Reggio Calabria: sequestrato un centro massaggi in centro gestito da una 43enne di nazionalità cinese per prostituzione [FOTO E DETTAGLI]

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Reggio Calabria, il centro massaggi Tuina sito in via Veneto è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza

I finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, al termine di indagini di polizia giudiziaria delegate dalla locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Capo Dott. Giovanni Bombardieri, hanno sequestrato un centro massaggi, situato nel centro cittadino, gestito da una 43enne di nazionalità cinese.

L’attività di polizia giudiziaria scaturisce dall’analisi delle risultanze emerse dalle ordinarie attività di controllo economico del territorio della Compagnia Reggio Calabria e ha consentito, anche mediante il ricorso a microcamere e microfoni, di accertare che la titolare del centro massaggi, situato nella centralissima via Vittorio Veneto, tollerava abitualmente la presenza di giovani ragazze cinesi, dipendenti della stessa, di cui sfruttava la prostituzione.

In particolare, l’indagata istruiva le dipendenti, assisteva talvolta all’esecuzione delle prestazioni sessuali tra le dipendenti e i clienti, pubblicizzava l’attività con immagini che ritraevano le ragazze in abiti succinti e in posizioni sessualmente esplicite, contrattava con i clienti in ordine al corrispettivo e riceveva il denaro dai clienti o dalle dipendenti.

Al termine delle indagini, coordinata dal Procuratore Aggiunto Dott. Gerardo Dominjanni, ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza del centro massaggi ed emesso un avviso di conclusioni delle indagini preliminari per il reato di tolleranza abituale e sfruttamento della prostituzione, aggravato per aver commesso i fatti ai danni di più persone, aventi anche rapporti d’impiego.

L’attività di servizio svolta dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria testimonia il costante presidio esercitato sul territorio, finalizzato a contrastare un fenomeno connotato da forte pericolosità sociale, in quanto moltiplicatore di illegalità: lo sfruttamento della prostituzione alimenta i circuiti sommersi del lavoro nero, dell’immigrazione clandestina, dell’evasione fiscale e del riciclaggio.

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