Il Gruppo di Iniziativa civica Rispetto Messina sulla delibera del piano tariffario per la gestione dei rifiuti: “ha tanti lati oscuri”

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Il Gruppo di Iniziativa civica Rispetto Messina: “la delibera sul piano tariffario per la gestione dei rifiuti, che prevede anche l’ennesimo aumento della Tari, presenta una serie di incongruenze e contraddizioni, che non sono state chiarite neanche nel corso del confronto svoltosi in Consiglio Comunale”

“La delibera sul piano tariffario per la gestione dei rifiuti, che prevede anche l’ennesimo aumento della Tari, presenta una serie di incongruenze e contraddizioni, che non sono state chiarite neanche nel corso del confronto svoltosi in Consiglio Comunale. Ma quel che emerge soprattutto è che l’impostazione data a tutta la problematica e le proposte di gestione del settore confliggono apertamente con le normative vigenti, ed in particolare con la legge Madia del 2016 e successive norme”. E’ quanto scrive in una nota il Gruppo di Iniziativa civica Rispetto Messina.Difatti, secondo tale legge in vigore un Comune (come nel caso in specie il Comune di Messina) – prosegue la nota- può trasferire un servizio pubblico essenziale ad una società partecipata solo se la stessa è strutturalmente in grado di espletare detto servizio, e ciò dovrebbe risultare nel relativo piano industriale. Se, come nel caso in questione, la società partecipata non è in grado di svolgere detto servizio o i servizi ad esso collegati, gli stessi non possono essere trasferiti ed affidati dalla stessa società affidataria ad altri soggetti, perché il servizio pubblico va svolto direttamente dal Comune o va messo a gara dal Comune stesso con evidenza pubblica. Per cui non può essere assolutamente la società partecipata ad affidare il servizio o i servizi ad altre società private, perché si verrebbe a creare un precedente “anomalo” di una società partecipata che prende denaro pubblico non per fare lavori ma per darlo ad altre imprese private con affidamenti diretti. A tale aspetto che evidenzia profili di illegittimità va ad aggiungersi una macroscopica contraddizione, che può anche far pensare ad una sorta di raggiro. È stato sempre sostenuto dall’Amministrazione comunale che la Messina Servizi Bene Comune non può svolgere alcuni servizi particolari, che fanno parte, però, di una societa che opera nel settore dei rifiuti e dell’igiene urbana, perché presenta un organico carente che andrebbe potenziato. Ma contestualmente l’Ente Città Metropolitana di Messina (che pare sia un ente strutturalmente deficitario) affida il servizio per “azione di tutela e valorizzazione della riserva naturale di Capo Peloro) a quella stessa Messina Servizi che non ha personale sufficiente per poter svolgere appieno i lavori affidatagli dal Comune di Messina. Delle due l’una, o la Messina Servizi è in condizioni di svolgere i propri compiti nel Comune di Messina, potendo assumere lavori anche da altri enti, o anche alla Città Metropolitana si vuole porre in atto una determinazione illeggittima, perché anche in questo caso la stessa Messina Servizi ha dichiarato che affiderebbe ad altri “le azioni” relative alla Riserva di Capo Peloro in quanto implicano specificità e professionalità particolari. Di fronte a questi palesi “giochi delle scatole cinesi” potrebbero intravedersi possibili danni erariali. Ed a prescindere da come andrà a finire con l’aumento della Tari ed aspetti collegati sarebbe opportuno, su tutta la vicenda, qualche intervento dei parlamentari nazionali al Ministro degli Interni, per chiedere eventuali azioni ispettive ed un approfondimento di altre Autorities che operano nel settore della trasparenza”, conclude la nota.

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