Reggina, parole d’amore per l’ex Castiglia: “Quando ne parlo mi viene la pelle d’oca, trattato come un figlio”

StrettoWeb

L’ex centrocampista della Reggina Ivan Castiglia spende parole d’amore verso il club amaranto

La lunga trafila nelle giovanili e poi l’esordio in prima squadra, a cui segue un lungo girovagare. Ivan Castiglia è nato a Cosenza ma ha sposato quasi subito il progetto Reggina, a quei tempi vera fucina di giovani calciatori interessanti. L’ex centrocampista amaranto, oggi al Rende, in Serie D, in un’intervista concessa a SuperNews ha speso belle parole d’amore nei confronti del club dello Stretto.

Ivan, hai iniziato la tua carriera nelle giovanili della Reggina, e poi con la stessa hai esordito in Serie A nel 2006. Che ricordo hai di quel momento e degli anni a Reggio Calabria?
“Quando parlo di Reggina mi viene la pelle d’oca, perché è come se parlassi di casa: sono arrivato in questo club all’età di 12 anni, sono cresciuto lì e mi hanno trattato come un figlio. Il mio esordio è stata un’emozione indescrivibile: non mi aspettavo che il mister mi chiamasse per entrare in campo, quasi non ci credevo. Reggina è stata la piazza che mi ha lanciato e che mi ha dato di più, a livello umano e sportivo”.

Una delle tue parentesi calcistiche più importanti è stata Cittadella, con cui hai totalizzato 43 presenze e giocato nel campionato di Serie B negli anni 2008-2010. Che periodo è stato per te quello al Cittadella?
“Sono approdato al Cittadella come scommessa del direttore Marchetti, a cui sarò grato a vita, perché questo club mi ha lanciato definitivamente nel calcio professionistico. Il Cittadella, negli ultimi tre anni, ha sempre giocato la finale playoff sfiorando il miracolo sportivo: vuol dire che c’è competenza, e lo ha dimostrato in tutti gli anni di Serie B che ha disputato”.

Cittadella che, quest’anno, non è stata promossa in Serie A in ultimissima battuta, nella finale playoff persa contro il Venezia. Quale squadra di Serie B meritava di salire in A quest’anno? I club promossi sono quelli che ti aspettavi?
“La Salernitana, per il percorso fatto durante l’anno, ha meritato di vincere il campionato. Il Venezia è stata un po’ una sorpresa, perché era una squadra partita per disputare un campionato tranquillo, e ha poi conquistato la promozione in Serie A. Squadre come Lecce, Brescia, Frosinone, che erano partite per vincere, poi alla fine non hanno raggiunto l’obiettivo. Questo dimostra come il campionato di Serie B sia strano, ogni anno ci riserva delle sorprese, e questo è il bello di questa categoria”.

Una squadra in cui hai sognato di giocare?
“Da ragazzino sognavo di giocare nell’Inter, però posso dire di aver avverato mezzo sogno: l’esordio in Serie A l’ho fatto proprio contro i nerazzurri, a San Siro. Basta questo, avrei potuto smettere di giocare anche il giorno dopo. Mi sarebbe piaciuto anche giocare nel Lecce, una piazza che mi ha sempre entusiasmato”.

Il gol più significativo per te?
“Sicuramente il gol realizzato contro il Lumezzane, quando indossavo la maglia del Como: quella rete ci ha permesso di accedere ai playoff e di vincere, successivamente, il campionato”.

Ora giochi nel Rende, in Serie D, che si trova 16esimo in classifica. A cosa è dovuto questo posizionamento? Vi aspettavate una stagione di questo tipo?
“Da gennaio sono tornato a casa, per mia scelta personale. Secondo me, dopo la retrocessione dello scorso anno, c’è stato un problema di tipo organizzativo. A settembre, c’era la possibilità per il Rende di essere ripescata. In attesa di sapere quale campionato disputare, la squadra è stata costruita in ritardo, ritrovandosi con una rosa corta, e non adeguatamente attrezzata né per disputare il campionato di Serie C né quello di Serie D”.

Condividi