Stadio Olimpico di Roma, emblema dello sport italiano: un impianto polifunzionale che racchiude storia e romanticismo

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Lo stadio Olimpico di Roma sarà l’impianto inaugurale di Euro 2021 e ospiterà le gare dell’Italia nella fase iniziale a gironi: la storia e gli aneddoti

Un gradino, poi un altro. E poi un altro ancora. Il boato del pubblico che si fa sempre più forte, l’odore acre dei fumogeni, infine l’ultima rampa di scale e lo sguardo verso il rettangolo di gioco. Su quello che sembra essere il disegno bellissimo all’interno di una immensa cornice. E’ la sensazione che si prova mettendo piede sugli spalti dello Stadio Olimpico di Roma, il secondo impianto più grande d’Italia dopo San Siro, lì dove si disputerà venerdì 11 giugno 2021 (ore 21) la partita d’esordio di Euro 2021 e della Nazionale Italiana contro la Turchia, ma anche gli incontri successivi con Svizzera e Galles. Giocare tutte le tre sfide del girone allo Stadio Olimpico darà una marcia in più agli uomini del ct Roberto Mancini, in uno di quello che è uno degli emblemi storici più importanti del calcio italiano.

Quali partite di Euro 2021 si disputano all’Olimpico di Roma

Allo stadio Olimpico si giocheranno le tre partite degli Azzurri nel girone (contro la Turchia la gara inaugurale dell’11 giugno, contro la Svizzera il 16 e con il Galles il 20) e un quarto di finale, il 3 luglio. A causa delle restrizioni per il coronavirus, saranno ammessi 16mila spettatori, il 25% del totale.

  • Turchia-Italia (girone A) – venerdì 11 giugno, ore 21. Stadio Olimpico, Roma
  • Italia-Svizzera (girone A) – mercoledì 16 giugno, ore 21. Stadio Olimpico, Roma
  • Italia-Galles (girone A) – domenica 20 giugno, ore 18. Stadio Olimpico, Roma
  • Quarti di finale – venerdì 2 luglio. Stadio Olimpico, Roma

La storia dello stadio Olimpico

Lo Stadio Olimpico di Roma è l’impianto più vecchio di Euro 2021, se si considerano le ristrutturazioni. L’ultima risale infatti al 1990, quando fu espanso per ospitare i Mondiali di calcio che in quell’anno si giocarono proprio in Italia. Ospiterà, oltre alle partite dell’Italia, anche un quarto di finale. Nido delle Aquile della Lazio e tana dei Lupi della Roma, è anche la casa della Nazionale di rugby e sede del Golden Gala di Atletica.

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Inaugurato il 17 maggio 1953, fu scelto come sede di due importanti eventi sportivi: Italia-Ungheria valevole per la Coppa Internazionale e, a seguire, l’arrivo della Napoli-Roma, sesta tappa del Giro d’Italia. Per battezzare l’impianto si puntò su quanto di meglio potesse allora proporre lo sport nazional popolare, il tutto in poco più di due ore, all’interno finalmente di un palcoscenico magnifico, “che sembra più un plastico che uno stadio per centomila spettatori”. Durante i Giochi della XVII Olimpiade del 1960 lo stadio, ufficialmente ribattezzato “Olimpico” ospitò le cerimonie di apertura e chiusura e le competizioni di atletica leggera: con l’occasione furono eliminati i posti in piedi, con il risultato di portare la capienza effettiva a 65 000 spettatori.

In vista del Campionato del Mondo 1990, dei quali l’Olimpico era lo stadio principale, furono previsti radicali interventi di ristrutturazione. A causa dei lavori, durante il campionato 1989-90 le squadre capitoline della Lazio e della Roma giocarono le loro gare interne allo stadio Flaminio. I lavori furono affidati a un’imponente squadra di progettisti, fra cui lo stesso progettista originario Annibale Vitellozzi, l’architetto Maurizio Clerici, l’ing. Paolo Teresi e l’ing. Antonio Michetti (strutture). Dal 1987 al 1990 il piano di intervento subì numerose modifiche, con conseguente lievitazione dei costi. In definitiva, l’impianto fu quasi interamente demolito e ricostruito in cemento armato, con l’eccezione della Tribuna Tevere, sopraelevata con l’aggiunta di ulteriori gradinate; le curve furono avvicinate al campo di nove metri.

