L’appuntamento settimanale di StrettoWeb con i personaggi storici più importanti di Messina ci porta oggi ad approfondire la vita di Giacomo Conti, pittore accademico nato nella città dello Stretto ma molto attivo anche nel centro Italia.
Nato nel 1813, già giovanissimo iniziò a formarsi da Letterio Subba, prima di spiccare il volo e lasciare il Sud a 21 anni. Dotato di pensione municipale, si trasferì prima a Napoli, come allievo di Carlo De Falco, e poi a Roma, presso l’Accademia di San Luca e sotto la guida di Francesco Podesti e Francesco Coghetti. Dopo due anni, nel 1836, tornò a Messina, lavorando come ritrattista e illustratore. In questo periodo sono da segnalare la sua partecipazione all’esposizione artistica organizzata dall’Accademia Peloritana nel 1839, l’esecuzione di un’Addolorata nel 1840 e il contributo alla realizzazione di disegni per le feste dell’Assunta nel 1842.
L’anno successivo, dopo quasi un decennio dal suo ritorno in Sicilia, lasciò nuovamente l’isola per studiare all’Istituto di Belle Arti di Siena, diretto da Francesco Nenci. Con lui si formò ancor di più dal punto di vista artistico, specificandosi in determinate tecniche e allineandosi alla pittura storica e letteraria, che preferiva a quella paesaggistica. E dimostrò questa sua linea pittorica consolidata anche in alcune opere, come l’Arsete d’Etiopia, con cui vinse nel 1845 il concorso triennale dell’Accademia senese. Dal 1850 si stabilì definitivamente in Toscana, soprattutto a Firenze, con cui proseguì e sviluppò i suoi lavori, continuando a ricevere importanti riconoscimenti, come ad esempio la nomina di ispettore delle Regie Gallerie per l’Ufficio esportazione di oggetti d’arte conferitagli nel 1877. Morì a Firenze nel 1888.
Figura virile, Archivio dell’Accademia Nazionale di San Luca;