale, ha prodotto la perdita del posto di lavoro a 10 lavoratori messinesi e, contestualmente, il mancato introito di rilevantissime risorse a favore del comune di Messina. Dobbiamo prendere atto che nel mentre l’amministrazione De Luca si caratterizza per noiosa e trita demagogia, ci sono le parti sociali territoriali, come i Sindacati e l’Ance, che cercano di intervenire per tentare di calmierare la paurosa ed inspiegabile impennata dei prezzi per le materie prime nel settore delle costruzioni. Pertanto, al fine di rendere reale e duratura la ripresa del settore è necessario prevedere una proroga della normativa in materia di bonus e destinare investimenti strutturali da utilizzare per la rigenerazione urbana, la riqualificazione delle periferie, l’edilizia scolastica e quella sanitaria e la messa in sicurezza del nostro territorio: tutte misure che possono rappresentare una risposta al bisogno occupazionale delle migliaia di lavoratori edili oggi disoccupati o, a causa del bisogno, inghiottiti dalla drammatica piaga del lavoro nero che equivale ad un serio rischio della vita a causa della totale assenza del rispetto delle regole e delle norme  sulla sicurezza” hanno argomentato i due esponenti della Uil.

“I segnali di ripresa nel comparto dell’edilizia sono positivi ed inequivocabili, ma certamente non sono da ascrivere alla capacità della politica regionale o dell’amministrazione De Luca. Noi non ci fermeremo, la Uil Messina e la Feneal Uil proseguiranno, con forza e senza reticenza alcuna, la battaglia per il lavoro e per la rinascita economico-sociale del nostro territorio che deve partire dalla ripartenza dell’edilizia. Viviamo una vicenda che va ben oltre la questione sociale ed investe la coscienza collettiva: non possiamo più consentire ai nostri giovani di emigrare lontano da casa in cerca di occupazione e di prospettive future che, oggi, con nostra grande rabbia, Messina non riesce a garantire” hanno così concluso Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil Messina-Palermo.

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