La Rivolta di Reggio Calabria, la celebrazione dei Moti a Piazza Sant’Anna

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La Rivolta di Reggio: l’intenso incontro, a cui hanno preso parte anche gruppi simpatizzanti arrivati da tutta la Calabria e dalla Sicilia, è stato moderato da Giancarlo La Monica, Presidente del Centro Studi Tradizione e Partecipazione

La Damnatio memoriae, era la condanna che veniva decretata nell’antica Roma a carico di personaggi che si erano macchiati di fatti gravissimi, ed è quello che, non si comprende bene per quale ragione, si sta verificando, ai giorni nostri, nei confronti dei fatti e degli eroici combattenti dei Moti di Reggio degli anni Settanta, quando l’orgoglio Reggino esplose impavido per difendere la città. La difesa della città, un sentimento che è ancora vivo in coloro che tengono viva la memoria di quelle giornate che hanno segnato con il sangue la storia Reggina. Una rivolta risoluta e spontanea di popolo che unito senza colori né appartenenze politiche ha indotto lo Stato a rispondere con l’invio dei mezzi pesanti dell’esercito, caso unico nel suo genere. In occasione della presentazione del libro “Aspomuntis karma” (Edizioni Città del Sole) scritto da Tommaso Iaria, Sindaco di Condofuri, i custodi del ricordo, sfidando le avverse condizioni meteo che hanno minacciato pioggia per tutto il pomeriggio, si sono riuniti a Piazza Sant’Anna, una delle storiche roccaforti dei Moti, per celebrare la memoria di quanti, senza il minimo interesse personale hanno perorato la causa della città. L’intenso incontro, a cui hanno preso parte anche gruppi simpatizzanti arrivati da tutta la Calabria e dalla Sicilia, è stato moderato da Giancarlo La Monica, Presidente del Centro Studi Tradizione e Partecipazione, ha registrato toccanti momenti di commozione specie quando, con l’intervento del Senatore Renato Meduri, sono stati rievocati i fatti e i protagonisti di quelle storiche giornate, raccontate accoratamente da uno degli ultimi protagonisti viventi di quei giorni. “Una risposta di piazza che è ritornata alla piazza”, evidenzia il sociologo Fulvio D’Ascola, in un momento così difficile per il mondo intero dove la voglia della condivisione fisica e mentale, il recupero di “ciò che siamo” e la riscoperta del “da dove veniamo”, supera decisamente il distacco e la sicurezza dei freddi ed impersonali social network. “Reggio ha una grande storia- tuona Nicola Malaspina- ed è destinata ad un grande futuro, un futuro che non può esimersi dall’essere traghettato dal ricordo delle gesta di coloro che la resero grande, con il contestuale invito rivolto da Ernesto Siclari, di Reggio 70, a Tommaso Iaria, a mettere per iscritto in una prossima pubblicazione la storia dei Moti, vera, nuda e cruda, affinchè diventi parte integrante di una memoria collettiva che allo stato è appannaggio di pochi”.

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