Foto di Ettore Ferrari / Ansa
Matteo Salvini ha incontrato il presidente del Consiglio Mario Draghi. Il leader della Lega, che guida il fronte degli aperturisti all’interno della maggioranza, non molla la sua linea e chiede di riaprire dove si può: “E’ stato un incontro molto utile, positivo, costruttivo. Abbiamo parlato di salute e lavoro, le uniche due emergenze di cui la Lega si sta occupando”, ha detto al termine del confronto.
“Sulle riaperture – ha proseguito – abbiamo condiviso la necessità di un ritorno alla vita e alla normalità in base ai dati. Abbiamo condiviso, io e il presidente Draghi, che devono essere i dati, la scienza, l’oggettività a dettare quel che si farà nelle prossime settimane. Dal nostro punto di vista, se il piano vaccinale prosegue l’unico vero sostegno alle famiglie e alle imprese è il ritorno al lavoro, alla normalità, almeno nelle zone italiane considerate gialle. Oggi pomeriggio, se valessero le vecchie regole, sarebbero almeno 6 le Regioni fuori dal rischio pandemico e con bar, ristoranti, negozi e e scuole aperte. Abbiamo condiviso che la scelta deve essere scientifica e politica, non un rosso a vita. Se ci sono zone d’Italia, e ce ne sono – prosegue – che non hanno problemi con le terapie intensive, con i contagi e con i ricoveri ospedalieri credo debba essere conseguente la riapertura: su questo c’è la condivisione con il presidente del Consiglio”.
“Correre sul piano vaccinale – ha anche detto – e se l’Europa sbaglia, dorme o rallenta bisogna trovare il modo, come stanno facendo altri Paesi, di rivolgersi anche all’estero perché la salute degli italiani merita ogni tipo di sforzo e di contratto senza risparmiare euro sulla pelle dei cittadini. E anche questa volta, ahimè, le istituzioni europee si stanno dimostrando vecchie, non al passo con i tempi, non all’altezza dell’emergenza che stiamo vivendo”.