“Il Ponte sullo Stretto è una boiata pazzesca”: così Scanzi offende Sicilia e Calabria

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Scanzi ritiene che il Ponte sullo Stretto sia “un progetto pericolosissimo in termini di impatto ambientale e un regalo sciagurato alle mafie”

Offendere un calabrese o un siciliano non è un reato. E’ scritto nella Bibbia di Andrea Scanzi, noto giornalista del Fatto Quotidiano, che in queste ore ha commentato uno degli argomenti più discussi delle ultime settimane: il Ponte sullo Stretto. Al di là delle posizioni che ognuno di noi giustamente può avere, il braccio destro di Marco Travaglio, per l’ennesima volta, ha trovato lo spunto per gettare fango su due Regioni che (per sua sfortuna!) non conosce. “Il Ponte sullo Stretto è una boiata pazzesca, un progetto pericolosissimo in termini di impatto ambientale e un regalo sciagurato alle mafie”, scrive tramite le proprie pagine social. E’ sicuramente un modo, intanto, per attirare come gli squali i consensi facili di tutti gli antimeridionalisti e per sponsorizzare il suo nuovo libro “Demolition Man” dedicato a Matteo Renzi. L’affermazione di Scanzi appare alquanto grave in quanto sottintende che all’interno di due territori italiani non è possibile costruire infrastrutture così importanti perché esiste un anti-Stato, un sistema di malaffare, addirittura più potente dello Stato stesso. E’ un pregiudizio storico per eccellenza che da sempre penalizza Sicilia e Calabria, al tempo stesso offende e non poco i suoi cittadini.

“Era ridicolo (il Ponte sullo Stretto di Messina, ndr) quando ne parlava Berlusconi. Era ridicolo quando ne parlavano (anzi parlano) prima Renzi e poi Salvini (cioè la stessa cosa). Ed è francamente patetico, nonché caricaturale, che persino nel M5S – un tempo nemicissimo di tale opera folle – siano ora in tanti a esser diventati di colpo possibilisti. Quando non addirittura…”. E’ il tragico esempio di un pensiero puramente ideologico che tiene in trappola le due Regioni situate all’estremità meridionale del nostro Paese, che le costringe a vivere nella povertà estrema e nella totale trascuranza delle istituzioni. Probabilmente Scanzi, non avendo mai vissuto la realtà calabrese e siciliana, disconosce il fatto che la mafia e la ‘ndrangheta si vanno ad annidare proprio nella povertà, sfruttando le disuguaglianze sociali, il senso di solitudine e di frustrazione delle persone. Il Ponte sullo Stretto sarebbe invece un’occasione storica per unire al resto della Nazione circa 7 milioni di italiani, una possibilità da cogliere al volo, sempre che davvero si voglia ridurre il gap tra Nord e Sud nei fatti e non a parole.

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