Storia e leggende del Santuario di Tindari: la devozione per la Madonna Nera venerata in tutto il Sud Italia [FOTO]

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Le origini storiche del Santuario, le credenze popolari e il pellegrinaggio molto sentito in tutto il comprensorio messinese, ma non solo

La città di Patti è una delle principali località turistiche situate in provincia di Messina, sorge sul litorale settentrionale della Sicilia e fa parte della vasta area dei Monti Nebrodi. Ricchezze paesaggistiche ma anche storiche legate al patrimonio culturale del territorio. Presso la frazione di Tindari si trova ad esempio uno dei simboli più conosciuti del comprensorio messinese (e non solo), il famoso Santuario di Tindari, il quale si staglia all’orizzonte dominando l’intera area: dal santuario si ha infatti una visuale mozzafiato dell’intero litorale di Patti. L’attuale chiesa sorge sulle rovine di un’antica chiesetta distrutta dai pirati, poi ricostruita nel XVI° secolo in stile barocco e ampliata nella seconda parte del XX secolo. Il santuario ospita la celebre statua lignea di origine orientale raffigurante la Madonna Nera, uno degli oggetti devozione più noti di tutta l’Italia meridionale.

madonna nera tindariLa storia di Tindari affonda le radici in tempi remoti: fu fondata nel 396 a.C. da Dioniso I, tiranno di Siracusa. Era una florida colonia della Magna Grecia e venne costruita al fine di fronteggiare gli attacchi dei Cartaginesi. Il suo nome originario era Tyndaris, in onore del Re di Sparta, Tindaro. Fu invasa prima dai Bizantini e poi dagli Arabi, che la rasero al suolo nell’836. La colonizzazione romana, d’altronde, ha lasciato delle ragguardevoli testimonianze architettoniche, che oggi si concentrano nel cuore dell’area archeologica. Si possono ammirare il Teatro, la Basilica, le Terme, le abitazioni e le case patrizie. Queste rappresentano un felice esempio di policromia artistica, con mosaici variopinti ancora ben conservati. Tra le opere maestose spicca ovviamente il Santuario della Madonna di Tindari, considerato come la principale attrazione della zona.

La leggenda e la celebrazione della Madonna nera di Tindari

Il magnifico Santuario di Tindari possiede, come noto, una statua molto particolare della Vergine Maria. Le origini della statua bizantina della Madonna nera sono legate ad una leggenda interessante. Secondo la leggenda la scultura, trasportata per mare, impedì alla nave di ripartire dopo che aveva trovato rifugio nella baia, per sfuggire ad una violenta tempesta. La statua aveva lasciato l’Oriente per sfuggire alla persecuzione iconoclasta. I marinai depositarono a terra il carico, e solo quando vi portarono anche la statua, la nave poté riprendere il mare. Questa venne poi portata sul colle soprastante, dentro il Santuario di Tindari, appunto. La Madonna è nera, con un caratteristico e originale volto lungo non facilmente riscontrabile in altre statue religiose, ed è una Theotókos Odigitria rappresentata come Basilissa ossia come “Regina seduta in trono”, mentre regge in grembo il Bambino Gesù tenendo la mano destra sollevata, benedicente.

madonna nera tindariLa celebrazione annuale in onore della Madonna nera culmina nella processione del 7 settembre, durante la quale numerosi pellegrini gremiscono Tindari per partecipare ai solenni festeggiamenti. Oltre ad essere terra di religione e di leggende, Tindari è terra di letteratura: qui hanno tratto ispirazione per le loro opere sia il poeta Salvatore Quasimodo sia lo scrittore Andrea Camilleri. Tindari offre anche interessanti itinerari enogastronomici alla scoperta del cosiddetto Percorso Mamertino. Infatti, qui si produce il Mamertino DOC, vino vetusto e celebre, citato nel “De Bello Gallico” di Giulio Cesare, il quale brindò con un calice di Mamertino rosso al suo terzo consolato. Questo pregevole vino rosso, definito “il vino dei guerrieri” per i suoi profumi caldi e generosi, è ottenuto da uve di Nero d’Avola e di Nocera; il Mamertino bianco, invece, trae origine dai vitigni Grillo e Ansonica. Lo stesso poeta Marziale, riferendosi al Mamertino, scriveva: “… date al Mamertino il nome che volete, magari quello dei vini più celebri”.

Il Miracolo della Madonna di Tindari

madonna nera tindariFra le tante leggende riportate sull’antico santuario della Madonna Nera del Tindari, un’antica storia narra di un miracolo. La storia, che trova diverse versioni e alcuni dettagli differenti, narra di una signora proveniente da un piccolo paesino, con la figlia gravemente malata, che sentendo parlare di questa Madonna miracolosa si rivolse a lei per chiederle la grazia, ma la donna una volta vista la statua rimase sorpresa ed inorridita per via del colore della pelle, tanto da esclamare con tono di sdegno le seguenti frasi: “sono venuta da lontano per vedere una più brutta di me (“Hàju vinutu di luntana via ppi vidiri a una cchiù brutta di mia!”), per vedere una negra non valeva la pena che affrontassi il disagio del mio lungo cammino” . La donna uscì dalla chiesa tenendo in braccio la bambina, la quale con un brusco movimento cadde dalle braccia della madre precipitando dalla cima del colle, ma nel momento in cui stava per precipitare nel vuoto il mare sottostante si ritraeva improvvisamente formando un tratto di spiaggia arenosa (gli attuali laghetti di Marinello). Alcuni pescatori videro una bambina giocare tranquillamente sulla spiaggia, sana e salva, i pescatori la presero e la riportarono dalla madre che a quel punto si rese conto del miracolo che era avvenuto e commossa si recò in chiesa per ringraziare la Madonna. I laghetti di Marinello si trovano proprio ai piedi del promontorio dove sorge il Santuario della Madonna Nera, e quasi a testimonianza di questo miracolo, appare curiosa la forma di questa lingua di spiaggia, una forma che pare raffigurare una donna che con le braccia protese accoglie la bimba precipita.

Il pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Tindari e la “Coda della Volpe”

santuario tindariUna delle più antiche tradizioni siciliane è il pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Tindari. L’usanza è molto diffusa nei Comuni limitrofi, in particolare a Barcellona Pozzo di Gotto, con i fedeli che ogni anno si dirigono infatti al Santuario della Madonna situato sull’omonimo promontorio nel Comune di Patti. Il pellegrinaggio di solito avviene nel mese di settembre, nei giorni dedicati alla ricorrenza, ovvero il 7 e l’8. La tradizione vuole che folti gruppi di barcellonesi, bambini e adulti si dirigano verso il Santuario a piedi. Possono poi esserci anche altri punti d’incontro per chi parte dalla “zona marina”, ad esempio piazza delle Ancore a Calderà. Ai concittadini si aggiungono naturalmente centinaia di fedeli provenienti da tutto il comprensorio. Un tragitto emozionante per chi lo fa per la prima volta, ma è un’esperienza significativa ovviamente anche per coloro che invece lo rivivono. Durante il pellegrinaggio si prega, si canta e non mancano le note di folklore per soste di riposo o per rifocillarsi. Per giungere a destinazione i fedeli devono percorrere un lungo tragitto, attraversare alcuni comuni per arrivare infine alla “Coda della Volpe”, un sentiero pieno di insidie e tortuoso che si inerpica lungo il fianco della montagna. E’ molto stretto, per cui bisogna camminare tutti in fila indiana, quasi formando una catena umana.

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