Previsioni ottimistiche del PIL nel 2021

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Dopo diciotto mesi di buio e oltre 127.000 decessi l’Italia sta tendando lentamente di rialzare la testa

Ripartenza. E’ la parola magica che si sta leggendo sui giornali o sentendo nei telegiornali e nei talk-show in queste ultime settimane. Dopo diciotto mesi di buio e oltre 127.000 decessi l’Italia sta tendando lentamente di rialzare la testa. Confidando in un’estate “italiana” come ai vecchi tempi riempita di turisti grazie anche al “green pass” e continuando la campagna vaccinale al ritmo di 500.000 somministrazioni sotto la direzione del generale Figliuolo si spera di raggiungere la famosa “immunità di gregge” entro la fine del mese di settembre. Avremmo così davanti un quarto trimestre di produzione industriale e consumi molto positivo ottenendo un rimbalzo del PIL superiore al 5% rispetto all’anno precedente.

Certamente avere un più 5% rispetto all’anno più difficile e peggiore dalla fine della Seconda Guerra Mondiale non né un risultato di per se straordinario, ma considerando come è cominciato l’anno si può considerare un risultato apprezzabile. Anche perché fino ad un paio di mesi fa la situazione era ancora molto compromessa e solo un’accelerazione della campagna vaccinale ha dato una spinta a riaprire tutte le attività commerciali nonché riportare a pieno regime le attività industriali. Ulteriore impulso alla ripresa del PIL sarà dato, inoltre, dal Recovery. I famosi 191,5 miliardi di € che arriveranno dall’Europa nei prossimi cinque anni. I primi 25 miliardi di € giungeranno nelle esauste casse dello Stato già questa estate e serviranno finalmente a cantierare quelle imponenti opere pubbliche che sono state per troppo tempo ferme a causa della pandemia. E poi realizzare quella “green economy” e la sistemazione del territorio dal punto di vista idrogeologico che è costato troppe volte all’Italia danni ingentissimi sia in termini di vite umane che di danni materiali. Operare, inoltre, una digitalizzazione del Paese e poi finalmente realizzare quelle riforme come P.A., giustizia e fisco che l’Europa ci chiede da almeno vent’anni e che noi non siamo stati in grado di realizzare.

Speriamo che in questa occasione l’Europa sia un po’ più tollerante rispetto al passato in considerazione dell’immane tragedia che ha colpito tutto vecchio continente. Anche se le prime dichiarazioni fatte poche settimane fa da autorevoli rappresentanti della Commissione Europea non sono assolutamente confortanti. Hanno fatto trapelare, infatti, che alcuni Paesi come Grecia ed Italia devono limitare le spese correnti facendo massiccio ricorso alla “spending review”. Aggiungendo che presumibilmente la pandemia si esaurirà alla fine dell’anno 2021 e che pertanto si potrà ricorrere già alla fine dell’anno 2022 al patto di stabilità. Questo sarebbe un errore gigantesco perché dopo la terribile pandemia che ha colpito l’Italia che purtroppo era già in recessione prima del 2020 bisognerebbe si fare attenzione alla spesa corrente ma avere una tolleranza temporale maggiore rispetto ai rigidi limiti imposti dal patto di stabilità. Riuscendo a mantenere lo “spread” sotto i cento punti base e se i politici metteranno per un po’ da parte i propri interessi partitici lavorando insieme e realizzando quelle riforme nell’interesse dei cittadini italiani potremo in due/tre anni ritornare ad avere in Europa quel ruolo guida che per anni ci ha contraddistinto nello scacchiere internazionale.

 

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