Tindari, una perla in provincia di Messina: mare cristallino, reperti storici e una ricca tradizione culinaria

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Tindari fa parte del comune di Patti, in provincia di Messina: è per tanti motivi uno dei borghi più belli della Sicilia

Uno dei luoghi più belli in provincia di Messina, una vera ricchezza per l’intero territorio siciliano. Tindari, frazione del Comune di Patti, è una località di mare, ma anche di storia e cultura. Situata su un promontorio dei monti Nebrodi, si affaccia sul Golfo di Patti e gode di un panorama mozzafiato. Un posto talmente bello e unico nel suo genere da avere inspirato anche Andrea Camilleri per un episodio del Commissario Montalbano. Tindari è famosissima per il Santuario della Madonna Nera, un culto venerato nell’Isola e ospita turisti provenienti da molte zone del Sud Italia, ma anche per la spiaggia a forma di lingua circondata dal mare e conosciuta come Marinello Olivieri: il lembo di sabbia si trova tra Milazzo e Capo d’Orlando e si estende per circa 2 km all’interno della Riserva dei Laghetti di Marinello, lungo la costa della Sicilia nordorientale, a 60 km dal capoluogo Messina. Questa bellissima oasi naturale incontaminata, circondata dal verde della macchia mediterranea, è bagnata da acque limpide e cristalline dai fondali più o meno profondi: da un lato il mare è meno profondo e protetto dalla lingua di sabbia mentre, dall’altro è più profondo ed esposto. Nella spiaggia è presente una grotta che, sempre secondo un’antica leggenda, è popolata da una maga che adescava i marinai con il proprio canto per poi mangiarseli. I fori alle pareti, sono gli affondi delle dita della maga, infuriata quando i marinai riuscivano a scappare alle sue grinfie.

Leggende popolari e storia antica: la città (in greco antico: Τύνδαρις, Týndaris) infatti venne fondata dal tiranno Dionisio I di Siracusa nel 396 a.C. come colonia di mercenari siracusani che avevano partecipato alla guerra contro Cartagine, nel territorio della città sicula di Abacaenum (Tripi), e prese il nome di Tyndaris, in onore di Tindaro, re di Sparta e sposo di Leda, padre putativo di Elena e dei Dioscuri, Castore e Polluce. Durante la prima guerra punica, sotto il controllo di Gerone II di Siracusa, fu base navale cartaginese, e nelle sue acque si combatté nel 257 a.C. la battaglia di Tindari, nella quale la flotta romana, guidata dal console Aulo Atilio Calatino, mise in fuga quella cartaginese. Con Siracusa passò in seguito nell’orbita romana e fu base navale di Sesto Pompeo. Presa da Augusto nel 36 a.C., che vi dedusse la colonia romana di Colonia Augusta Tyndaritanorum, una delle cinque della Sicilia, Cicerone la citò come nobilissima civitas. Nel I secolo d.C. subì le conseguenze di una grande frana, mentre nel IV secolo fu soggetta a due distruttivi terremoti. Sede vescovile, venne conquistata dai Bizantini nel 535 e cadde nell’836, nelle mani degli Arabi dai quali venne distrutta.

Greci e Romani nella storia di Tindari: le mura, il teatro, l’Isolato e tanto altro da scoprire

Per questi motivi Tindari non è esclusivamente mare e cattedrale. L’area archeologica racchiude i resti dell’antica città costruita in pietra arenaria: mosaici, sculture, oltre a oggetti e ceramiche conservati in parte presso il museo locale e in parte al museo di Palermo. Bellissimo il teatro greco, di sicuro il monumento antico simbolo della città. Risale addirittura al IV° secolo a.C. e fu costruito dai greci anche se più avanti nei secoli i romani rimaneggiarono la struttura per trasformarla in anfiteatro per i giochi dei gladiatori. Il teatro di Tindari venne costruito sfruttando la conformazione della collina ed in passato era in grado di contenere 3 mila spettatori. Quando intervennero i romani costruirono un portico in laterizio e adattarono l’orchestra ad arena per i giochi. Delle antiche quinte restano solo un arco e parte del fondale, restaurati nel secolo scorso. Dagli anni Cinquanta del Novecento si svolge un festival artistico, dal 2001 è nominato il Festival dei due Mari. Tindari possiede una parte antica di città: la basilica, struttura a due piani dotata di passaggio voltato a botte, un propileo di accesso all’agorà e alla via principale del borgo; l’Isolato romano confinato tra i decumani e alcune strade secondarie; gli edifici costruiti sui diversi livelli del terreno; le tabernae e gli antichi negozi, alcuni dotati di retrobottega; e poi le domus del I° Secolo avanti Cristo, con peristilio e colonne in pietra con i capitelli dorici e il tablinium (l’antico salone) e fornite di terme mosaicate (mosaici bianchi e policromi).

Le tradizioni a Tindari: prodotti tipici, feste ed eventi

La Sicilia, “terra del sole”, col suo clima mediterraneo vanta il primato europeo con più di due migliaia di ore di luce solare all’anno. Questa è anche Tindari, dove l’estate dura da Marzo a Novembre e la gente gira tranquillamente a maniche di camicia quando in altri territori italiani si indossano ancora i soprabiti di mezzastagione. Il sole così generoso non solo accarezza gli amanti della tintarella, ma nutre i prodotti
agricoli e i frutti tipici della zona, che risultano dolci e succosi. Oltre agli agrumi (soprattutto arance dolci), alle patate e ai pomodori, si coltivano le tipiche olive ‘passaluna’, così chiamate perché vengono raccolte in avanzato stato di maturazione. Le ricette tradizionali sono genuine e saporite, come le sarde cucinate ad involtini a beccafico, con la mollica, oppure i totani in umido ripieni al pomodoro. Nel golfo si pescano i gamberoni a fasce e i gamberoni rossi, caratteristici del Tirreno e considerati particolarmente pregiati. Tra i formaggi non si possono non assaggiare la schiacciata a pasta filata dolce, la provola dolce e il provolino.

La speciale e varia tradizione culinaria fa poi da contorno a un folclore vivace, sperimentabile durante le feste e le manifestazioni locali. Tra luglio e settembre, al teatro Greco, si svolge la rassegna di prosa, mentre il 7 e l’8 di settembre ci sono le celebrazioni in onore della Madonna Nera, precedute sin dal 30 agosto da una novena di preparazione. Il 7 settembre si svolge la processione del simulacro per le vie di Tindari, si partecipa alla Santa Messa e la sera ci si abbandona ai festeggiamenti più vivaci con i fuochi d’artificio. Il giorno seguente si procede all’offerta della lampada votiva da parte di un Comune della Diocesi. Insomma, a Tindari non manca nulla: turismo, eventi musicali, manifestazioni popolari, feste e sagre: l’estate offre un po’ di tutto. L’unico fattore di rischio potrebbe essere il rischio di innamorarsi troppo e non riuscire più ad andar via da un posto così meraviglioso.

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