Il Comune di Reggio Calabria riesce a riscuotere solo il 16% dei tributi dovuti. E Salvini punzecchia Falcomatà a “Porta a Porta”

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Solo il 16% dei tributi dovuti vengono riscossi dal Comune di Reggio Calabria: l’analisi durante “Porta a Porta”, in cui Salvini punzecchia Falcomatà e non solo

Al Sud c’è una bassissima percentuale di tariffe pagate. I comuni del meridione sono quelli in cui c’è una bassissima riscossione delle tasse. E’ questo il quadro fotografato nel servizio della trasmissione “Porta a Porta”, che ha evidenziato come le città di Napoli (46%), Palermo (24%) e Reggio Calabria (16%) siano le ultime di questa speciale classifica. Le città dello Stretto, dunque – e purtroppo non è la prima volta – è fanalino di coda. Nel capoluogo di provincia solo il 16% dei cittadini paga le tasse. Tre quarti della popolazione, praticamente, non paga nulla, non paga l’ordinario di quelli che sono i tributi comunali dovuti. Un numero disastroso, soprattutto perché legato ai conti delle casse del Comune. I servizi ordinari, infatti, in ogni città del mondo vengono garantiti grazie alle entrate provenienti dalle tasse.

A Reggio Calabria i servizi non ci sono perché la gente non paga le tasse. O la gente non paga le tasse perché i servizi non ci sono. L’errore è pensare solo ed esclusivamente che il reggino, o il cittadino meridionale, sia un evasore, un cattivo pagatore a prescindere. Non generalizzare, mai, in nessun settore. Uno dei motivi noti? Nel 2012 la percentuale era del 46%, un numero non eccezionale ma sicuramente non paragonabile a quello attuale. Poi, con il piano di rientro dei commissari, le tasse vennero alzate sensibilmente facendo invece diminuire nettamente quella percentuale, arrivata appunto ai 16% di oggi, anche a causa di servizi col tempo sempre più assenti, dall’acqua alle strade passando per la questione rifiuti.

Ma l’innalzamento delle tasse e i pochi servizi non sono gli unici indicatori negativi di una percentuale praticamente misera. Ad aggiungersi a questo, infatti, c’è anche la mancanza di un’effettiva ed efficace strategia di lotta all’evasione. Perché circa 10 anni fa, fascia di confronto considerata, la lotta all’evasione era considerata tra i punti più importanti all’ordine del giorno. Ed era una vera lotta all’evasione, incentrata infatti solo sull’evasore, e cioè colui che sistematicamente, consapevolmente e automaticamente si ritrovava ad evadere le tasse pur avendo la possibilità di pagarle. Trattasi di una percentuale sicuramente esistente, ma in piccola parte, come in ogni paese del mondo più o meno civilizzato. Ad oggi, invece, questa lotta all’evasione non esiste, perché l’evasore non viene controllato, ma anzi trattato allo stesso modo di un normale cittadino che per anni ha sempre pagato regolarmente. E così “l’amico del cugino mi dice che non si deve pagare questa cosa, e io non la pago”. E così “mi è arrivato un pignoramento di 20 anni fa, nonostante in realtà dovesse andare in prescrizione”. E così “io non ho acqua per lavarmi ma ho la casa circondata da spazzatura, quindi non pago”.

“Napoli, Reggio Calabria e Palermo, tre amministrazioni di sinistra che spesso mi danno lezioni su come governare un paese. Io inviterei De Magistris, Falcomatà e Orlando a preoccuparsi di dare risposte ai loro cittadini prima di darne a me”. Ha detto ieri il leader della Lega Matteo Salvini nel corso di “Porta a Porta”. Quindi la colpa è dei cittadini o di chi non li controlla?

E’ come un cane che si morde la coda. E’ un terreno impervio in cui, senza gli strumenti necessari e la strategia adeguata, non se ne esce più. E’ paradossale che nel 2021, in una città di una Italia civilizzata e sviluppata, un cittadino debba sborsare 500, 300, 1000 euro per questa o quella tassa, senza un briciolo di servizio offerto. E’ paradossale che nel 2021, in una città di una Italia civilizzata e sviluppata, un evasore (e cioè colui che ha sempre evaso, servizi offerti o meno) si possa permettere di continuare a farlo senza alcun tipo di controllo, a danno di quei cittadini che – usufruendo degli stessi diritti e servizi (?) – hanno sempre pagato e continuano a farlo. E’ un mondo al contrario, è una Italia contrario, è una Reggio Calabria al contrario. Che va indietro. Come i gamberi. Ma il passo decisivo e definitivo in avanti, quando?

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