Lazzaro, l’amministrazione comunale: “a bruciare non è stata l’area archeologica comunale ma un terreno privato sottoposto a vincolo”

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Lazzaro, l’amministrazione comunale: “nel pomeriggio di sabato 5 giugno l’incendio non ha interessato l’area archeologica comunale ma un terreno privato, certo di notevole interesse culturale, che tuttavia non è menzionato nella convenzione”

“Chi mente sapendo di mentire, chi non perde occasione di denigrare il lavoro altrui alla ricerca spasmodica di un consenso aleatorio, chi preferisce indossare abiti da supereroe e paladino delle “cose che si sarebbero potute fare meglio” anche a scapito dell’immagine di una comunità e di un territorio, non merita il giudizio di questa Amministrazione ma di una competente autorità che, finalmente, possa individuare quel limite oltre al quale la segnalazione diventa controllo e procurato allarme, la denuncia diventa offesa e condizionamento dell’attività amministrativa, l’impegno volontario si trasforma in atteggiamento persecutorio rallentando o bloccando ogni procedimento”, è quanto scrive in una nota l’amministrazione comunale di Motta San Giovanni. “Nel pomeriggio di sabato 5 giugno l’incendio non ha interessato l’area archeologica comunale ma un terreno privato, certo di notevole interesse culturale, che tuttavia non è menzionato nella convenzione, sottoscritta tra il Comune e la Soprintendenza, finalizzata alla conservazione e alla promozione del patrimonio archeologico. Il Comune non ha alcuna competenza sul terreno interessato dall’incendio se non quella di emettere, così come avviene ogni anno, apposita ordinanza per la prevenzione e la repressione degli incendi ordinando ai proprietari di tutti i terreni, tra le altre cose, di eliminare entro il 15 giugno tutti i materiali facilmente infiammabili. Spiace che le segnalazioni, spesso non veritiere e di parte, trovino spazio e rimbalzino senza che qualcuno pensi di andare a verificare o, più semplicemente, mettere in dubbio quanto con leggerezza e spregiudicatezza viene veicolato. Ancora più gravi, perché pretenziosi e strumentali, sono i “ricami” di quanti dimenticano di rivestire o di aver rivestito cariche di responsabilità e continuano a commentare a sproposito dimenticando i colpevoli silenzi del passato. Ai concittadini, ai turisti, agli addetti ai lavori, agli appassionati e ai curiosi suggeriamo di visitare, così come hanno già fatto in centinaia solo nelle ultime settimane, il Castello di Santo Niceto nuovamente illuminato e per la prima volta videosorvegliato, attualmente interessato da un corso di conservazione e restauro del Cristo Pantocratore, l’Antiquarium Leucopetra, riconosciuto museo nel giugno 2019, l’area archeologica di Lazzaro, regolarmente interessata da interventi di manutenzione. Siti per i quali l’Amministrazione, in particolare l’assessore con delega alla Cultura Enza Mallamaci, presta molta attenzione nell’interesse comune. Ogni attività di conservazione, promozione e valorizzazione del patrimonio archeologico, sempre con la supervisione della Soprintendenza e dell’Università, è stata possibile anche grazie all’impegno e al sacrificio di studiosi, locali e non, che hanno sempre risposto alle sollecitazioni del Comune a differenza di alcuni comitati e associazioni che, seppur invitati, hanno preferito volgere lo sguardo altrove”, conclude la nota.

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