Al termine dei lavori la nuova versione dell’Olimpico superò gli 82 922 posti, divenendo così il 29º stadio al mondo per numero di posti (14º tra quelli usati per il calcio) e il 2º in Italia, di poco inferiore allo stadio Meazza di Milano. I lavori di ristrutturazione, pur con il risultato di un impianto indubbiamente imponente e affascinante, non tennero conto dell’impatto sull’ambiente circostante: l’innalzamento delle gradinate e la copertura stravolsero completamente i principi secondo i quali lo stadio era stato precedentemente pensato e costruito. L’Olimpico rinnovato ospitò le prime cinque partite dell’Italia nel Mondiale e la finale tra Germania Ovest e Argentina, che consacrò i tedeschi campioni del Mondo. Di seguito le occasioni in cui lo stadio Olimpico ospitò le Finali per tornei di club o nazionali:

Coppa dei Campioni / UEFA Champions League

  • Liverpool – Borussia M’gladbach 3-1 (25 maggio 1977);
  • Roma – Liverpool 3-5 d.c.r. (30 maggio 1984);
  • Juventus – Ajax 4-2 d.c.r. (22 maggio 1996);
  • Barcellona – Manchester Utd 2-0 (27 maggio 2009).

Coppa UEFA / UEFA Europa League

  • Roma – Inter 1-0 (finale d’andata, 22 maggio 1991).

Campionato Mondiale di Calcio 1990

  • Germania Ovest – Argentina 1-0 (finale per il 1º posto, 8 luglio 1990 – 73 603).

Campionato Europeo di Calcio

  • Italia – Jugoslavia 2-0 (finale per il 1º posto, ripetizione, 8 giugno 1968 – 32 886);
  • Germania Ovest – Belgio 1-0 (finale per il 1º posto, 22 giugno 1990 – 47 864 spettatori).

Le pagine più nere dello stadio Olimpico di Roma

Da Chinaglia a Totti, da Signori a Bruno Conti di campioni ne sono passati da quel prato verde. Non solo però grandi risultati sportivi, allo stadio Olimpico di Roma nel corso della storia si ricordano anche alcune pagine nere del calcio italiano. La tragedia di Vincenzo Paparelli ha lasciato un segno indelebile nel derby capitolino: era la domenica 28 ottobre 1979 quando, a circa un’ora dal fischio d’inizio, dalla Curva Sud giallorossa vennero sparati in sequenza due razzi nautici ad alto potenziale, uno dei quali colpì in un occhio il giovane padre e tifoso biancoceleste. Di seguito una parte del racconto riportata nel libro “Cuore tifoso. Roma-Lazio 1979. “Un razzo ha distrutto la mia famiglia” Gabriele Paparelli racconta”:

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“Mi chiamo Vincenzo Paparelli, e sono morto il 28 ottobre del 1979. Forse qualcuno si ricorda ancora di me. Ero un uomo di trentatré anni che un giorno fu ucciso allo stadio Olimpico da un razzo a paracadute di tipo nautico sparato da un tifoso ultrà della Roma. Quando sono stato colpito stavo mangiando un panino con la frittata. Mia moglie Wanda cercò di estrarmi quel tubo di ferro dall’occhio sinistro, ma siccome il razzo bruciava ancora, finì per ustionarsi una mano. Il medico che mi ha prestato i primi soccorsi, dichiarò che nemmeno in guerra aveva visto una lesione così grave. Il giorno dopo tutti i giornali mostrarono una fotografia scattata qualche mese prima, che mi ritraeva in un ristorante insieme a mia moglie. Soltanto il quotidiano Il Tempo pubblicò l’immagine di me, riverso per terra, con la faccia insanguinata e l’orbita dell’ occhio sinistro vuota”.

Da una triste tragedia ad un attentato dinamitardo fortunatamente fallito. Il tentativo criminoso, organizzato da Cosa nostra, che sarebbe dovuto avvenire il 31 ottobre 1993 con l’esplosione di un’autobomba in viale dei Gladiatori a Roma, all’uscita dello stadio Olimpico, dove si trovava un presidio dei Carabinieri in servizio di ordine pubblico per la partita di calcio Lazio-Udinese. L’esplosione non avvenne per un malfunzionamento del telecomando che avrebbe dovuto innescare l’ordigno. Il mancato attentato è inquadrato nella scia degli altri attentati tra il ’92 e il ’93 che provocarono la morte di 21 persone, tra cui i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e gravi danni al patrimonio artistico italiano.

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