Reggio Calabria: residenzialità psichiatrica, le cooperative sociali hanno diffidato legalmente la Regione

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Residenzialità psichiatrica nella provincia di Reggio: le cooperative sociali hanno diffidato legalmente la Regione Calabria

“Di fronte alla vergognosa insipienza della Regione Calabria e all’ormai intollerabile rimpallo delle responsabilità tra ASP di Reggio Cal., Dipartimento Tutela della Salute e Struttura Commissariale, le cooperative sociali che gestiscono dal 1990 la residenzialità psichiatrica, hanno inviato formale diffida alla Regione Calabria. L’Ente non ha mai dato seguito alle richieste di accreditamento avanzate dalle cooperative già nel 2009 (all’indomami dell’approvazione della L.R. 28/08), poi inoltrate nuovamente nel 2016, a seguito di accordo sottoscritto presso lo stesso Dipartimento Regionale Tutela della Salute, e rimasto disatteso per colpa della stessa amministrazione che lo aveva promosso e formalmente sottoscritto”. E’ quanto scrivono in una nota per l’UNCI, Serafino Nucera, per la Legacoop, Lorenzo Sibio, per Federsolidarietà Confcooperative, Giuseppe Peri, per la CISL FP, Vicenzo Sera. “Le richieste di accreditamento -prosegue la nota- sempre su indicazione della Pubblica Amministrazione, sono state nuovamente avanzate nel 2019. Ben tre istanze, quindi, nel corso di 10 anni e l’amministrazione non ha mai dato seguito al conseguente iter da essa stessa indicato, nonostante la Regione abbia l’obbligo di rispondere entro tre mesi ad ogni istanza. Si tratta di un esempio di irresponsabilità istituzionale intollerabile, soprattutto, quando c’è in gioco il rispetto e la dignità umana di pazienti psichiatrici, tra i più discriminati nella sanità pubblica. Solo in Calabria poteva verificarsi un simile disastro che adesso, a quasi sei mesi dallo stop ai pagamenti delle rette, rischia di travolgere tutto il sistema, in ogni sua componente.

E’ molto comodo stare seduti sulle proprie poltrone e non avere la capacità e/o le intenzioni di risolvere un problema che si trascina da troppo tempo. Adesso si assiste all’ennessima impasse istituzionale. La Regione non dà corso alle istanze di accreditamento, il Commissario Longo emana una norma che però per l’ASP di Reggio Calabria non è sufficiente nemmeno a sbloccare la liquidazione delle fatture, tanto meno i ricoveri nelle strutture psichiatriche. Se la situazione non fosse drammatica si potrebbe dire che è ridicola. Nel frattempo 150 pazienti psichiatrici, le loro famiglie e gli operatori che continuano stoicamente a svolgere il loro ruolo, vengono lasciati in una pericolosa ed intollerabile incertezza sul loro futuro. In tutta questa vicenda non si può certo sostenere che le cooperative sociali siano rimasti con le mani in mano. Non solo hanno adempiuto a tutte le incombenze dell’accordo stipulato con la Regione Calabria nel 2016 ma, nella prospettiva dell’accreditamento, hanno anche compiuto notevoli investimenti, per acquistare le strutture e/o mettere a norma quelle nella loro disponibilità. Sono state accese esposizioni bancarie e sono attive incombenze economiche che non possono attendere ulteriormente. A questo punto non poteva che essere messa in campo la via legale e mettere in mora una Regione che, ancora una volta, si dimostra lontana dai cittadini ed insensibile ai bisogni delle persone. Gli avvocati Alessandro Alati e Rocco Iemma, incaricati dai soggetti gestori, hanno messo in evidenza le inadempienze della pubblica amministrazione, diffidando l’ente ad ottemperare entro e non oltre i 15 giorni “con l’espresso avvertimento che, decorso il termine sopra indicato, senza che sia avvenuto il puntuale adempimento di quanto richiesto, si adiranno le vie legali e giudiziarie, per la tutela delle fondate ragioni degli enti assistiti e per il risarcimento dei danni da ritardo”, conclude la nota.

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