Berrettini chiude la bocca ai critici: “volevo andare alle Olimpiadi anche da rotto, era il mio sogno fin da bambino”

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Berrettini respinge le critiche in merito al suo forfait dalle Olimpiadi: il tennista italiano sarebbe andato a Tokyo anche da rotto, ma non sarebbe stato competitivo

Accade spesso che gli atleti si dicano entusiasti di andare alle Olimpiadi, ma poi, nelle settimane precedenti all’evento, arrivi un forfait dopo l’altro per motivi più o meno legittimi. Il tennis è uno degli sport che ha perso più appeal a causa delle rinunce. Solo per citare alcuni nomi: Nadal, Federer, Thiem, Serena Williams, Sinner e Berrettini. Il tennista romano, finalista perdente a Wimbledon contro Djokovic, era la grande speranza azzurra per una medaglia olimpica visto il talento e il grande momento di forma. Un problema fisico, che lo terrà fuori per qualche settimana, lo ha costretto a strappare il suo biglietto per Tokyo.

Qualcuno ha iniziato ad insinuare che, con gli US Open alle porte e le Finals di fine anno, visto l’ottimo momento di forma e i tanti punti in palio nel finale di stagione, partecipare ad un torneo stancante come le Olimpiadi, con tanto di fuso orario, rischio Covid e zero punti per il ranking, non fosse ‘conveniente’ per Berrettini così come per molti di quelli che hanno rinunciato a partecipare. Ai microfoni de ‘La Stampa’, il tennista romano ha voluto fare chiarezza sulla vicenda spiegando: “era un appuntamento che aspettavo da due anni, visto il rinvio. Fino all’ultimo ho pensato di andare a Tokyo anche `rotto´, ma non avrebbe avuto senso, non sarei riuscito a fare quello che volevo, cioè lottare per una medaglia. Inoltre rischiavo di peggiorare l’infortunio. Dopo lunghe riunioni con il team ho deciso di lasciar perdere. Fin da piccolo vivere nel villaggio a contatto gli altri atleti era uno dei miei sogni. Altri la pensano diversamente, ma io non giudico. Va detto che è un’edizione difficile per via delle restrizioni e della mancanza di pubblico. Ora Parigi 2024 per me diventa un obiettivo ancora più importante“.

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