Saman Abbas, il Pm: “è stato un omicidio premeditato, ecco le immagini che incastrano zio e cugini”

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Saman Abbas: indagati i genitori, due cugini e uno zio

La Procura di Reggio Emilia contesta la premeditazione ai cinque indagati per l’omicidio di Saman Abbas, la ragazza 18enne di origine pakistana scomparsa dopo essersi rifiutata di sposare in matrimonio combinato un connazionale in patria. Lo ha confermato la procuratrice Isabella Chiesi. Indagati sono i genitori, due cugini e uno zio. Quanto al fatto che quest’ultimo sia ritenuto l’esecutore materiale del delitto, Chiesi si e’ limitata a dire: “Difficile sapere adesso chi e’ l’esecutore materiale, non sappiamo neppure la modalita‘”.

Saman Abbas, lite e urla coi suoi: “dammi documenti”

La sera del 30 aprile Saman aveva tentato di fuggire e ha avuto una violenta lite con i genitori. E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia in carcere del Gip di Reggio Emilia per cinque indagati, padre, madre, zio e due cugini della ragazza. Saman e i genitori, e’ stato ricostruito, hanno urlato, lei li ha insultati: “Dammi i documenti”, ha detto la ragazza al padre. Lui le ha chiesto se voleva sposare qualcuno e lei ha detto che voleva solo andare via e non sposare qualcuno. Poi ha preso le sue cose ed e’ fuggita. Il padre allora ha chiamato lo zio perche’ la riportasse a casa. Lo zio poi e’ tornato, dicendo che tutto era sistemato.

Saman Abbas: si cerca il corpo della ragazza, caccia ai parenti in fuga

Mentre sul fronte investigativo, il cerchio si stringe attorno ai familiari di Saman Abbas, continuano senza sosta le ricerche del corpo della 18enne scomparsa da oltre un mese, da Novellara nella Bassa Reggiana. I carabinieri scandagliano metro per metro la zona di campagna attorno al casolare dove abitava la giovane poco distante dall’azienda agricola dove lavorava il padre. Tra domani e mercoledi’, probabilmente, sara’ utilizzata la tecnologia dell’elettromagnetometro per una piu’ approfondita scansione del sottosuolo. La Procura di Reggio Emilia indaga per omicidio: gli inquirenti sospettano che Saman sia stata uccisa per aver detto no ad un matrimonio combinato in Pakistan dai genitori. Il padre, la madre lo zio e i due cugini sono indagati. Gli ultimi tre sono stati ripresi, questo il quadro accusatorio, dalle telecamere di sorveglianza dell’azienda agricola lo scorso 29 aprile: camminano verso i campi con due pale in mano. Hanno anche un piede di porco ed un sacco azzurro. Per i carabinieri, che conducono le indagini, quella sera, hanno preparato la buca per sotterrare il corpo della 18enne. Agli atti dell’inchiesta c’e’ anche uno secondo video del giorno successivo (il 30 aprile): Saman e’ stata avvistata l’ultima volta mentre esce di casa con uno zainetto sulle spalle. E’ insieme al padre e alla madre. Poi i genitori rientrano nell’abitazione da soli senza la figlia. Secondo gli inquirenti la giovane sarebbe stata indotta ad andare dallo zio, forse con un inganno, per poi essere uccisa. “Un lavoro fatto bene” avrebbe scritto in una chat lo stesso zio di Saman, Danish Hasnain. Ed e’ proprio il 33enne, attualmente ricercato e probabilmente in fuga in Europa, ad essere considerato l’autore materiale dell’omicidio. A completare il quadro accusatorio ci sarebbe un terzo filmato sempre riconducibile alla stessa sera: mostra il padre che esce nuovamente di casa diretto verso i campi per poi ritornare con lo zainetto che portava Saman. Ma e’ solo, senza la figlia.

Ragazza scomparsa, il pm: “pensiamo lo zio sia in Europa”

Noi pensiamo sia in Europa, vi e’ molta collaborazione da parte di Francia, Spagna, Svizzera. Hanno i nominativi, sanno chi devono cercare“. Lo ha detto il procuratore di Reggio Emilia Isabella Chiesi, parlando dello zio di Saman Abbas, ritenuto responsabile dell’omicidio della ragazza, i cui resti non sono ancora stati trovati. Lo zio e’ ricercato, cosi’ come un cugino, mentre un altro cugino, Ikram Ijaz, e’ stato arrestato domenica scorsa a Nimes, in Francia e ancora non si conosce il giorno in cui sara’ consegnato all’Italia. La procuratrice ha detto che si esclude che i tre siano partiti con un’auto propria. Rispetto ai genitori di Saman, Chiesi ha risposto a una domanda dei giornalisti dicendo che “non sono state esperite attivita’ di cooperazione internazionale“, ovvero rogatorie.

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